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I ruoli del baseball – l’Interbase

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Bentornati nella nostra rubrica sui ruoli del baseball. Con quello di oggi terminiamo di raccontarvi i ruoli difensivi interni nel nostro campo di gioco, ma prima di iniziare vorrei fare un piccolo recap con voi. Negli articoli precedenti, insieme a Simone Zanetti e Edoardo Draghetti, abbiamo raccontato come il baseball sia un gioco complesso, compreso di logica e matematica, ma anche romantico, formato di amicizie legate al diamante e semplice nel regalare emozioni. Nello scorso articolo abbiamo parlato della seconda base, oggi, invece, spieghiamo l’altro ruolo della coppia “il gatto e la volpe”: l’interbase.

L’interbase (shortstop in inglese) è posizionato nel campo tra la seconda e la terza base ed è un ruolo ricoperto, di solito, da giocatori veloci e dinamici, poiché la maggior parte delle palle battute finisce in quella parte del campo. Per questo ultimo motivo, la zona dell’interbase è quella dove arrivano il maggior numero di palle in gioco e per questo il suo compito è quello di prendere velocemente la palla e rilanciarla verso la prima base o la seconda base, per eliminare i corridori avversari.

Come spiegato precedentemente, l’interbase lavora in coppia con il seconda base, coprendo la base omonima in situazione di taglio, quando una battuta in campo esterno sinistro o centro porta il seconda base a uscire dalla propria zona per ricevere il lancio dell’esterno destro, e per cercare di realizzare l’azione del doppio gioco, azione con la quale si riesce ad eliminare due corridori avversari. 

Siccome nell’articolo uscito ieri si è parlato di matematica e statistica, per prevedere e anticipare le mosse dell’avversario, i giocatori in difesa vengono calcolati in percentuale attraverso il numero di palle lanciate in modo corretto verso le basi senza commettere errori. Per darvi un parametro, l’eccellenza in questa statistica, delineata dalla MLB (Major League Baseball), deve essere pari o superiore al 97%. Questi valori, però, sono differenti a seconda della posizione ricoperta in campo da un giocatore. Se l’interbase e il terza base, come abbiamo detto, affrontano spesso le più difficili palle battute dall’avversario, il catcher, il prima base e gli esterni sono di solito aiutati dal minore grado di difficoltà delle palle battute a loro.

Velocità, elasticità e precisione nel lancio e abile nel doppio gioco: questi sono i requisiti fondamentali per essere un bravo interbase.

Per il ciclo “il baseball nei film” (esatto, ormai gli ho dato un nome) questa settimana vi consiglio “Di nuovo in gioco” di Clint Eastwood. La storia parla di Gus, un anziano talent scout del baseball. Ormai ci vede poco, ma intuisce molto, a dispetto dei rivali che si fidano solo delle statistiche. Scorbutico più del solito, viene inviato a verificare il talento di un battitore emergente per decidere se debba essere acquistato. La figlia, avvocato di successo, avvisata delle sue difficoltà, molla lo studio per raggiungerlo, ma lui la ignora. Gus però conferma di essere geniale mentre la figlia scopre che il baseball forse è più interessante delle aule di tribunale ma soprattutto è frequentato da uomini più intriganti (trama ilMorandini – MyMovies.it).

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