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Chiacchiere da Bar…bieri – Ducati con la B, con la E, con la M, con la V
In questo weekend a Le Mans (ah, a proposito: manca meno di un mese all’altra Le Mans e noi ci saremo, ndr), sul Circuit Bugatti, Ducati ha rifatto la voce grossa, come da mesi a questa parte. Ormai non basta solo una lettera dell’alfabeto per descrivere il momento della Casa di Borgo Panigale in tutta la sua globalità racing, ma sono necessarie almeno quattro iniziali:
B: Come Bezzecchi e Bagnaia, distanziati tra loro per solo un punto nella classifica iridata. Dopo il GP di Francia sono diversi i discorsi da fare per i due alfieri Ducati: il Bez sta diventando una realtà vincente (in attesa dell’altra B, Bastianini). In Argentina le condizioni erano particolari e con maestria era riuscito a capitalizzare, qui le situazioni erano di asciutto e ad un certo punto Marquez ha dovuto cercare il binocolo per riuscire a vederlo. Da vedere se riuscirà a mantenere una certa continuità.
Bagnaia purtroppo continua a incappare in inconvenienti che gli negano l’accesso alla zona punti. Domenica ha deciso di non imporre subito il ritmo per risparmiare gli pneumatici, si è “ingarellato” con Vinales e si è steso, estromettendo anche il pilota dell’Aprilia. A mio avviso il ducatista è stato sorpreso dalla linea dello spagnolo e, in poche frazioni di secondo, non è riuscito a evitare lo scontro. Era già all’esterno, Vinales ha sbagliato la curva e personalmente non vedo dove avrebbe dovuto lasciare altro spazio all’avversario. Al momento è senza avversari, l’importante è che non cominci a guardarsi allo specchio guardandosi in cagnesco. Contro Bagnaia al momento, nonostante tutto, sembra esserci solo Bagnaia.
M: come Martin, finalmente vincitore quest’anno, seppur nella gara sprint e secondo domenica. Nelle ultime quattro gare non è andato peggio del quarto posto, colto entrambe le volte a Jerez. È sempre stato veloce, ora sembra che stia cominciando ad essere anche più attento nella gestione delle gare. È atteso dal ritorno sul gradino più alto del podio, speriamo presto, perché è un pilota che offre sempre spettacolo.
V: come Vittoria, quella che sembra non possa mai sfuggire a questa Ducati. Questa moto è guidabile quasi da tutti ed è sempre vincente, che siano le ufficiali GP23 o quelle private dell’anno prima. Forse anche troppo, tant’è che Bagnaia, dopo il gran premio francese, ha detto che i “Fantastici 4” a cavallo tra gli anni ’00 e gli anni ’10 del duemila, vale a dire Valentino Rossi, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa sono stati i protagonisti sì per il loro talento, ma anche perché le moto factory avevano un margine in più rispetto a quelle clienti. Ha anche aggiunto che quel gap serviva perché adesso le gare sono più estreme e che tutti possono vincere. Tutti, aggiungiamo, o quasi, perché avere una Ducati dà un margine in più, forse anche per manifesta superiorità del progetto. In Francia tre piloti che guidavano la Desmosedici di Borgo Panigale sono saliti sul podio, ma Luca Marini e Alex Marquez, oltre allo stesso Bagnaia, erano nel gruppo dei primi. A lungo andare qualcuno si stuferà di questo strapotere e, credetemi, potrebbe arrivare a breve una decisione atta a sparigliare le carte. Non so nulla e non è detto che effettivamente qualcuno stia pensando a qualcosa, ma cerco di mettere in moto un ragionamento logico. Ducati domina, Aprilia e KTM sono lì ma non troppo, Honda (eccetto Marquez quando c’è) e Yamaha latitano. Dubito che due colossi come quelli giapponesi, che hanno fatto la storia del motomondiale dagli anni ’80 in avanti, stiano lì a cercare di farcela solo con l’ingegneria e senza politica.
E: come Elettricità, che ha alimentato la Ducati V21L nel suo primo round stagionale. Le gare sono state spettacolari, la moto è veloce e diverte tutti. Senza nulla togliere ad Energica, piccola casa emiliana che ha fornito la sua Ego durante le prime stagioni della MotoE, questo è un bel salto in avanti. La V21L è nata per la pista, a differenza della Ego che è una stradale a tutti gli effetti, nonostante le sue altissime prestazioni. Che la Ducati sia un prototipo da pista lo hanno notato tutti, veterani della categoria e non, e ora la serie elettrica ha prestazioni pari a quelle della Moto3. Nota positiva il successo di Matteo Ferrari del Gresini Racing, campione nella stagione inaugurale e ancora veloce anche con questo cambiamento epocale.
Durerà, non durerà, non si sa. Al momento dobbiamo solo che goderci questo meraviglioso momento di grazia della Ducati, dominatrice delle due ruote in lungo e in largo.
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