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Radiabo – Dalla Primavera alla Prima Squadra, Tommaso Corazza si racconta: dai primi anni ai sogni per il futuro

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Nazionali Giovanili - Corazza, Ebone e Amey tra i convocati


 

Questa sera a House of Cinni, il programma sul Settore Giovanile e Femminile in onda su www.radiabo.it, microfoni aperti per Tommaso Corazza, riserva rossoblù al suo primo anno nei professionisti, dopo aver fatto la sua lunga trafila nel settore giovanile rossoblù, a partire dagli Under 15 in su.

Tommy si racconta a tutto tondo, accennando al rapporto col padre Daniele, che è stato fino alla scorsa stagione il Responsabile del settore giovanile del Bologna: e ironia della sorte ha voluto che Daniele abbia lasciato Casteldebole (destinazione il Sassuolo) quando il figlio è arrivato in prima squadra, quasi  un passaggio di testimone generazionale.

Nelle parole di Tommy traspare l’emozione e forse un pizzico di sentita responsabilità per il passaggio dalla Primavera alla Prima Squadra della sua città. Il giovane giocatore ha parlato anche dei rapporti che lo legano  a Mister Motta  e soprattutto ha raccontato il grande spirito di gruppo che si avverte nei rossoblù, quel clima di entusiasmo e di supporto reciproco, anche con i giocatori più grandi.

In questa intervista si va percependo tutta l’emozione di un ragazzo che abita accanto allo stadio e che ha vissuto questo periodo, fin da quando era bambino, come tifoso e che ora ha l’opportunità di poter contribuire al successo della squadra.

Unico piccolo rammarico, il rigore in Coppa Italia, salvato da Ravaglia. L’intervista è stata condotta da Sebastiano Moretto, uno dei responsabili della Comunicazione del Settore Giovanile e Femminile.

 

Intanto come va Tommy?

Tutto bene, abbiamo finito questa settimana di lavoro, in pochi perché abbiamo la fortuna di avere tanti in nazionale, quindi abbiamo finito con la rosa ridotta.”

Mi ha fatto molto ridere (Sebastiano Moretto l’intervistatore) una foto che ha pubblicato ieri Lollo De Silvestri sul suo profilo Instagram dove c’erano tutti i ragazzi che hanno vinto la partitella e almeno tre o quattro persone dello staff.

Ieri ci siamo divertiti e quelli dello staff e i fisioterapisti hanno fatto parte della nostra partitella, è stato molto divertente.”

Ha giocato anche il mister?

“Purtroppo non ha giocato.”

Direi che ha già dato in carriera, ha vinto anche qualcosina…

A proposito di mister, mi piace molto che tu sia il Tommy per eccellenza. Motta fa grande uso dei nomi, anche in conferenza stampa parla di Fabbian, come Gio, di Karlsson, come di Jesper eccetera eccetera. È una cosa che noti o avete notato nel gruppo? Fa piacere?

“Ovviamente fa piacere, ti dà anche la sensazione di conoscerti bene.”

Ti piace fare il giocatore e perché?

“Sicuramente mi piace, altrimenti non avrei iniziato a fare questo sport, inoltre mi piace giocare a calcio, andare in campo tutti i giorni, allenarmi, lo spogliatoio, le persone che ci circondano: è una serie di cose che ti fanno apprezzare tanto questo mondo.

Anche perché in questo mondo ci sei da 15 anni, hai iniziato nel 2009.

Sì, più o meno, nella scuola calcio poi ho fatto tutta la trafila fino ad arrivare alla prima sfida. È il sogno di ogni ragazzo.

Lollo dice che gli abbracci dopo un gol sono la miglior cosa: condividi questo spirito? Anche sui social si vede tanto che la panchina esulta, però ci sono abbracci diversi rispetto a quelli degli anni scorsi…

Devo dire che una grande forza di quest’anno è proprio il gruppo. Anche chi trova meno spazio e magari potrebbe essere arrabbiato, perché non è in gara, quando c’è un gol si scatena con gli altri. Questo secondo me è sintomo che siamo veramente un gruppo vero, unito e ora penso si possa vedere anche in campo.”

Una domanda forse complicata, pensi che l’abbraccio dopo il gol di Fabbian, contro l’Empoli, sia stato il più bello finora?

Sicuramente tra i più belli, alla pari metto anche il gol di Dan Ndoye a San Siro. Ci sono stati momenti e abbracci veramente molto belli.

Quindi consideri tra i più belli tutti quelli all’ultimo minuto?

Diciamo di sì”.

Contro l’Empoli sei tornato a giocare cinque mesi dopo l’ultima presenza col Frosinone a ottobre, te lo aspettavi?

“L’ultima presenza l’avevo fatta in Coppa con l’Inter, quindi era da un po’ di tempo che nongiocavo. In settimana avevo avuto sensazioni positive quindi non posso dire che me lo aspettassi, però…

Diciamo che “te la sentivi”?

Possiamo dire così: è stato molto importante tornare in campo dopo un po’ di tempo che avevo trovato meno spazio”.

Per un giocatore, soprattutto giovane come te, com’è tornare in campo dopo un periodo di non gioco?

Sicuramente non è semplice, però deriva tutto dall’impegno in settimana, quindi lavorando sempre bene, la difficoltà diminuisce e credo che sia stato così nel mio caso”.

Parlando delle formazioni, quando un tifoso le legge online, più di una volta si stupisce. Motta vi informa in anticipo o anche a voi lascia la sorpresa?

Dipende: ci sono state volte in cui sapevamo già chi andava in campo il giorno dopo o il giorno stesso, altre volte il mister ha stupito anche noi, ma è uno stupore positivo. Il mister ha dato la possibilità a tutti di dimostrare il proprio valore”.

È una cosa molto bella. C’era la curiosità di sapere se anche voi foste al corrente o se il mister vi tenesse sulle spine fino all’ultimo in caso di ballottaggio.

Anche qui dipende dalla partita, ci sono volte in cui sappiamo e volte in cui non lo sappiamo, quindi sì, ogni tanto ci tiene sulle spine”.

Per te ho pensato al gioco delle prime volte e delle prime sensazioni: volevo farti rivivere le vecchie sensazioni parlando delle giovanili. Quando hai capito che saresti diventato un giocatore di serie A? L’hai capito man mano durante il tuo percorso o solo questa estate?

Al momento in realtà sono ancora nella rosa della serie A, ma non mi sento un giocatore di serie A. Ho ancora un percorso lungo davanti a me per diventare un giocatore affermato in serie A. Ho cominciato ad avere qualche idea in più dopo le prime convocazioni di quest’anno. Ho avuto anche la fortuna di giocare da titolare la prima partita dell'anno e anche le prime due giornate di serie A, entrando in campo.

Te lo chiedevo proprio perché magari, allenandoti con i tuoi compagni in Primavera e poi con i ragazzi della serie A, potevi avere sensazioni diverse. Sei un panchinaro, ma sicuramente il tuo pensiero è cambiato: pensi di poter di poter riuscire a stare in serie A o il livello è ancora troppo alto e la tua formazione deve continuare?

Sicuramente ho ancora bisogno di lavorare tanto per cercare di rimanere il più possibile in serie A, ho comunque acquisito delle garanzie in questo periodo e spero nei prossimi anni di trovare più spazio in serie A.

Dove ti senti più cresciuto?

Dal punto di vista mentale assolutamente. La costanza negli allenamenti e la costanza nel lavoro è una cosa che mi è stata trasmessa sia dallo staff che dai compagni. Un’altra cosa molto bella è che mi è piaciuto il rapporto con persone che non sono della mia età, come per esempio quello che ho con Lollo De Silvestri e anche con i giocatori più esperti. Questo mi ha fatto crescere molto.”

Ora possiamo iniziare il gioco: prima volta allo stadio?

Non ti so rispondere: ero piccolo, sicuramente avevo tre o quattro anni.”

Prima volta in cui hai dei ricordi?

“Forse un Bologna-Chievo, avevo 6 o 7 anni, ma non ricordo di preciso.

Prima volta a Casteldebole e se hai dei ricordi, ma non da giocatore.

Anche questa è veramente difficile.

Capisco siano domande che ti mettono davvero in difficoltà, tu sei cresciuto con la maglietta del Bologna?

 “La prima volta a Casteldebole davvero presto, penso sempre 6 o 7 anni.”

Prima volta a Casteldebole da giocatore del Bologna?

Ho fatto la prima stagione a 4/5 anni e abbiamo giocato qualche partita a Casteldebole, ma non ci allenavamo lì.”

Il tuo primo idolo rossoblù?

Massimo Marazzina: era l’attaccante del Bologna.

Come mai?

Mi piaceva molto come giocatore: in quel momento mi sono appassionato, perché era secondo me il giocatore più importante.”

Ti faccio fare un salto temporale notevole: primo ritiro con la prima squadra?

È stato quest’anno all’inizio di questa stagione.”

So che stavi per partire per le vacanze, come è stato?

Avevo prenotato già le vacanze estive, ma poi sono stato chiamato e mi hanno detto che dovevo

andare in ritiro con la prima squadra: è stato piacevole rinunciare alle vacanze“.

Primo gol al Dall’Ara?

L’11 agosto 2023, primo e unico, ma speriamo che sia così solo per il momento, di certo non

l’ultimo“.

Cosa hai pensato quando hai visto il pallone che ti arrivava sul destro?

Ho pensato solo a tirare in porta e ad andare poi sotto la curva: è stato il mio unico pensiero”.

Immagino che ti siano arrivati molti messaggi dopo il gol, ma qual è il primo a cui hai risposto?

“Ho chiamato mia mamma e mia sorella che purtroppo non erano allo stadio: sono state le prime persone che ho sentito.”

Ovviamente c’era papà Daniele?

Si mio papà c’era”.

Prima volta con l’Italia under 20?

Poco tempo fa: ho fatto la mia prima convocazione poi c’è stato l’esordio contro la Repubblica Ceca.

Prima volta in serie A? Hai giocato col Cesena, ma dopo hai affrontato squadre importanti.

La prima volta in serie A è stato Bologna – Milan e la settimana dopo c’è stato il gol col Cesena.”

Com’è abitare vicino allo stadio e giocare allo stadio? Lo vedi come il campetto sotto casa?

Ti dà emozioni incredibili, ma sicuramente è difficile vederlo come il campetto sotto casa. Da piccolo partivi dai campetti sotto casa e sognavi di arrivare proprio lì. Ho avuto e ho la fortuna di poterci giocare”.

Magari idealmente lo vedi come “il campetto sotto casa”

Diciamo che non l’ho mai visto così.

Mi fido, io non ho mai giocato in serie A.

Comunque abitare vicino allo stadio è molto comodo anche perché spesso dopo la partita torno a casa a piedi: è come se tornassi da semplice tifoso, come ho fatto per tanti anni.”

Cos’è successo nella tua testa durante il primo rigore in Coppa Italia, te ne eri accorto?

Sì lo sapevo, ma il gioco è andato avanti di un minuto, quindi dentro di me speravo che nelle immagini non si vedesse il rigore. Ho comunque avuto subito la sensazione che lo fosse: fortunatamente il buon Ravaglia l’ha parato e quindi è andato tutto per il verso giusto.“

Per l’adrenalina immagino ci siano calciatori di serie A che non si rendono conto di aver causato un rigore, tu invece te ne sei accorto subito.

Ero consapevole già in quel momento, ma ho sperato che non lo vedessero. È stato tutto comunque molto veloce, ma me ne sono reso conto ugualmente.”

Posso chiederti cosa hai detto a Ravaglia dopo la partita?

L’ho ringraziato e l’ho abbracciato: quella parata ci ha permesso anche di vincere la partita.”

Non posso non chiederti del rapporto con tuo padre, quando era responsabile prima della scuola calcio e poi del settore giovanile.

Era un rapporto molto bello, non abbiamo mai avuto problemi e non mi è mai pesato. Quest’anno sono arrivato in prima squadra e lui non c’è più, quindi possiamo dire che mi hapassato il testimone. È sicuramente diverso non vederlo o farmi accompagnare più tutti i giorni da lui.

Anche perché adesso ti accompagna il buon Bagnolini?

.”

Come hai vissuto il suo addio questa estate?

Lo abbiamo vissuto in una maniera abbastanza tranquilla, ma ovviamente è dispiaciuto perché è stato lì veramente tanti anni.

Ha avuto anche il merito di formare quella che è forse una delle annate più forti degli ultimi anni, quella del 2004, che sta effettivamente facendo molto bene, facendo provando tante esperienze fuori dal Bologna come Raimondo, Stivanello, Motolese, Mazia. Ti senti con loro?

Mi sento molto spesso con loro e quando ho la possibilità cerco di guardare tutte le loro partite e di sentirli sia prima che dopo. Si è creato un bel gruppo di amici che spero resterà nel tempo.

Li rivedrai quest’estate e poi si vedrà quali strade prenderete. Per concludere, se ti dico Bologna in Champions League?

È una domanda difficile, al momento non posso dire nulla, però è comunque non proprio un obiettivo, ma direi più un sogno.

Silvestri nell’intervista a Lega Serie A ha promesso con Orsolini di sbocciare una bottiglia, tu hai già pensato a delle promesse o preferisci non farne?

Di promesse non ne ho fatte e non intendo farne adesso, potrò esprimermi solo dopo il raggiungimento dell’obiettivo.”

E non vale dire torno a casa a piedi!

Non vale, no.”

Ti sei diplomato la scorsa estate, stai continuando a studiare o adesso il tuo unico pensiero è il calcio?

Al momento mi sono preso un anno perché il percorso delle scuole superiori è stato difficile, ma ho intenzione di ricominciare a studiare il prossimo anno.

Marchetti ci ha detto che dal settore giovanile hanno saputo a metà settembre che saresti stato in prima squadra e sono rimasti sorpresi perché si aspettavano di vederti in Primavera. È proprio Motta che te l’ha riferito o non ti ha detto niente e hai continuato ad allenarti in prima squadra?

È stato proprio così, nessuno mi ha mai detto: sei un giocatore della prima squadra o sei un giocatore della Primavera. Il mister me l’ha dimostrato ogni giorno, contando su di me in ogni allenamento.”

Tommy, ti chiedo cosa farai in questi quattro giorni di pausa.

Andrò a Firenze due giorni e gli altri due rimarrò qua a Bologna. Magari andrò anche a farenqualche allenamento da solo, perché quattro giorni di pausa sono veramente tanti.”

Domani anche Zirkzee e Karlsson saranno a Casteldebole perché devono recuperare, ma per te è giusto un po’ di riposo Tommaso.

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