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Malaguti, 80 anni su due ruote

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Una storia di grande passione durata più di 80 anni rende la Malaguti una delle case motociclistiche più longeve di sempre del nostro paese; nata nel cuore della Motor Valley come piccola officina di riparazioni per biciclette si è imposta come uno dei marchi a due ruote di riferimento in Italia.

Dalle bici ai motori

All’alba dei suoi giorni infatti la Malaguti non è un’azienda motociclistica. Il fondatore Antonino Malaguti è un ciclista professionista bolognese, che dopo aver abbandonato la carriera agonistica a causa di un incidente si specializza nella produzione di telai per biciclette, avviando nella sua città natale l’omonima impresa nel 1930; all’epoca aveva solo ventidue anni. In poco tempo, la ditta allora conosciuta come F.lli Malaguti di Antonino Malaguti e Guido Grazia si guadagna una buona nomea, anche se limitata al capoluogo emiliano; la svolta arriva nel secondo dopoguerra. Dopo essere sopravvissuta ai bombardamenti, la Malaguti riprende la produzione; la grande richiesta del pubblico per mezzi di locomozione convince Antonino a produrre nel 1949 il primo motociclo della sua storia: si tratta di un bicimotore di chiara ispirazione ciclistica, dotato di motore Mosquito. La trasformazione definitiva in casa motociclistica avviene nel 1957 con la produzione di un nuovo ciclomotore, l’Express: viene rivisitato il telaio del modello precedente, a cui vengono aggiunte sospensioni anteriori e posteriori, freni a tamburo, capiente serbatoio e motore a due tempi da 49 cm³ dell’azienda tedesca Espress Werke, da cui prende il nome.

Il successo e la crisi

Il modello Malaguti 50 sportivo
Il modello Malaguti 50 sportivo (source: malaguti.bike)

Mentre nella prima fase di vita della Malaguti venivano realizzati solo modelli economici, negli anni successivi la produzione aumenta costantemente, e cominciano a essere prodotti anche ciclomotori sportivi. Negli anni Sessanta viene stretto un accordo di fornitura con la Motori Franco Morini: viene così lanciata la gamma di ciclomotori sportivi Malaguti 50; il primo modello è il 50 Gransport, che riscuote un discreto successo anche in Francia, sotto la denominazione di 50 Olympique. Viene poi lanciato anche il 50 Roncobilaccio, uno dei primi modelli di ciclomotori da fuoristrada italiani. Negli anni Settanta viene prodotto anche il Fifty, che si impone come uno degli esemplari di maggior successo nella categoria dei “tuboni”, ossia ciclomotori dal telaio tubolare monotrave.

Il Fifty, tubone della Malaguti
Il Fifty, “tubone” della Malaguti (source: malaguti.bike)

In seguito, la produzione si concentra in gran parte nel settore degli scooter: il modello di punta, nonché quello di maggior successo, è il Phantom, prodotto tra il 1994 e il 2007; per la fornitura dei propulsori vengono stretti accordi con varie case motoristiche, tra cui Piaggio, Yamaha e Minarelli. Nasce inoltre uno stretto rapporto di collaborazione con il team Ducati Corse, tant’è che nei primi anni Duemila vengono prodotti diversi modelli replica ispirati alle livree della casa di Borgo Panigale.

La Malaguti non naviga però in buone acque: dopo non aver trovato un partner che ne potesse supportare la crescita in campo internazionale, i nipoti del fondatore dichiarano la chiusura degli stabilimenti nel 2011; l’anno successivo cessa definitivamente l’attività.

L’avventura nel Motomondiale

Tra il 2003 e il 2006 la casa bolognese è scesa in pista nella classe 125 del Motomondiale con il nome di Malaguti Reparto Corse; la moto schierata viene denominata Malaguti 125. Negli anni viene guidata, tra gli altri, da Tomoyoshi Koyama e Gabor Talmacsi, piloti piuttosto vittoriosi nella categoria; tuttavia, i risultati della Malaguti non sono indimenticabili: in tutte e quattro le stagioni la casa bolognese non si schioda dall’ultimo posto nella classifica costruttori. 

Koyama in sella alla Malaguti 125
Koyama in sella alla Malaguti 125 (source: motogp.com)

La Malaguti oggi

Dopo aver chiuso l’attività, la Malaguti continua per qualche anno a fornire assistenza ai suoi clienti, rifiutando di cedere i diritti sul marchio; la situazione cambia quando nel 2018 si inserisce il gruppo austriaco KSR, che ottiene la licenza e effettua un’operazione di rebadging del marchio bolognese. Nel 2019 vengono lanciati sul mercato i primi modelli della gestione austriaca, motorizzati Piaggio: Madison, Monte Pro, RST, XSM e Dune.

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