Baseball
I ruoli del Baseball – il Battitore
Buongiorno e bentornati a “I ruoli del baseball”. Con l’articolo uscito ieri di Edoardo Draghetti, dove parla degli esterni, si è concluso il racconto dei ruoli di difesa. Ora si va ad esplorare quella che è la parte più attiva del gioco, l’attacco.
Il battitore è il giocatore in attacco, della squadra avversaria a quella che è in difesa, che prende posto al box di battuta davanti al piatto di casa base e un poco più avanti rispetto al ricevitore ed è equipaggiato con caschetto e mazza. Per battere, il battitore si posiziona dentro al proprio box (lato destro del piatto per i destrorsi e lato sinistro per i mancini) con un piede dentro al box e un’altro fuori, così facendo il lanciatore è obbligato a non tirare e il battitore può comodamente vedere le direttive fatte da segnali del suggeritore di terza base. Una volta che ha visto questi segnali il battitore entra nel box con entrambi i piedi, stando ne troppo vicino e ne troppo lontano dal piatto, stringerà la mazza con entrambe le mani, alzerà il bastone portandolo dietro la testa, con i gomiti all’altezza del petto, e sposterà il peso alla gamba posteriore, lasciando quasi sollevata quella davanti. In questo modo il battitore da un segnale al lanciatore, un segnale di sfida, come volesse dire: “Hei, io ci sono! Vediamo chi sarà il più forte!”. Come abbiamo già detto, parlando del lanciatore, quella tra il pitcher e il battitore è una continua sfida: da una parte c’è colui che è intenzionato a non farti battere e per riuscirci tirerà un sacco di palle “sporche”, dall’altra c’è colui che farà di tutto per arrivare in base e far fare i punti ai propri compagni di squadra, anche sacrificarsi.
Una volta posizionato il lanciatore lancerà la palla e il battitore, se la ritiene buona, farà il suo movimento per riuscire a batterla. Esso sposterà il peso dalla gamba posteriore al centro tra le due gambe, facendo una sorta di passo in avanti, girerà i fianchi come se volesse tirare un pugno facendo scivolare in avanti le mani verso la palla lanciata e nel frattempo tiene ben saldo il contatto visivo con la palla. Una volta colpita, il battitore completerà la battuta lasciando che l’inerzia dell’intero movimento accompagni la pallina in avanti, facendo finire il cosiddetto “swing”. Non c’è tempo per pensare, il battitore lascerà che sia il proprio corpo a decidere se battere oppure meno quella palla e senza ripensamenti, perché se lascia quella che per lui poteva essere una buona occasione il lanciatore difficilmente gli darà una seconda chance. Una volta colpita la palla il battitore lascerà cadere la mazza dietro di se e correrà verso le basi, diventando cosi un corridore.
“Una squadra intelligente che sa come battere in situazioni critiche sarà una squadra vincente”: questo per dire che l’ “hit” , la battuta realizzata dal battitore non è stata casuale, ma decisa dal battitore stesso. A seconda dei compagni in base, agli strike e a quello che gli dice il suggeritore di terza il battitore cerca di battere la pallina in modo tale da posizionarla in punti precisi del campo. A volte il compito del battitore è anche quello di non battere per raggiungere la base, ma sacrificarsi per fare in modo che quelli già in base possa conquistare altro terreno per raggiungere il punto. Questo vale anche con la potenza della palla battuta: la mentalità di un battitore non deve essere quella di spaccare il mondo e fare fuoricampo, ma quella di colpirla bene, così da avere pieno controllo della direzione che prenderà. C’è poco spazio per l’egoismo: un battitore si deve spesso sacrificare per la propria squadra.
L’egoismo è da lasciare anche quando si è corridori. L’uomo sulle basi deve essere concentrato, calmo e col sangue freddo, deve seguire le direttive del suggeritore. Si è parlato spesso di rubata negli articoli precedenti, ecco: la rubata è realizzata dal corridore e sussiste nel correre verso la base in avanti senza che la palla venga battuta dal battitore. Il corridore dovrà partire, per non farsi eliminare, mentre il lanciatore sarà impegnato nel “caricamento” e non potrà così fermarsi per lanciare verso la base che verrà rubata.
Le emozioni che ti regala quel box sono veramente uniche, ”po esse fero o po esse piuma”: concentrazione, aggressività e voglia di essere decisivo per la squadra sono le emozioni che porti dentro al box di battuta, ma rabbia e frustrazione potrebbero essere le emozioni che il box lascia a te quando vieni eliminato e torni così in “dugout” (panchina). Di certo non ci si abbatte, si fa tesoro degli errori fatti in quel turno per arrivare al prossimo con ancora più grinta, riuscendo così nell’intento di portare avanti la propria squadra e vi assicuro che la felicità che si prova in quel momento supera tutte le altre emozioni negative avute durante la partita.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook