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Dalla A alla C – Intervista esclusiva agli Yankees SGP: “Avere giovani in squadra è un’esigenza, ma anche un piacere”

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Dalla Serie A alla Serie C, il baseball italiano e soprattutto la franchigia bolognese è un mondo troppo bello per non parlarne. L’obiettivo nostro è quello di prendere le note societarie e le notizie di mercato e riportarle nero su bianco (o pixel su pixel), dando così fondamento alle voci che girano nella provincia bolognese. Un altro obiettivo è quello di dare visibilità alle società per rilanciarsi e rilanciare questo sport. Dopo il Castenaso Baseball, abbiamo intervistato la sua rivale in campionato: gli Yankees di San Giovanni in Persiceto. Stiamo parlando di una società che punta tutto sui giovani, come ci spiegano i manager Paolo Folesani e Stefano Fontana.

Rispetto alla passata stagione, per questo Campionato cosa vi aspettate dai vostri ragazzi?
Paolo Folesani: ”L’anno scorso abbiamo fatto una stagione un pochino sperimentale. Siamo tornati in B dopo un anno particolarmente difficile e il gruppo che avevamo da quattro e cinque anni si è rotto. Con quelli che sono rimasti abbiamo cercato di ricreare un gruppo, che è la cosa più importante, e abbiamo integrato i ragazzi U18, facendoli giocare anche parecchio. Li abbiamo integrati e quest’anno dobbiamo alzare un po’ il tiro: l’anno scorso è stato un po’ soft, con l’obiettivo di formare i ragazzi e divertirsi; quest’anno invece vogliamo continuare a divertirci, sperando di vincerne qualche partita in più”. 

Ci sono stati degli innesti nella squadra?
PF: “Abbiamo preso due ragazzi provenienti dal Longbridge: Andri Taveras e Felix Guerrero. L’obiettivo di mercato è stato quello di dare un po’ di peso alla mazza: abbiamo sempre avuto una buona media difensiva, ma siamo stati sempre carenti in attacco. Speriamo quindi di fare una bella stagione”.

Abbiamo parlato di giovani, futuro di ogni società. Cosa state facendo e quali sono gli obiettivi futuri?
Paolo Folesani: “Cerchiamo tutti di essere concentrati con le giovanili, perché sono loro il nostro futuro e dobbiamo dargli continuità al lavoro che stanno facendo. Tra allenatori stiamo cercando di condividere quello che è il progetto, perché poi questi ragazzi non si trovino dispersi nel momento in cui vengono a fare esperienza in un’altra categoria”. Poi aggiunge: “Non siamo dei professionisti, lo facciamo perché ci piace e ci da soddisfazione poter insegnare qualcosa a questi ragazzi, visto anche che siamo stati per tanto tempo sul campo. Quel poco che possiamo fare e trasmettere le nostre conoscenze e la soddisfazione più bella è quando un ragazzino, che hai visto piccolino, diventa un giocatore di baseball”. 
Stefano Fontana: “Nella nostra squadra [Serie B, ndr.] tra i più vecchi ci sono dei 22/23enni, ad esclusione di Guerrero e Taveras. Questi erano la squadra U18 di 5 anni fa. Quello di avere dei giovani in squadra è un’esigenza, ma anche un piacere”.
Per quanto riguarda la categoria Under18, gli Yankees, come anche il Castenaso, hanno creato una collaborazione insieme agli Athletics di Bologna Pilastro per far sì che i ragazzi di categoria, pochi per fare il Campionato, riuscissero a giocare oltre che con le loro rispettive prime squadre. D’altronde si sa: più si gioca e più si cresce di esperienza.

Sono usciti i calendari. Nel vostro girone avete contro il Castenaso, cosa vi aspettate da questo Derby? 
PF: “Pensiamo onestamente che le squadre più strutturate di questo campionato siano, appunto, il Castenaso e lo Junior Parma. E’ di certo una squadra di esperienza, poi è sempre il campo a parlare. Noi siamo una squadra giovane, che però comincia a fare l’esperienza. Abbiamo comunque ragazzi di 22/23 anni che sono reduci dalla Serie A2, già tre o quattro anni di Serie B, quindi pensiamo di potercela giocare. Consideriamo il Castenaso una delle squadre da battere”

Io sono di scuola Yankees e ho avuto il piacere di essere stato allenato da voi. Una cosa che te, Paolo, ci dicevi e che ancora mi rimane impresso nella mente è: “giochiamo nell’ultimo sport italiano e nell’ultima categoria, quindi quando andiamo in campo dobbiamo divertirci”. E’ ancora così?
“Qua è solo passione, altrimenti non lo fai. Tutti spendiamo del nostro tempo per fare questo, perché ci piace farlo e perché c’è la passione per farlo. Io cerco di trasmettere il bello di andare a giocare. Poi so bene che è bello anche vincere, ma è una conseguenza di quello che fai durante la settimana, del clima che riesci a creare all’interno di una squadra. Le vittorie non vengono mai per caso. Noi siamo stati l’esempio lampante: abbiamo vinto qualcosa pur non essendo i più forti e questo mi da la voglia di continuare a farlo e spendere tempo ed energie. Quando poi vedi la gente crescere e vedere qualche risultato quella è la soddisfazione più grande che possiamo avere noi, poveri allenatori di provincia”.
Folesani conclude raccontando un aneddoto: “Questi ragazzi qua, quando vincemmo per la prima volta contro il Longbridge (la Fortitudo, il target), si pensava di aver vinto la finale della Coppa dei Campioni. E’ una soddisfazione e bisogna vivere di queste cose. Questi ragazzi hanno ancora più anni da giocare rispetto agli anni che hanno effettivamente giocato. Sai quante se ne possono togliere di soddisfazioni? L’importante e farlo sempre con lo spirito giusto”.

Si ringrazia la società Yankees di San Giovanni in Persiceto per la bella intervista.

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