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Atletica Leggera – Olimpiadi day4: Jacobs quinto posto d’orgoglio

Jacobs ha chiuso quinto nella finale dei 100 metri olimpici con un eccellente 9.85, dimostrando grande cuore e determinazione

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Marcel Jacobs
Marcel Jacobs (© foto grana/FIDAL)

Si dice che l’atletica sia la regina degli sport. Se quindi consideriamo che la finale dei 100 metri è la gara più seguita dell’atletica, potremmo dire che la sfida tra gli otto uomini più veloci del mondo sia probabilmente l’evento sportivo più intenso e importante tra tutti quelli olimpici. Anche stavolta, dopo tre anni, c’è un italiano: Marcell Jacobs.

Le semifinali: già bene Jacobs

Dopo delle batterie già estremamente avvincenti, dove tutti i principali protagonisti hanno solo parzialmente mostrato le loro carte, le semifinali sono già in grado di farci capire molto sulla forma e la fame agonistica dei protagonisti. Ecco quindi Seville, il giamaicano, che domina l’americano Lyles (oro ai mondiali dello scorso anno) e l’altro giamaicano Thompson, che impressiona per la sua solidità. Poi c’è il nostro Jacobs. Dopo una stagione dove già ha fatto bene, Marcell corre il suo migliore 100 dell’anno in 9,92, crono che gli consente il passaggio in finale.

La gara degli uomini più veloci del mondo

L’uomo più veloce del mondo. Ecco cosa ci si gioca in una finale olimpica. Dopo il regno di sua maestà Usain Bolt (oro dal 2008 al 2016) c’è stato il nostro Jacobs, con il suo clamoroso oro nello stadio vuoto di Tokyo, in piena pandemia di Covid-19.

Tre anni sono passati. Come tre sono gli sprinter di quella finale tornati tra i migliori otto anche in questa olimpiade. C’è Simbine, sudafricano, ottimo velocista mai sul podio a olimpiadi e mondiali. C’è Kerley, statunitense a volte spaccone ma molto veloce: argento a Tokyo e campione del mondo nel 2022. E c’è il nostro rappresentante, il bresciano Jacobs. Ma c’è soprattutto, Lyles, triplo oro ai mondiali di Budapest dello scorso anno (100,200 e 4×100) e oro sui 200 nel 2022 ai mondiali di Eugene.

Jacobs c’è: tutto cuore nella finale di Lyles

Marcell è in nona corsia. Al colpo di pistola è il primo a uscire dai blocchi. Gli altri sono tutti lì, con Thompson a guidare il gruppo dei bolidi. L’azzurro tiene e rimane nello stesso fazzoletto di pista degli altri. Nel frattempo Lyles, partito malissimo, recupera e piomba al traguardo assieme a Thompson, che si irrigidisce. Stesso tempo per i due, ma quattro millesimi di differenza consentono a Lyles di laurearsi nuovo campione olimpico. Gli Stati Uniti tornano a vincere la distanza regina dell’atletica dopo Atene 2004.

E Jacobs? L’azzurro non ha mai perso terreno. Dopo la straordinaria partenza si contrae in un intenso sforzo muscolare dove ogni parte del corpo è utilizzata per fare sì che si vada più forte possibile. Chiude con 9.85, solamente a sei centesimi dai primi due. È il miglior tempo del bresciano da quel magico 2021 ed è il miglior Jacobs di sempre. Perché se nel 2021 veniva da una stagione grandiosa, che ti permette di essere totalmente sicuro dei tuoi mezzi, allo Stade de France, stavolta, Marcell è sceso in pista con i demoni, le paure e le insicurezze che si porta pesantemente addosso dagli ultimi due anni. Mostri che il miglior velocista azzurro dai tempi di Mennea ha sconfitto con il cuore e l’orgoglio.

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