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Un circuito al mese- Bahrain International Circuit, lo sbarco in medio oriente

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Lo sbarco in Medio Oriente: il Bahrain International Circuit

Nel 2021, ben 4 delle 22 gare del campionato mondiale di Formula 1 si sono svolte in una regione geografica relativamente non molto estesa e che non può vantare una grande tradizione motoristica: il Medio Oriente. E non si è trattata di un’eccezione: gli appuntamenti sono confermati per il 2022, ed è assicurata la loro presenza anche per gli anni a venire, grazie a contratti di lunga durata già firmati. Questi Paesi intendono sfruttare il palcoscenico fornito dal Circus per farsi conoscere nel mondo, non avendo nessun problema a sborsare cifre esorbitanti per garantirsi un posto in calendario. Proprio nel 2021 si è assistito al debutto del Gran Premio del Qatar sul circuito di Losail, già sfruttato dal Motomondiale, e a quello dell’Arabia Saudita, sul tracciato cittadino di Jeddah. Da qualche anno l’evento che chiude la stagione è il Gran Premio di Abu Dhabi, che ha fatto il suo esordio nel 2009. Per risalire al primo approccio della Formula 1 con un paese arabo bisogna tornare indietro al 2004. Infatti, il 4 aprile di quell’anno si è disputato il primo Gran Premio del Bahrain.

L’ AlphaTauri AT02 dell’esordiente Yuki Tsunoda, nono a Sahkir nel 2021 (Red Bull Content Pool – Copyright to the owners)

Una cattedrale nel deserto

A ospitare la prima corsa mediorientale della storia della Formula 1 fu il Bahrain International Circuit, situato in località Sakhir, più o meno al centro dell’isola. I lavori per la costruzione dell’autodromo presero il via nel 2002 e terminarono due settimane prima della data prevista per il Gran Premio, giusto in tempo per consentirne lo svolgimento. Alcune strutture furono ultimate successivamente. Il compito di ideare dal nulla il circuito, che a differenza di quelli storici sui quali la Formula 1 era abituata a correre, non si basava su nessuna strada o struttura preesistente, fu affidato all’ingegnere ed ex-pilota tedesco Hermann Tilke, già autore di un simile progetto per la pista di Sepang in Malesia. Da allora Tilke ha messo la sua firma su diversi altri tracciati, attirando su di sé anche diverse critiche perché le sue creazioni, pur rispettando tutti i moderni standard di sicurezza, vengono ritenute poco inclini alla spettacolarità. Un altro elemento di novità era costituito dall’ambientazione nella quale il circuito era collocato, ovvero nel bel mezzo di una zona desertica. Non si trattava solamente di un effetto scenografico: ciò implicava che al primo soffio di vento la pista potesse venire ricoperta da sabbia, con ovvie conseguenze sull’aderenza delle auto. Si ovviò al problema cospargendo le dune che circondano la pista con uno spray adesivo.

Pit Stop in casa AlphaTauri al Gran Premio del Bahrain 2021 (Red Bull Content Pool – Copyright to the owners)

Pista e layout

Il circuito dispone di diverse configurazioni. Quella normalmente usata per la Formula 1 misura 5,412 km, conta 15 curve e viene percorsa in senso orario. In fondo al lungo rettilineo di partenza si incontra una stretta curva verso destra, primo punto interessante per i sorpassi. Subito dopo si percorrono in pieno due pieghe, che immettono su un allungo verso curva 4, anche questa a destra e teatro di numerose battaglie. Dopo un veloce tratto a S si arriva alla staccata di curva 8, si prosegue brevemente in linea retta per poi piegare a sinistra per la curva 9, al termine della quale si deve frenare e scalare a volante ruotato per affrontare la 10. Dopo circa 500 metri, si entra in un complesso di curve di media velocità che precedono un lungo rettilineo. Le curve successive, 14 e 15, servono a rilanciarsi verso il traguardo. Sono possibili altri 3 layout più brevi, di cui uno ovale, che comprendono solo alcune parti del circuito, ed è presente una striscia di asfalto per i dragster.

 

Una vecchia conoscenza della Motor Valley: Sebastien Buemi impegnato con la Toyota a Sahkir nella gara WEC del 2015 (Red Bull Content Pool – Copyright to the owners)

La Formula 1 in Bahrain

Torniamo a quel 4 aprile del 2004. Il primo a salire sul gradino più alto del podio e a brindare con acqua di rose, che, in osservanza agli usi locali, sostituisce il classico champagne, è stato Michael Schumacher, a bordo della dominante Ferrari F2004. L’anno successivo si è assistito al primo dei tre successi di Fernando Alonso su questa pista, all’indomani della morte di Giovanni Paolo II. Le Rosse corsero col musetto dipinto di nero in segno di lutto, e la RAI decise di non trasmettere in diretta l’evento. Per l’edizione del 2010, gli organizzatori decisero di utilizzare una configurazione diversa del tracciato, quella denominata Endurance Circuit, impiegata di solito per le gare di durata. Si differenzia dalla pista usuale per l’aggiunta di un tratto tortuoso e abbastanza lento tra le curve 4 e 5, che porta la lunghezza a 6,299 km e a un totale di 24 curve. Nel 2011, i venti della Primavera Araba sferzarono anche il Bahrain, portando la popolazione a scendere in strada per protestare per i diritti umani e rendendo impossibile la disputa del Gran Premio. La Formula 1 fece ritorno nel 2012, in un clima sociale ancora rovente. Sul percorso utilizzato fino al 2009, Vettel centrò la vittoria e fu in grado di ripetersi nell’edizione successiva. Dal 2014, decimo anniversario dell’evento, la gara si svolge in notturna, scenario allora visto soltanto in un’altra sede, a Singapore. Sotto le luci artificiali, oltre a quelle prodotte dal contatto tra i fondi delle vetture e l’asfalto, si iniziarono a vedere le prime scintille tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg, in un entusiasmante duello risolto in favore del britannico. Nel 2017 e nel 2018 fu ancora Vettel a festeggiare, ma questa volta da ferrarista, facendo suonare l’inno italiano sul podio. La scuderia di Maranello sfiora il successo anche nel 2019, ma Charles Leclerc fu costretto a rimandare l’appuntamento con la prima vittoria in carriera per un problema tecnico. Nel 2020 il Gran Premio, sino ad allora disputato in primavera, viene ricollocato verso il finale di stagione, dopo gli sconvolgimenti al calendario dovuti alla pandemia da Covid-19. Nella corsa segnata dallo spaventoso incidente occorso a Romain Grosjean, Hamilton portò a quattro il numero di successi nel Golfo Persico raggiungendo Vettel. La settimana successiva è previsto un secondo appuntamento nello stesso impianto. La corsa viene denominata Gran Premio di Sakhir e per l’occasione si sfrutta un altro layout, detto Outer Circuit, composto da sole 11 curve e lungo 3,543 km. Questo percorso conserva i tre rettilinei del tracciato originale, mentre la parte centrale più guidata viene sostituita da una serie di curve veloci che congiungono direttamente la curva 4 con la 13. Il tempo di 53’’377 con cui Valtteri Bottas si è guadagnato la pole position, è il più basso mai fatto registrare in qualifica nella storia della Formula 1. La gara, dopo un susseguirsi di colpi di scena, viene vinta da Sergio Perez su Racing Point, autore di una incredibile rimonta dalla diciottesima posizione nella quale era precipitato dopo un contatto al primo giro. Nel 2021 è andato in scena il primo capitolo della lunga battaglia tra Hamilton e Max Verstappen, terminata con il quinto successo dell’alfiere Mercedes.

 

Brendon Hartley con la Porsche 919 Hybrid precede una Ferrari 488 GTE della AF Corse nella 8 ore del Bahrain 2016 (Red Bull Content Pool – Copyright to the owners)

Le altre competizioni

Nuove pagine di storia sono pronte per essere scritte presso il Bahrain International Circuit, ormai tappa fissa del Mondiale di Formula 1 nonché dei test pre-stagionali. Insieme a quelle del campionato principale, si tengono anche le gare di Formula 2 e Formula 3. Tra il 2008 e il 2010 ha ospitato inoltre diverse gare della GP2 Asia Series, una competizione invernale riservata alla più importante tra le serie propedeutiche. Per quanto riguarda le ruote coperte, nel 2012 anche il campionato mondiale endurance, il FIA WEC, è giunto a Sakhir, quando si è svolta la prima edizione della 6 ore del Bahrain. Il format è rimasto intatto fino al 2017, trasformandosi a partire dal 2019, dopo un anno di pausa, in una 8 ore. Nel 2021 sono state due le gare valide per il mondiale endurance disputate sul tracciato arabo, con la seconda corsa sulla durata di 6 ore. Il tracciato utilizzato per queste gare è analogo a quello apparso nel 2010 in Formula 1. Altri campionati passati dal Bahrain sono stati la TCR International Series nel 2016 e 2017 e l’australiana Supercars Series, dal 2006 al 2008 e nel 2010.

Spot promozionale del Gran Premio del Bahrain 2022 (Bah_Int_Circuit – Copyright to the owners)

 

 

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