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F1 | La nuova Racing Bulls non è più uno junior team

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visacashapprb.com


Durante la scorsa settimana la fu Scuderia AlphaTauri (ed ex Scuderia Toro Rosso, già Minardi Team) ha presentato la sua nuova identità. Il nuovo nome sponsorizzato è Visa Cash App RB F1 Team, dove quel RB sta per Racing Bulls, che è la nuova ragione sociale dell’azienda con sede a Faenza. Noi la chiameremo così, per semplicità e per mantenere i titoli degli articoli ad una lunghezza contenuta. La scuderia austriaco-romagnola, oltre al cambio di denominazione, è coinvolta da qualche tempo in modifiche che stanno stravolgendo la struttura per come l’abbiamo conosciuta sin dai tempi della Minardi. Questi cambiamenti avranno due obiettivi: i risultati e la sostenibilità economica del progetto.

Come sta cambiando la Racing Bulls?

Con l’addio di Franz Tost a Faenza, il suo suolo è stato diviso in due: da una parte il CEO Peter Bayer, più coinvolto nelle scelte gestionali, di sponsorship e aziendali propriamente dette, dall’altra Laurent Mekies, di ritorno in Romagna dopo le parentesi in FIA e in Ferrari, come nuovo Team Principal. A lui saranno in capo le attività più legate all’attività sportiva, senza quindi doversi occupare di aree esterne alla produzione e alla pista.

A questi arrivi ne stanno seguendo altri, di rottura rispetto al passato. Mekies sta infatti portando in azienda persone esperte, con una lunga esperienza in Formula 1, come Marco Matassa, anch’egli in uscita da Ferrari e di ritorno in via Boaria n. 229, Alan Permane, che prenderà il ruolo di Racing Director, ricoperto in precedenza in Alpine, con effetto immediato. A loro si aggiungono Guillaume Catellani, ex McLaren, Red Bull e Lotus, che sarà vice direttore tecnico al fianco di Jody Eggington e soprattutto Tim Goss, già direttore tecnico della McLaren e più recentemente all’interno della FIA con la stessa mansione e con quella di direttore delle monoposto. Per Goss è previsto un periodo di gardening che si esaurirà ad ottobre, quando entrerà ufficialmente a far parte della Racing Bulls, lavorando probabilmente sul progetto 2026 a partire dall’inizio dell’anno prossimo, in conformità con quanto previsto dal regolamento.

È difficile ricordare precedenti approdi di figure di così primo piano e lunga esperienza a Faenza, con Minardi prima e Toro Rosso e AlphaTauri poi che hanno spesso puntato su personalità non di primissimo piano, virando spesso su tecnici emergenti o alle prime esperienze in ruoli chiave.

Addio alla politica dei giovani piloti

Anche per quanto riguarda i piloti, non si tenderà più a privilegiare i talenti emergenti, come confermato nei giorni scorsi dallo stesso Bayer. Red Bull GmbH stessa (l’azienda di bevande, non la scuderia), azionista del team, ha chiesto un immediato incremento della competitività della Racing Bulls. Per farlo, anche a causa di un vivaio Red Bull non più florido come un tempo, si è deciso di puntare ancora su Yuki Tsunoda e Daniel Ricciardo. Il motivo sta, oltre che nell’esperienza di guida, anche nella qualità delle indicazioni fornite dai piloti agli ingegneri, che possono lavorare su feedback maggiormente precisi. Secondo Tost infatti, un pilota ha bisogno di tre anni in F1 per essere pronto a questo campionato. Non è un periodo che in Racing Bulls possono aspettare.

Più parti condivise con Red Bull Racing

Un altro punto di novità sarà la condivisione della galleria del vento con Red Bull Racing, anche se questo non può per regolamento garantire un trasferimento di informazioni, ma soprattutto l’acquisto di tutte le parti permesse da regolamento dal costruttore campione del mondo, cosa non fatta in passato. Racing Bulls avrà quindi in comune con la Red Bull, oltre al motore, anche il cambio e tutto il retrotreno, così come fa Haas con la Ferrari e Aston Martin con Mercedes.

Stop ai finanziamenti da Red Bull

Red Bull GmbH ha chiesto anche che il team sia autonomo finanziariamente, cosa che non si verificava in passato. In quest’ottica sono da leggere gli accordi con Visa e Cash App, ai quali Racing Bulls ha di fatto ceduto il nome stesso della squadra. Ad esempio, AlphaTauri era sì un nome brandizzato, ma facente parte di un’azienda dello stesso gruppo rappresentando, di fatto, una voce di spesa. La nuova struttura, dalla quale si aspetta un miglioramento dei risultati in campionato, potrà consentire un aumento degli incassi da parte degli sponsor. Solo così Racing Bulls potrà essere totalmente indipendente.

Dove potrà arrivare Racing Bulls?

Con questi cambiamenti, è auspicabile un balzo in avanti nella classifica costruttori da parte di Racing Bulls. Questa nuova filosofia sta preoccupando notevolmente tutti gli avversari, salvo Red Bull Racing, che temono che la scuderia di Faenza possa contare su un clone della vettura in dote a Max Verstappen e Sergio Perez. Dalla Romagna e da Milton Keynes naturalmente sono arrivate già molte smentite e siamo certi che non sarà così. La F1 però è soprattutto politica e, soprattutto a motori spenti, non si può far altro che respingere i presunti progressi dei competitor con le parole. In attesa che parli la pista, unico giudice inappellabile.

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