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Il Resto del Carlino – Ravaglia: una storia tutta bolognese

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Una discesa – o meglio, una salita – verticale, repentina. Un nome fino alla settimana scorsa sconosciuto ai più, divenuto improvvisamente protagonista, nella notte di San Siro che ha sancito la clamorosa e prematura uscita dell’Inter dalla Coppa Italia proprio per mano felsinea.

Stiamo parlando, ovviamente, di Federico Ravaglia. Che l’altra sera, a Milano, ha giocato la sua seconda da titolare parando un rigore a Lautaro ed effettuando almeno altri tre salvataggi decisivi (su Dimarco, Klaassen e Frattesi), confermando le ottime impressioni di qualche giorno prima con la Roma, dove fondamentali furono gli interventi su Belotti. Ora, il numero 34 è senza dubbio l’uomo del momento. Ma qual è la sua storia?

Un nuovo portiere in città

Federico fa il suo approdo nell’universo rossoblù ormai ben dieci anni fa, quando il padre di Corazza, Daniele, all’epoca responsabile del settore giovanile, lo preleva dal Progresso di Castel Maggiore. Prezzo? Mille euro e una sacca di palloni. Con gli occhi di poi, un investimento decisamente azzeccato.

Quindi, a 14 anni Federico entra in quel di Casteldebole, facendosi tutta la trafila delle giovanili sino al 2018, quando va tra i professionisti in Serie C, a far gavetta con le maglie di Sudtirol e Gubbio. Poi il rientro a casa nel 2020, anno in cui Sinisa lo lancia direttamente in A: sfortunatamente però, la partita è la debacle interna (sempre) con la Roma, in cui i palloni raccolti dalla rete sono ben cinque solo nel primo tempo.

Dalla stagione successiva, un nuovo mini pellegrinaggio, che lo porta prima a Frosinone e poi a Reggio Calabria, prima del definitivo ritorno in rossoblù.  

Dalla Roma alla Roma

Nel 2024, quasi come fosse la chiusura ideale di un cerchio, Thiago Motta lo ha rilanciato tra i titolari proprio in occasione della sfida coi giallorossi, conclusasi in modo molto diverso rispetto a quattro anni fa. Con un Federico sugli scudi, che poi sarebbe brillato qualche giorno dopo ipnotizzando il Toro dagli undici metri.

E ora, conoscendo il tecnico e la sua attitudine a non considerare intoccabili, e a permettere a chiunque di lottare per meritarsi il posto, il futuro del portiere sembra davvero tutto da scrivere.

“Appena l’arbitro ha fischiato e Lautaro ha preso la rincorsa, ho pensato di pararlo. Sono senza parole, sono contentissimo, da bolognese quello che sta succedendo è stupendo e ancor più bello. Sono orgoglioso di noi, di un gruppo in cui tutti, quando abbiamo l’occasione, diamo un contributo. Ho deciso di rimanere come secondo in estate, ma vivendo ogni settimana come se dovessi giocare. Voglio continuare così. E ora testa all’Atalanta”.

(Fonte: Il Resto del Carlino – Marcello Giordano)

 

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