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Atletica leggera – Diamond League Londra: nei 200 vinti da Lyles, Hughes sfiora il record di Pietro Mennea
Ieri pomeriggio, allo Stadio Olimpico di Londra sono andati in scena i London Anniversary Games, decima ed ultima tappa della Diamond League 2023 prima della pausa che condurrà ai Mondiali in Ungheria. Meeting a dir poco spettacolare ha visto risultati estremamente interessanti, a dimostrazione di come l’atletica internazionale stia entrando sempre più in forma in quest’ultimo mese prima di Budapest; Zharnel Hughes, 28enne inglese, è uno degli esempi migliori a tal proposito. Il 13 luglio scorso ha infatti siglato un 9″83 sui 100 metri che gli vale il record inglese e la prima posizione nel ranking mondiale. Ma l’inglese, classe 1995, è anche un ottimo 200ista tanto che, ad inizio mese ai campionati inglesi, ha strappato sulla distanza un crono eccezionale di 19″77, purtroppo non omologabile per il troppo vento a favore
HUGHES VS MENNEA
La forma di Hughes è smagliante e alla partenza dei 200 di Londra gli occhi sono puntati anche su di lui (oltre che sul fenomenale americano Noah Lyles e il giovane Letsile Tebogo). Allo sparo, sospinto dal boato del suo pubblico, il britannico parte fortissimo chiudendo la curva davanti all’americano. Nella prima parte del rettilineo il britannico sembra reggere il rientro di Lyles, che però sugli ultimi metri scappa via inseguito a sua volta da Tebogo che sorpassa l’inglese a 30 metri dall’arrivo. Lyles, campione mondiale in carica, sigla il grandioso tempo di 19″47 mentre il giovane Tebogo gli arriva ad un passo, 19″50 per lui e nuovo record africano. Per Hughes l’attesa del risultato è inquieto, sa di essere vicino a quel 19″72 di Pietro Mennea che è ancora il primato europeo (dal 1979); il destino però rema contro al britannico, che blocca il crono con il comunque sensazionale tempo di 19″73, record inglese e secondo europeo di sempre. L’attacco al record d’Europa è rimandato, anche se a Budapest molto dipenderà dai 100 metri (dove il britannico può puntare all’oro) e da quante energie spenderà nei vari turni di qualificazione. Sicuramente Hughes arriverà nella capitale magiara come uno dei migliori velocisti della stagione.
BOL STREPITOSA
Se Hughes ha sfiorato il record continentale, la 400ista ad ostacoli olandese Femke Bol lo demolisce ampiamente in una gara esteticamente maestosa, dove giunge 15 metri davanti alle avversarie con il crono di 51″45. La condizione della Bol, che già nel corso della stagione ha fatto molto bene, è ottimale. A Budapest se la primatista mondiale e campionessa in carica, la statunitense Sydney McLaughlin, non correrà la distanza ad ostacoli, l’oro per l’olandese sarà una pura formalità; non le resterà quindi che puntare a scendere sotto il surreale muro dei 51 (abbattuto finora solo dall’americana) per tentare l’assalto al record mondiale.
BARSHIM ABDICA AD HARRISON
Una delle sorprese del meeting londinese è invece la sconfitta ad opera dell’americano Harrison del campione olimpico Mutaz Barshim. Il qatariota dimostra ancora una volta di non riuscire a saltare quanto realmente sarebbe in grado di fare. Se alla misura di 2,30 vola infatti più di una decina di centimetri sopra l’asticella, sulla misura di 2,37 è costretto ad abdicare al giovane americano dopo aver sbagliato anche i 2,35, chiudendo la gara con un modesto (per lui) 2,33.
TA LOU L’ESPERTA
L’espertissima ivoriana Marie Josée Ta Lou vince invece una gara di 100 metri piena di nomi illustri: dall’inglese Hasher-Smith alla giamaicana Jackson, fino alla statunitense Hobbs. La 34enne ivoriana, dopo una partenza discreta, mette sempre più frequenza iniziando a distaccare inesorabilmente metro dopo metro le avversarie (con la forte velocista di casa Hasher-Smith che la insegue) fino al traguardo, dove arriva con il bel tempo di 10″75, solo tre centesimi in più del suo primato personale. In quel di Budapest la Ta Lou potrà togliersi ancora una grande soddisfazione, dimostrando a 34 anni come l’età, se si è nella giusta condizione mentale, può contare relativamente poco.
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