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Blue Girls – Intervista ad Alisea Minardi

Intervista ad Alisea Minardi, giocatrice delle Blue Girls Softball Serie A1 2024

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Alisea Minardi, Blue Girls Softball
Alisea Minardi, Blue Girls Softball

Quarta intervista delle serie dedicata all’inizio stagione delle MiaOffice Blue Girls Softball. Dopo quelle a Calzolari, Collina e Di Pancrazio, è ora il turno di Alisea Minardi, esterno classe 1996 e senza ombra di dubbio la giocatrice che ha risposto nella maniera più completa alle nostre domande. E ogni risposta merita di essere letta.

L’esterno è un ruolo particolare, si rimane spesso al di fuori del gioco ma poi è ancora più fondamentale riuscire a farsi trovare pronti. Nelle risposte di Minardi si ritrova un po’ questa particolarità, visto che al pragmatismo di alcune di esse (leggasi la parte preferita della gara) fa da contraltare la scaramanzia di altre (leggasi come andranno le Blue Girls quest’anno).

Ma alla fine all’interno delle risposte si trova anche quella a questa specie di incongruenza: imparare a conoscersi e lavorare per migliorarsi.

E ora spazio alle risposte di Alisea.

Il campionato è appena iniziato, facendo un passo indietro, qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando al play ball?
«Ovviamente il sentimento che prevale per una giocatrice o un giocatore, a prescindere dall’esperienza, l’età o il ruolo è l’emozione. Ogni inizio campionato si riparte da zero e si può riscrivere la propria storia, tutto può succedere ed è la cosa che probabilmente da più carica di tutte. Anche se l’anno precedente magari non si è concluso nel migliore dei modi, con la nuova stagione ci si può riscattare, basta crederci e andare dritti verso la meta, insieme alla propria squadra».

Qual è il gesto tecnico che, realizzato in gara, ti fa gioire maggiormente? E quale quello per cui ti alleni costantemente perché pensi non sia mai abbastanza perfetto?
«Probabilmente il gesto atletico che più mi fa gioire quando riesce è lo stesso per cui mi alleno maggiormente e che non riesco mai a vedere come perfetto, perché in realtà non lo è mai davvero: la battuta. Penso che per chi gioca a questo sport la battuta sia una sfida oltre che contro la squadra avversaria, contro sé stessi, contro i propri limiti. La tecnica in realtà non è tutto in questo gesto, influisce moltissimo l’aspetto mentale, bisogna rimanere resilienti sempre, perché anche se non riesce subito, arriva per tutti il momento giusto. Quando riesce ti senti un eroe, ma la cosa davvero importante è non sentirsi inutili quando non riesce, perché fa parte del gioco. Non a caso è considerato il gesto atletico più complesso al mondo».

Alisea Minardi - Blue Girls softball Serie A1 2024

Alisea Minardi – Blue Girls softball Serie A1 2024

Qual è la routine con cui ti prepari alla partita? Scaramanzie, cabale, gesti metodici, eccetera.
«Penso che in ogni sport ci siano le cabale, ma a mio avviso questo sport è lo sport con più cabale al mondo, tutti hanno una cabala prima della partita, ma è fondamentale per me non lasciarsi trascinare troppo da queste “sciocchezze”, una volta, quando ero più piccola, senza il mio intimo da partita o senza la mia pettinatura porta fortuna non mi sentivo sicura nel giocare e questo influiva molto sulla mia prestazione. Pian piano nel tempo, con l’esperienza, ho lasciato sempre più andare certe cose, sono io che scrivo il mio destino, non di certo un elastico porta fortuna o altre cose simili. Ecco quando si capisce questo la si smette di dare la colpa dei propri errori ad oggetti inanimati e ci si inizia ad assumere le proprie responsabilità. Se sono andata stata eliminata al piatto su una palla esterna significa che dovrò allenarmi cento volte di più su quella tipologia di palla. Tuttavia, una cosa che invece ho iniziato a fare e che mi ha aiutata molto a mantenere una certa serenità mentale è la meditazione, la respirazione profonda. Prima di ogni partita mi concedo 10/15 minuti in cui chiudo gli occhi e respiro, ascolto il mio respiro e visualizzo quello che voglio che accada, mi concentro su quello che può succedere durante una partita e immagino la mia reazione a determinate azioni in attacco e in difesa. Questo mi aiuta molto a mantenere il controllo delle mie emozioni e, soprattutto, il sangue freddo».

Qual è il momento che ami di più della gara?
«Il momento che amo di più ovviamente è quando la partita finisce e la vittoria è dalla nostra parte. Non fraintendetemi è bellissimo giocare, ma quando la vittoria è confermata e nulla può alterare il risultato è una vera goduria e tutti gli sforzi che si fanno durante l’anno, con gli allenamenti, vengono ripagati, inoltre si può iniziare a festeggiare insieme!»

Qual è o quali sono le cose che ti hanno insegnato il softball? Quelle che ti hanno arricchito come persona.
«Devo dire che il softball è stato seriamente uno dei miei più grandi maestri di vita. Ho imparato cosa significa credere in altre persone e tifare per loro per raggiungere un obbiettivo comune, anche se magari in quella determinata partita non ho giocato come avrei voluto, il mio tifo è stato sempre costante. Il valore della squadra è molto simile a quello della famiglia… la squadra come la famiglia non si sceglie, ma si impara lo stesso a volersi bene, ad accettarsi per come si è e ad esserci nel momento del bisogno, so che le mie compagne ci sono per me e io per loro e questo si può riassumere con il valore della fiducia in un’altra persona. Ci si deve completare, dove non arriva una arriva l’altra e così via, non si può essere perfetti ad ogni giornata, ma sono tranquilla anche se non sto giocando al meglio, perché alle spalle ho altre otto giocatrici pronte a fare quello che non sono riuscita a fare io. Oltre questo, nei miei vent’anni ormai di agonismo ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno lasciato qualcosa, mi hanno fatta crescere e mi hanno fatto avere più fiducia in me stessa. Devo dire che oltre le persone che hanno creduto in me (che ringrazio tutt’ora) quelle che più mi hanno fatta crescere sono state quelle che in me non hanno creduto. Ho dovuto lottare molto per conquistare il mio posto e grazie a quelle persone io non ho mollato, perché avevo molto da dimostrare e lo sapevo; quindi, ancora grazie a coloro che in me non vedevano niente di speciale, è grazie a loro se ancora oggi io sto giocando a softball».

Come andranno le Blue Girls in questa stagione?
«Credo molto nella mia squadra, ci ho sempre creduto e ogni anno parto col presentimento che andremo lontane, ma ogni volta che lo dico troppo ad alta voce le cose non vanno come avremmo voluto, per cui mi limito a dire che abbiamo tanto da dimostrare e lo faremo sui campi di tutta Italia, dando il meglio di noi, siamo sicuramente una squadra da non sottovalutare. Come nella battuta anche per decidere come andrà un campionato ci vuole pazienza e tanto sangue freddo, ogni cosa a suo tempo, se volete vedere dove arriveranno le Blue Girls quest’anno state a guardare e lo scoprirete. Buon softball a tutti».

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2 Commenti

1 Commento

  1. Alberto

    18 Aprile 2024 at 18:41

    Uno sport veramente meraviglioso, purtroppo sottovalutato ma spettacolare e pieno di regole che in pochi conoscono. Forza Blue Girls avanti tutta! Alè ragazze!

    • Simone Zanetti

      30 Aprile 2024 at 17:13

      Grazie del commento Alberto.
      Condivido il fatto che purtroppo, softball e baseball siano troppo poco conosciuti.
      Io stesso me ne sono appassionato tardi, e solo per una casualità.

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