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I ruoli del baseball – L’esterno

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In tantissimi sport di squadra la figura del velocista assume un’importanza cruciale. Giocatori con spiccate doti atletiche in grado di coprire grandi distanze in breve tempo. Dal running back del football americano, all’ala del rugby, fino ad arrivare al terzino di spinta del calcio. E nel baseball?

“Il baseball è uno sport statico, in difesa non serve essere veloci”.

Frase sentita più e più volte da chi non conosce a fondo i dettagli di questo gioco, e di conseguenza ignora le caratteristiche che gli atleti che calcano i diamanti di tutto il mondo possiedono.

Ebbene sì, anche il baseball ha i suoi sprinter: signore e signori, ecco a voi gli esterni.

Detti anche los jardineros per via dello loro collocazione in campo, gli esterni sono i tre giocatori della difesa più distanti da casa base, situati quindi nella prateria oltre il confine della terra rossa. Lande desolate di loro competenza, e di cui solo loro conoscono i segreti. Ogni buca, ogni avvallamento, perfino l’altezza dell’erba che modifica il rimbalzo delle palline: questi giocatori sanno tutto, sono gli sceriffi degli esterni e nessuno deve invadere il loro territorio.

Ma gli “outfielders” (per dirla all’americana) non sono soltanto calcoli e teoria. Sono anche velocità sopra la norma, perfetta coordinazione e capacità di leggere in anticipo la traiettoria delle fucilate che vengono colpite verso il fondo del campo. Il loro compito è prendere al volo con il guantone ogni battuta prima che tocchi terra, decretando così l’eliminazione dell’attaccante avversario. Qualora, invece, la pallina giunga agli esterni rotolando o rimbalzando per terra, l’obiettivo è recuperarla il prima possibile e lanciarla ai propri compagni interni, tentando di cogliere qualche corridore durante lo scatto verso la base successiva. Chiamateli pure “sentinelle” della squadra che vigilano sullo spazio aereo, pronti ad intervenire quando un oggetto volante non identificato vi entra senza autorizzazione.

Come anticipato in precedenza gli esterni nel baseball sono tre (esterno centro, destro e sinistro), ma occhio a confonderli: hanno qualità e attitudini molto differenti tra loro. Vediamo più da vicino questa suddivisione, analizzandoli singolarmente.

Esterno centro: il comandante capo degli esterni, il re della steppa. L’esterno centro ha sempre la precedenza, su ogni battuta, e quando ne reclama una gli altri due devono lasciargli campo libero. Non a caso, deve essere il più forte del trio difensivo: quello più veloce, con migliore occhio sulla palla e ottime doti nell’arpionarla, anche tuffandosi. È senza ombra di dubbio l’atleta più completo della squadra, e per questo motivo deve coprire una zona di terra più estesa rispetto agli altri due esterni. La sua esplosività e rapidità nei movimenti lo rendono, tendenzialmente, il pericolo numero uno in fase di attacco: rappresenta infatti il corridore più aggressivo e veloce della squadra. L’esterno centro deve essere un leader, dal momento che ha la responsabilità di dirigere i movimenti dei suoi compagni di reparto. In questo senso, anche buone doti conversazionali non guastano il suo curriculum: quando gli avversari faticano a battere palline agli esterni, infatti, le chiacchiere con i vicini sorgono spontaneamente.

Esterno destro: è la posizione in cui solitamente vengono collocati gli esterni di braccio mancino. Paradossale ma vero, giustificato dal fatto che l’orientamento del diamante di gioco rende in tale zona più efficace un giocatore sinistro. Il requisito fondamentale per giocare a destra? La potenza di tiro. Data l’estrema lontananza della casa base e soprattutto della terza base, infatti, l’esterno destro deve avere un vero e proprio cannone sotto la manica, pronto ad affumicare ogni corridore che si azzarda ad avanzare verso i cuscini più importanti. Completano il suo profilo ovviamente grande atletismo, visione di gioco e propensione offensiva. Anche lui d’altronde, come tutti i suoi compagni di reparto, deve colpire più degli altri giocatori la pallina nel box di battuta. E la deve colpire forte.

Esterno sinistro: anche per lui vale quanto detto per i precedenti. In tale posizione non è obbligatorio avere un gran braccio (qualità che comunque non guasta mai), poiché le basi “calde” e maggiormente ambite dai corridori sono più ravvicinate rispetto agli altri due esterni. Vero è anche, però, che in questa zona del campo vengono battute la maggior parte delle palline a velocità incredibili, per cui rapidità decisionale e sangue freddo sono attitudini necessarie nel bagaglio di un giocatore che pattuglia questo spicchio di diamante. Calcolare il punto di atterraggio di una pallina che viaggia a quasi 180 km/h è il pane quotidiano per un esterno sinistro. Un lavoro duro, ma qualcuno deve pur farlo.

Dulcis in fundo, è sempre bene ricordare che la costante di ciascun esterno è sempre e soltanto una: deve battere tanto.

E se non lo fa? Un antico motto sul baseball recita: “un esterno che non batte deve pagare il biglietto”.

Ancora convinti che nel baseball non si corra? Forse questi signori nel video potranno schiarirvi le idee.

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