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Big Automotive Innovations – Audi Quattro, la prima 4×4 europea
Siamo nel marzo 1980 e per Audi inizia una nuova era. Il marchio creato da August Horch, in occasione del Salone di Ginevra, presenta Audi Quattro, capostipite delle future tedesche a trazione integrale.
Grazie ai migliori ingegneri teutonici in circolazione, quarant’anni fa nasceva la prima vettura europea a trazione integrale. Questo gioiello, derivato da Audi 80 coupé, montava il primo 5 cilindri al mondo alimentato a benzina.
Un’evoluzione di successo. L’enorme sviluppo dell’azienda è stato in gran parte dovuto al progresso di questo sistema che, prevedendo la distribuzione di coppia motrice sulle 4 ruote, avrebbe sancito diverse vittorie nel mondo del rally.
Con questo schema di spartizione della potenza, la casa si era posta l’obiettivo di garantire alla vettura un’ottima aderenza in tutte le situazioni, persino quando i viscidi fondi del terreno non lo permettevano.
Un po’ di storia. Tutto è iniziato per merito di Volkswagen che, dopo l’espansione del 1964, inglobò il marchio dei Quattro Anelli. In seguito alla necessità di creare un fuoristrada capace di superare ogni tipo di terreno, l’azienda tedesca delegò Audi per la progettazione di un fuoristrada riservato all’esercito: Volkswagen Iltis.
Circa dieci anni dopo, durante dei test effettuati in Scandinavia, i tecnici di Ingolstadt compresero le grandi potenzialità di questo avveniristico congegno che sarebbe poi stato applicato alle auto di serie.
Detto fatto: il primo trimestre dell’80 la creatura era pronta. Il leggero sistema Audi rinnovò il concetto di trazione integrale in un pratico dispositivo adatto a veicoli stradali.
Un’auto tecnicamente innovativa. Distanziandosi dalla tecnica utilizzata sul Volkswagen Iltis, Audi proseguì lo sviluppo della trazione 4×4. Creò un meccanismo che, rinunciando alla pesante scatola del differenziale, trasferiva la coppia ad entrambi gli assi e, inoltre, permetteva una notevole riduzione di peso.
La vettura, mossa da un motore 2,1 litri dotato di un singolo albero a camme, grazie alla sovralimentazione sviluppava 200 CV. Ogni singolo cavallo veniva trasmesso ad un differenziale poco più grande di un pompelmo. Questa potenza, accompagnata da una notevole riduzione di peso degli organi meccanici, permetteva all’auto di raggiungere i 96 km/h in 7,1 secondi, accelerazione che per l’epoca risultava a dir poco strepitosa.
Inizia la storia di un mito. A partire dal ’79 le autovetture a trazione integrale vennero ammesse al Campionato Mondiale di Rally: Audi, di li a poco, vinse ben quattro titoli in soli tre anni.
Il suo debutto fu nel Rally d’Austria del 1981; il primo trionfo arrivò nel 1982: grazie a sette vittorie la casa di Ingolstadt si aggiudicò il primo posto per il titolo Costruttori.
In seguito a numerose evoluzioni del progetto nasce Audi Quattro A2, veicolo che nel 1983 permise alla Casa di superarsi vincendo il primo titolo Piloti della storia del marchio.
Il 1984, infine, fu l’ultimo anno in cui la Quattro vinse. In quest’occasione il primo posto arrivò sia per il titolo Piloti che per quello Costruttori.
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Fonte articolo: automobilismodepoca.it
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