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Il Personaggio della settimana – Andrea Dovizioso, istinto e ragione

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Forlivese di nascita, ma con radici siciliane da parte di suo padre Antonio, il pilota romagnolo è una delle presenze più importanti del circus del motomondiale. Campione del mondo nella 125 quando è arrivato nella classe regina ha dato prova del suo valore infiammando i cuori di tutti gli italiani soprattutto in sella alla rossa di Borgo Panigale

Forlivese mondiale

Romagnolo doc ha cominciato fin da piccolo a coltivare la sua passione per le due ruote. Grazie anche a sua padre che a sua volta era un motociclista amante del motocross. Nei campionati minori quando era ragazzino dimostrava già grandi abilità in sella alla moto e questo gli ha permesso di scalare le classifiche e le gerarchie arrivando a esordire nel motomondiale classe 125cc nel 2001 al Mugello. Nelle stagioni successive passò alla Honda e cominciò a ottenere i suoi primi podi. Nel 2004 arriverò anche la sua prima vittoria in Sudafrica nella gara inaugurale che sarà di buonissimo auspicio perché con cinque vittorie e altri sei podi si laurea campione del mondo della categoria. Rimane alla Honda ma cambia categoria l’anno successivo salendo in 250cc. Nella classe di mezzo continua a crescere e a dimostrare tutto il suo valore cogliendo i primi podi nella stagione di debutto che gli permetteranno di finire terzo in campionato e le prime vittorie da quella successiva, con la prima assoluta di categoria nel Gran Premio di Catalunya. Rimane fino al 2007 ottenendo due volte il titolo di Vicecampione del mondo, prima di esordire nel 2008 nella classe regina sulla Honda del Team JiR Scot. Ottiene buoni risultati fin dall’inizio con un podio alla penultima gara in Malesia. Questo gli fa fare il salto nel Team HRC Repsol al fianco di Dani Pedrosa. Al suo primo anno ottiene la prima vittoria in MotoGP nel Gran Premio di Gran Bretagna a Donington Park mentre era all’inseguimento di Valentino Rossi, poi scivolato. Con la casa giapponese quella rimarrà la sua unica vittoria quando nel 2012 decide di passare alla Yamaha nel Team Tech 3. Un rapporto arrivato ai minimi termini con la Honda dopo tantissimi anni di trionfi, poiché il Dovi nel 2011 ingaggiato Stoner si trovò a tutti gli effetti a fare il terzo pilota. Da Tokyo a Iwata ma solo per una stagione. Con la squadra di Poncharal riesce a salire più volte sul podio prima di sposare il progetto Ducati nel 2013 orfano di Valentino Rossi che rientrò alla Yamaha al posto di Ben Spies.

Motor Valley fusion

Si veste di rosso forse nel momento più difficile per la casa di Borgo Panigale. Infatti dopo i due anni deludenti con il Dottore l’ambiente si stava preparando a vivere una vera e propria rivoluzione e individuarono in Dovizioso l’uomo con il quale compiere la svolta decisiva. Nel suo primo anno non ottienne niente di meglio di un quarto posto in Francia. Ma si cominciarono a gettare le basi per un cambiamento storico. Nel 2014 arrivò l’ingegner Dall’Igna come direttore generale e da lì inizia la svolta. Quella stessa stagione e quella del 2015 furono di transizione e nonostante questo con il Dovi ottennero alcuni podi. Dal 2016 la storia cambia. Arriva la prima vittoria dal 2010 targata Stoner, con Andrea Iannone. Ma è solo il preludio di un amore vincente che scoppierà tra il pilota forlivese e la casa della Motor Valley. Infatti in Malesia anche Dovizioso centra la sua prima vittoria in rosso e da lì continuerà a crescere fino a competere per il mondiale con Marquez e la Honda. Nel triennio dal 2017 al 2019 ottiene per tre volte il titolo di Vicecampione del mondo dietro allo spagnolo arrivando a giocarsi il titolo fino a Valencia nel 2017 e cercando di contendere la corona fino alla fine anche nelle altre stagioni. Ormai la Ducati è una moto vincente ma non ancora all’altezza del titolo che sembra stregato. Nel 2020, ultimo anno della accoppiata tutta Motor Valley, qualcosa si rompe tra Dovi e i dirigenti della squadra, con la rossa che sembra avere altri piani per il futuro guardando ai giovani. Così Andrea lascia la Ducati per prendersi un anno lontano dalle corse e valutare possibili offerte per il suo futuro. Un amore che non ha superato la crisi del settimo anno che però è stato grande anche senza la ciliegina sulla torta. Perché tutti ci ricordiamo i sorpassi e controsorpassi a suon di incroci con Marc dove l’ha spuntata sempre l’italiano. Rimane comunque uno dei più vincenti piloti in rosso e l’affetto che si è guadagnato tra i ducatisti e i tifosi di tutto il mondo non glielo toglierà mai nessuno, perché ha riportato la rossa in alto facendola risorgere dalle ceneri, scrivendo così il suo nome nell’albo d’oro della casa di Borgo Panigale.

Tra cuore e mente

Quest’anno Dovi è tornato a tempo pieno in MotoGP nel Team WithU Yamaha, dopo aver svolto anche dei test con Aprilia e alcune gare con l’ex Team Yamaha Petronas nel 2021. Ma oltre la pista Andrea è un amante del fango. Rally e Motocross sono le sue più grandi passioni. Non rinuncia mai ad una sessione di allenamento con la sua moto da cross e in compagnia di buoni amici come Danilo Petrucci, ex compagno di squadra in Ducati. Ha svolto anche alcuni giri e prove sulle macchine da rally dando spazio alla sua passione per il fuoristrada. Lui che sul casco ha sempre portato un cavallo bianco e uno nero in segno di razionalità e istinto, quello che sa essere molto bene dentro e fuori dalla pista. Una persona molto tranquilla che raramente perde le staffe ma che al momento giusto in pista sa affondare il colpo come pochi. Sempre disponibile e gentile con tutti è uno dei profili più amati del paddock della MotoGP. Un grandissimo talento che ha saputo mettersi sempre a disposizione del suo Team per raggiungere grandi obiettivi.

Trailer di “Undaunted”, docufilm su Andrea Dovizioso (Copyright: Youtube – Andrea Dovizioso)

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