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Thiago Motta premiato a Castiglion Fiorentino: “Voglio godermi il momento”
“Il mio futuro? Stiamo vivendo un momento bellissimo, mi sento molto bene oggi, sono felice e orgoglioso di quello che stiamo facendo, non solo per i risultati, ma anche per il modo in cui li abbiamo raggiunti. Però non penso al futuro, voglio godermi anch’io il momento e mi resta poco tempo per pensare al futuro.” Ha parlato così, Thiago Motta, in occasione della consegna del premio Fair Play Menarini al Gran Galà dello Sport.
L’idea di calcio e il paragone con De Zerbi
Dopo quattro giorni di riposo concessi alla squadra, orfana dei 15 giocatori che hanno risposto alle chiamate delle proprie nazionali, il tecnico italo-brasiliano è pronto a riprendere da dove ha lasciato, con le sue chiare idee di calcio. “[..] io amo il gioco corto, ma devo essere bravo nel trasmettere la passione ai miei ragazzi. Però, devo alternare col gioco lungo, perché oggi è importante perché bisogna coprire tanto spazio. Ma sono contento che trasmettano tanta passione anche ai tifosi, per vivere assieme bei momenti come li stiamo vivendo in questo momento”.
Non è mancata la domanda, e conseguente apprezzamento, per il modo di giocare di Roberto De Zerbi, oggi allenatore del Brighton. “Penso che De Zerbi sia un grande allenatore in questo momento, in un campionato fantastico. Perché in Premier oggi vivono un momento straordinario paragonato a tutti gli altri campionati. Non so cosa ci sia di diverso nel mio calcio rispetto al suo. Cerco di fare le cose che sento di avere dentro. Una di queste cose è il gioco corto, con cui sono cresciuto ed ho imparato fin da quando ero bambino in Brasile. […] Ho avuto poi la possibilità di avere alcuni allenatori bravi, come Ancelotti che so essere stato premiato qua in passato. È un grande onore, ho avuto il privilegio di imparare da lui e oggi faccio solo quello che sento di conoscere senza forzare nulla. I giocatori credono in te solo se fai quello in cui credi.”
La voglia di allenare
Dopo il ritiro, a 35 anni, Thiago non ha voluto abbandonare il campo, decidendo così di intraprendere una nuova carriera sempre a contatto con il manto erboso, a dirigere la propria squadra. “Da quando ho iniziato questo lavoro, ho avuto la grande fortuna di cominciare subito appena smesso di giocare. Avevo grande voglia di farlo dai 32/33 anni e ho smesso a 35, il giorno dopo stavo già allenando e già lì ho visto che era la mia passione. Non che giocare non lo sia stata e penso di potermi dire completo da calciatore. Ma da allenatore cambia la responsabilità, devi mettere assieme tanti ragazzi magari che la pensano giustamente in maniera diversa, ma è un gioco collettivo e dobbiamo giocare tutti assieme. Fino ad oggi l’ho sempre pensata così e mi sento molto bene.”
Fonte: Il Resto del Carlino – Sportitalia.com, Stefano Francesco Utzeri
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