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Chiacchiere da Bar…bieri – 12 ragioni per non vedere il film “Lamborghini”
Un giornalista non dovrebbe esporsi, più di tanto, si sa. Alcuni giornalisti, però, non collaborano solo con testate, ma si possono trovare fianco a fianco anche con aziende e questo è il mio caso. Nelle mie disamine, più o meno “da bar”, cerco di essere imparziale e obiettivo. Oggi c’è caso che non lo sia.
In tanti abbiamo Amazon Prime Video, servizio streaming regalato dal colosso dell’e-commerce ai suoi clienti più affezionati, ovvero quelli che hanno sottoscritto il piano Prime per avere innumerevoli vantaggi. Amazon sta offrendo un servizio di livello con questa sua piattaforma, ricca di documentari e biopic che ci fanno scoprire molti dietro le quinte di personaggi famosi e realtà sportive (e non) spesso viste solo da fuori. McLaren e Fernando Alonso, ad esempio, sono passati agli schermi della freccia che ride.
A volte anche i migliori fanno dei passi falsi, anche se non per colpa loro. E questa distribuzione esclusiva, ad Amazon, la perdono poco.
Il posto migliore per il film “Lamborghini: The Man Behind the Legend” è l’oblio. Per un innamorato di Lamborghini e della Lamborghini come me, e non dalla nascita, non per eredità affettiva, ma per scelta, questa trasposizione cinematografica del libro di Tonino Lamborghini, figlio di Ferruccio, “Ferruccio Lamborghini. La storia ufficiale” è inadeguata. E sono stato molto politically correct.
Perchè?
Parto dall’inizio, premettendo che sono riuscito a vedere solo 26 minuti di film a causa del ribrezzo che ho provato durante la visione parziale dell’opera. Colpa mia che sono esigente, non della pellicola (forse…).
1. Enzo Ferrari e Ferruccio Lamborghini non avrebbero mai disputato una gara clandestina Lamborghini Countach contro Ferrari Mondial, tra l’altro una delle vetture di Maranello meno sportive e meno potenti della storia del Cavallino.
2. Il doppiaggio non è localizzato nella regione di svolgimento della vicenda.
3. La bandiera a scacchi segna la fine di una corsa, non l’inizio.
4. Cento sembra un paesino americano, ci manca solo che si chiamasse “One hundred”.
5. Dubito che nell’immediato secondo dopoguerra si facesse il veglione di San Silvestro ballando e cantando canzoni statunitensi, ma io non c’ero quindi posso sbagliarmi.
6. Non si possono eliminare Paolo Stanzani e Marcello Gandini per esigenze cinematografiche quando in ventisei minuti devi ancora far vedere la fondazione di Lamborghini Trattori e sei già a un terzo della durata del film. C’è un problema di fondo, per raccontare Lamborghini, che prima di arrivare alle automobili ha fondato altre due aziende, Trattori e Bruciatori, hai bisogno di almeno il doppio del tempo. E se non ce l’hai, meglio stare negli States.
7. Una Fiat Barchetta Sport da 600 cavalli non sta né in cielo né in terra (colpa del doppiaggio italiano errato).
8. Una Fiat Barchetta Sport da 600 cavalli passa sopra a una Porsche 356 che non ne ha nemmeno 100.
9. Dello Cabrera, maratoneta argentino oro olimpico nel 1948, sarebbe passato sopra ad entrambe le auto sopracitate, tant’è stato il senso della velocità trasmessa dalla scena.
10. Nella Mille Miglia del 1948, durante la quale avvenne l’incidente con Ferruccio Lamborghini come copilota, lui e l’amico Gianluca Baglioni finirono dentro un’osteria con una Topolino, e non in mezzo a un campo con una Barchetta Sport.
11. Va bene rinnegare il fascismo, ma in Italia per strada si girava a destra dal 1924.
12. L’unica Miura alla quale Ferruccio Lamborghini ha dato parte del suo DNA è Elettra (e che Dio lo benedica, se c’è).
Chi vuole toccare il mito, abbia almeno la cura di rispettarlo. Se volete darmi torto, prendete il coraggio a due mani e guardate uno degli sprechi di soldi più grandi della storia recente di Hollywood. Buona visione (il proposito di gustarvi un bel film è una visione, intendo).
P.S.: Per sfogarvi dopo la visione del film potete contattarmi, vi offrirò una spalla sulla quale piangere.
Il trailer del film (YouTube – NOTORIOUS Pictures)
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