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Fortitudo baseball: i numeri del trionfo europeo

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Asso piglia tutto si dice quando si gioca a carte, e questa Fortitudo di assi nella manica ne ha parecchi, ed infatti è stata quasi “en plein” per gli uomini di Manager Frignani sia per le coppe alzate al cielo sia per le statistiche più importanti di questa European Champions Cup, la sesta Coppa dei Campioni che la Fortitudo può inserire in bacheca nella sua storia.

Il baseball è un gioco che vive di statistiche, ed allora parliamo brevemente dei numeri messi in campo dai biancoblù.

Terza come media “Team batting, la Effe ha però fatto registrare il secondo numero di punti della competizione (46 in 5 partite), alle spalle di Amsterdam (seconda classificata) con la differenza che l’alto numero di punti degli olandesi si è concentrato nelle due sfide contro Deurne e Ostrawa, mentre la formazione bolognese è stata più costante, se si eccettua la prima partita proprio contro l’Amsterdam.

Prima come “Team pitching” (10 punti concessi in 5 partite), la Fortitudo è la squadra che ha anche subito meno punti in assoluto nel torneo, con Perakslis che ha vinto la coppa come miglior lanciatore (devastante la sua prestazione in semifinale con gli ex campioni europei del Rotterdam) ed un Rivero che ha annichilito il miglior attacco della competizione proprio in finale, concedendo 0 punti ad una formazione che ne aveva totalizzati 58 nelle partite precedenti. E d’altra parte, in oltre 7 inning con 120 lanci ha fatto segnare 14 eliminati al piatto 4 valide ed una sola base ball, Raul Rivero è stato il vero dominatore della finale di ieri.

Da segnalare come Josè Ferrini sia stato poi il giocatore che ha fatto segnare più punti (9 RBI totali) mentre Marval (MVP del torneo) sia arrivato terzo in questa classifica (7 RBI totali). L’unico premio andato lontano dalle mani della Fortitudo è stato consegnato al miglior battitore del torneo che è stato Rubanowits degli Ostrawa Arrows. In poche parole tra primo posto, MVP, miglior lanciatore e miglior battitore, la Fortitudo si è lasciata sfuggire un premio su quattro.

Tornando alla difesa, un sempre più decisivo Polonius ha reso la vita dei battitori ancora più compicata, intercettando palline che parevano destinate a fare male, così come nel momento in cui Rivero è calato leggermente durante la finale, un tuffo mozzafiato di Leonora ha dato un’eliminazione pesante anche a livello morale, mostrando come anche riuscendo a battere in zone dove solitamente si ottengono valide, con la Effe di questa Coppa dei Campioni si potessero invece prendere eliminazioni al volo.

Nota finale per il “Coaching Team: probabilmente con Rivero e Perakslis in forma stellare e l’attacco che dopo la prima gara ha colpito sempre durissimo, si potrebbe pensare che le partite siano figlie soprattutto della classe e la forma dei giocatori; attenzione però, perché la decisione di giocarsi un bunt con Leonora dopo il doppio di Marval in apertura di secondo inning con il lanciatore partente di Amsterdam già leggermente in difficoltà, non era piaciuto a tutti. Più di un presente ha storto il naso ma invece il punto portato a casa ha messo ancora più pressione ad Heijstek che poi ha concesso altri 3 punti nel medesimo inning. Nessuno può dire come sarebbero andate le cose se non fosse arrivata la richiesta di giocarsi il bunt, ma sappiamo bene come è andata a finire: la scelta iniziale ha portato il punto che ha spianato la strada alla sesta vittoria della Coppa Campioni.

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