Baseball
I ruoli del baseball – il Lanciatore
In questo momento in cui tutto lo sport è fermo, abbiamo pensato di avvicinare qualche eventuale lettore curioso al baseball, cercando di spiegare qui il suo funzionamento. Il baseball, in realtà, è uno sport un po’ complesso e quindi ci concentreremo solo sui dettagli chiave per approcciare questo meraviglioso gioco, che a Bologna è particolarmente seguito ed apprezzato, ma che ancora rimane troppo di nicchia. Se ancora non lo aveste fatto, vi invito a leggervi gli articoli di Simone Zanetti, usciti lo scorso week-end, dove parla dei fondamentali di base di questo bellissimo e complesso mondo che è il “batti e corri”. In questa mini-rubrica parleremo dei ruoli del baseball, dei protagonisti che rendono unico questo sport. Appuntamento ogni week-end, alle ore 10.
Iniziamo con quello che è sicuramente uno dei giocatori più importanti di una squadra di baseball: il lanciatore (o pitcher, in inglese). Con lanciatore si indica quel giocatore che si piazza sul monte di lancio e che tira la palla contro il ricevitore, cercando di fare in modo che il battitore avversario non possa colpirla e, cosi facendo, eliminarlo.
La distanza tra il monte di lancio e la casa base non è impossibile, ma il lavoro del lanciatore è comunque uno dei più duri e faticosi, sia a livello fisico che mentale. La sua è una continua sfida col battitore avversario, perché mentre il lanciatore rimane sempre lì, il battitore cambia ad ogni out o ad ogni palla battuta. Nonostante il baseball sia un gioco di squadra, il pitcher è probabilmente l’unico ruolo che isola sul giocatore dai suoi compagni. Mi spiego meglio: a differenza degli altri, esso è costretto ad un allenamento molto personale e in campo deve dimenticarsi dei compagni e pensare solo a chi ha di fronte. Questo non deve farvi pensare che sia un giocatore egoista, ma anzi, così facendo aiuterà la squadra trovando il modo più efficace per non fare battere l’avversario. Meno volte il battitore riuscirà a colpire la palla e meno sono le probabilità che la propria squadra faccia degli errori.
Il lanciatore deve essere in grado di effettuare lanci tra loro molto diversi. Il lancio tradizionale è la cosiddetta “palla veloce”, potente e fulminea. Questa viene alternata con altri lanci, come la “palla curva“, la palla con cambio di velocità (semplicemente chiamata “cambio”), lo “slider” , etc. La tecnica del lancio, detto “caricamento”, funziona come una molla: il pitcher, una volta che si è messo d’accordo con il ricevitore su quale palla lanciare, tramite segnali, unisce le due mani, alza la gamba sinistra (destra se mancino) e facendo un enorme passo in avanti scaglia la palla addosso al ricevitore. Così facendo si utilizza tutto il corpo, dando maggior potenza alla palla lanciata. Per questo non basta che il lanciatore abbia solo un buon braccio, ma serve anche che abbia delle gambe allenate. Infatti, il lanciatore deve essere un vero e proprio atleta, lui più di tutti: lo si troverà sempre a correre, sia dentro che fuori dal campo.
Solitamente il lanciatore che inizia la partita (il partente) non riesce anche a finirla e viene sostituito da un secondo lanciatore, detto “di rilievo”, che ha il compito di chiudere la gara negli ultimi inning. Ricordate il detto “ultimo, ma non meno importante”? Ecco, il rilievo è dotato di minor resistenza, ma più efficace nello scambio finale, rendendosi degno di completare il lavoro lasciato dal suo predecessore sul monte. Un buon pitcher può effettuare circa un centinaio di lanci prima di scalare di rendimento.
Il lanciatore ti fa rimanere col fiato sospeso: che tu sia dentro o fuori a guardare saprà sempre regalarti delle emozioni. Sì, perché quando ti fa una sequenza di lanci ben riusciti, come un musicista che suona il suo strumento, eliminando il battitore in maniera impeccabile, e in quel momento che vorresti andarlo ad abbracciare e ad esultare insieme a lui.
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