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Bologna FC

Stadio – Sliding doors

Il Bologna non è più terra di conquista, non più “provincia” ma capitale.

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Bologna Fc 1909 sognando lo scudetto
Squadra rossoblù - Crediti Bologna Fc 1909

Questa stagione, che rimarrà impressa per sempre nelle nostre memorie, racconta (e speriamo racconterà per sempre) di un cambiamento epocale del mondo Bologna e della sua percezione da parte dell’intero universo calcistico: da “provincia” a “capitale” (o perlomeno capoluogo), per i valori espressi in campo e fuori e per come ogni componente della Società rossoblù lo ha comunicato per lunghi mesi di questo campionato che sembra regalarci gioie smarrite e identità a noi sconosciute. Siamo il Bologna Fc 1909 e siamo quarti in serie A.

Di questo cambiamento, di queste “porte girevoli” per cui la squadra è passata, regalandoci una serie gioie epocali, il resto del mondo pedatorio ha iniziato a riconoscere la matrice e la bontà, fiondandosi (ma per adesso solo voci, nessuna concretezza) sui pezzi pregiati che di questo cambiamento sono gli artefici.

Detto che l’unico (per adesso e permetteteci la battuta) che non può muoversi e il Presidente Joey Saputo, moltissimi dei tesserati sono stati “oggetto” di attenzione: dal Capo Area Tecnica Giovanni Sartori, all’allenatore Thiago Motta, fino a molti dei giocatori ricercati dai Top Club Italiani ed Europei, da Joshua Zirkzee a Lewis Ferguson, fino ad arrivare all’intero pacchetto dei centrali (Riccardo Calafiori, Jhon Lucumi e Sam Beukema) su cui molti Top Club, italiani ed europei, hanno messo gli occhi, senza escludere Riccardo Orsolini, migliore marcatore italiano della serie A.

Parole d’ordine: fame e umiltà

E per evitare che le voci “ricorrenti” si posizionino anche nelle teste dei giocatori, creando pericolose derive di deconcentrazione e finendo col portare fuori dal focus che la Società ha ormai seriamente dettato a tutti i suoi uomini (Europa), è stato dato una specie di regolamento che è padre e figlio, allo stesso tempo, del cambiamento di questo “sliding doors” in atto dalle parti di Casteldebole, perchè la certificazione di essere una grande squadra e un grande Club passa non solo dai punti fatti sul campo, ma anche dalla gestione del lavoro quotidiano e della sua relativa comunicazione verso l’esterno, fatta da una grande dose di grande umiltà e da una fame perenne, perchè ancora non si è ancora vinto niente e prima di pensare ad un incerto futuro, è giusto concentrarsi su un presente importante che potrebbe esserlo ancora di più, fra qualche settimana.

Guai a chi molla

Per questo, a partire dalla partita odierna allo Stirpe, un occhio necessario, doveroso, determinato al presente e a quella classifica che, nel giro degli ultimi mesi, si è colorata in maniera clamorosa di una prospettiva che ha incendiato i cuori anche degli “occasionali”, trasformando ogni partita, che sia in casa o fuori, un inno al “tutto esaurito”, perchè quella comunicazione, quel messaggio dato verso l’esterno era coerente con le intenzioni dell’ambiente e lo sposava pienamente. Le intenzioni dell’ambiente, per essere chiari sono quelle di avere una squadra forte, come lo è stata in un lontano passato, tanto da tornare in Europa: questo “sliding doors” sembra (visti tutto quello che è successo negli ultimi 7/8 mesi, mercato invernale compreso) che non solo a Casteldebole abbiano fatto loro  queste indicazioni dell’ambiente, ma che vogliano andare in Europa, passando dalla porta principale, con questa squadra. E se possibile, ancora più forte.

(Fonte: C. Beneforti – Stadio)

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