Basket
Virtus Femminile – Nessuno vuole essere Robin. Un paio di considerazioni post Schio
Le Vu nere non riescono a replicare la bella prestazione di un paio di mesi fa al Palaromare e capitolano contro il Famila Wuber Schio davanti a una Segafredo Arena più popolata del solito, ma lontana dall’essere piena. Il big match si preannuncia divertente, esaltante, ma la Segafredo, probabilmente intimorita dai favori del giocare in casa e sentendo il peso del risultato precedente, si inceppa cedendo definitivamente nel quarto quarto.
Virtus-Schio, non una semplice partita
L’ingrediente segreto della Virtus nella partita d’andata era stata proprio la spregiudicatezza che aveva messo in campo a partire dal primo minuto: aggredire la sfida, non lasciarsi sopraffare dalle emozioni, dal vantaggio avversario, dalla profondità di Schio. La Segafredo aveva avuto una bella faccia tosta, in particolare la coppia Zandalasini-Pasa, che ha fatto faville permettendo alle ospiti di vincere la partita d’andata.
Alla Segafredo Arena, invece, a parte il duo bianconero, in casa Virtus il contorno è stato meno convincente rispetto al match al Palaromare. Andrè, Dojkic e Cox perse per strada, Rupert praticamente dimenticata in panchina dopo un ottimo avvio, Peters solida ma non dominante come al solito, autrice comunque di 11 sui 13 punti messi a referto dalla panchina.
Insomma, non restano che Zanda e Pasa a tirare la carretta: la playmaker virtussina si accende nella seconda metà di partita mettendo a referto una decina di punti pesantissimi, ma la vera differenza la fa l’atletismo della classe ’00, semplicemente incontenibile per le retrovie scledensi. Poi c’è la Zanda, che con Schio aveva già fatto meraviglie nella partita d’andata: la numero 24 ha dimostrato di sentire questa sfida in maniera particolare, di non aver voglia di uscire sconfitta tra i fischi del pubblico Orange: la capitana ci riprova, stavolta mettendo a referto 18 punti conditi da 6 rimbalzi e 4 assists, ma la prestazione della ’96 resta un caso isolato (o quasi) nell’opaca serata virtussina.
Non che questa Virtus non abbia fatto vedere di voler vincere questa partita: va ricordato che la differenza sul tabellone, con ancora 10’ da giocare, era solo di una lunghezza. Quella che è mancata è la fisicità a rimbalzo, la voglia di lottare, l’aggressività che ha messo in campo, per esempio, Jasmine Keys di fronte al duo di pari livello dal punto di vista muscolare Andrè-Cox.
Ovviamente vanno fatte delle precisazioni: se una giocatrice come Giorgia Sottana decide che quella è la sua serata vincere diventa difficilissimo, e soprattutto non ci si può permettere di segnare 6 punti nel quarto quarto, come non ci si può concedere di essere dominati a rimbalzo e in difesa. Così come non si può lasciar giocare un’atleta come Parks, una dal sangue freddo come Verona, una fuoriclasse come Guirantes. Insomma, per vincere contro Schio bisogna giocare al meglio delle proprie possibilità, e così non è stato.
Parlando di classifica: secondo posto a rischio
I 10 punti di scarto che hanno chiuso l’incontro alla Segafredo Arena ribaltano la differenza canestri in favore di Schio, che era caduto al Palaromare di tre lunghezze. Guardando alla classifica regolare, la situazione è 30 punti in casa Virtus, 28 per le scledensi, che dovranno tuttavia recuperare due gare (19 giocate dalle bianconere, 17 dalle Orange): in questa maniera, se Schio non dovesse fallire l’appuntamento da recuperare (contro la Oxygen Roma questa domenica, tenendo conto che le venete hanno già osservato il turno di riposo), andrebbe in vantaggio sulla Virtus, conquistandosi il secondo posto.
Gettando uno sguardo al calendario, la Segafredo si dovrà preparare a un vero tour de force, dove dopo la partita di martedì contro Roma se la vedrà nell’ordine con Venezia (in trasferta), Sassari (contro il quale perse all’andata), Sesto San Giovanni (in trasferta. Sesto ha recentemente battuto Schio nel campionato regolare) e infine Campobasso.
Un bel finale di campionato, dove il rischio di perdere qualche punto per strada è dietro l’angolo. Anche la Reyer non potrà permettersi cali d’intensità (specie contro Sesto, Virtus, Campobasso e Ragusa), ma le lagunari hanno un tesoretto accumulato nel corso di questa stagione, dove l’unica sconfitta è arrivata in trasferta contro Schio. Se Venezia dovesse essere abile nel mantenere la propria prima piazza (e dopo quasi una stagione passata al vertice si tratterebbe di un ribaltone clamoroso) e se Schio dovesse difendere fino alla fine il vantaggio creato questo lunedì, la Virtus chiuderebbe terza.
Cosa vorrebbe dire? Che un’eventuale semifinale playoff, che bisogna in ogni caso guadagnarsi da un lato e dall’altro, sarebbe proprio Reyer-Segafredo, un vero e proprio terno al lotto, dove allo stato attuale delle cose la Virtus partirebbe inevitabilmente sfavorita, o perlomeno priva del fattore “bella” in casa in un’eventuale gara 3.
Adesso Roma, un banco di prova interessante
Ma si tratta solo di considerazioni del post gara, dato che la stagione è ancora lunga. Adesso la testa delle virtussine deve essere solo rivolta alla sfida di martedì contro l’Oxygen Roma Basket, squadra neopromossa ma dalle grandi qualità, riuscita a collezionare fino a questo momento 6 vittorie, piazzata al nono posto (a sole due lunghezze dalla zona playoffs). Allenata da un bravo allenatore come Di Meglio e dotata di giocatrici di qualità come Romeo e Dongue, Roma sta disputando un’ottima stagione, dove ha collezionato qualche scalpo importante come quello di Sesto San Giovanni, mettendo sempre in campo energia e intensità contro big e non.
Una prova da non sottovalutare, quindi, quella contro le capitoline, che avranno voglia di provare ad assaltare l’ultima piazza a disposizione per i playoffs. Dal canto suo, la Virtus dovrà cercare in questa partita le certezze che l’uscita contro Schio ha parzialmente minato: una vittoria, alla quale far seguire un turno di riposo per ricaricare le batterie, sarebbe la maniera migliore per presentarsi al big match contro Venezia.
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