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Chiacchiere da Bar…bieri – MotoGP, gara sprint, interesse slow
Non ho la presunzione di pensare di avere una sfera di cristallo al posto della testa, ma già l’anno scorso avevo previsto un crollo di interesse per la MotoGP. Che Dorna dovesse porsi più di una domanda sul proseguimento del suo campionato più prestigioso a partire dal 2022, l’avevo già detto in tempi non sospetti.
Non ho la presunzione di pensare che Carmelo Ezpeleta e la FIM leggano periodicamente le “Chiacchiere da Bar…bieri”, affatto. È però innegabile che loro, prima di tutti, abbiano capito che nella MotoGP odierna qualcosa non va e che ci sia bisogno di un cambio.
E così, anticipata da voci incontrollate provenienti dal paddock del Red Bull Ring di Spieberg, sabato mattina è arrivata la notizia meno scontata di tutte: a partire dal 2023, tutti i round della MotoGP avranno una Sprint Race. Se durante queste vacanze siete stati vittime degli scherzi di amici, familiari, consorti o amanti, che vi hanno seppellito in spiaggia per divertimento per poi lasciarvi lì e andarsi a scolarsi secchielli di mojito, magari non sapete bene di cosa stia parlando. Non preoccupatevi, scrollatevi il sabbione di dosso come fa un San Bernardo appena rientrato in casa dopo una passeggiata sotto il diluvio universale e leggete.
Bene, la Sprint Race della MotoGP sarà una gara che si correrà al sabato alle ore 15:00, che avrà una durata dimezzata rispetto alla gara della domenica e che darà punteggio dimezzato. Una half race, insomma. Non determinerà però alcun’altra cosa. Le griglie di partenza delle due gare saranno decise dalle qualifiche, che si disputeranno con il format Q1 e Q2 già consolidato, presumibilmente alla mattina del sabato. Sì, si presume questo, in quanto Dorna deve ancora rilasciare i dettagli.
I piloti, non avvertiti su questa decisione da nessuno, si sono subito spaccati in due blocchi, con una larga parte di essi che si sono dichiarati contrari alla novità. Effettivamente, una gara in più aumenta lo spettacolo, ma aumenta anche i rischi per quelli che sanno sempre tutto per ultimo ma che, alla fine della fiera, senza di loro possiamo continuare a scaricarci serbatoi di Super Liquidator (che ora mi dicono chiamarsi -ahinoi- Super Soaker) in faccia senza alcuna necessità della tregua necessaria per vedere la gara.
Starete pensando che, in questo “Chiacchiere”, sto sparando una marea di cazzate. Sì, ma hanno cominciato loro…
Già, direi che ha cominciato Dorna a spararle, con questa Sprint Race. I motivi sono i più disparati. Innanzitutto i piloti sono sottoposti a sempre più stress e impegni, considerando anche i lunghi calendari ai quali sono sottoposti. Chiedergli di disputare un 42 gare in nove mesi mi sembra esagerato. In secondo luogo, sono contrario a gare che contano meno di altre: il valore di una vittoria, di una sconfitta o di un sorpasso subito o effettuato dovrebbe essere sempre il medesimo, almeno per quanto concerne i punti in classifica. Avrei preferito, se proprio vogliamo fare due gare, una diminuzione del numero di giri di un terzo o un quarto della distanza di gara e fare due round della stessa lunghezza. Ma, a prescindere da questa disquisizione, non è aumentando il numero di gare che si aumenta lo spettacolo e si aumenta la voglia di guardarle, da casa o dalle tribune. Se una gara alla domenica non entusiasma, difficilmente gli spettatori ne guarderanno un’altra il giorno prima.
E dire che lo spettacolo non manca in realtà, come si è visto ieri, come non mancano i contenuti tecnici. Il problema è che il pubblico è abituato ad avere una sfida tra due personaggi, possibilmente opposti l’uno all’altro, in modo tale da amare uno e odiare, sportivamente parlando, l’altro. È questo quello che manca in MotoGP, ora come ora. Purtroppo il pubblico, nei decenni, è stato abituato a divertirsi non solamente per il contenuto sportivo di una gara, ma anche per ciò che c’è prima e dopo: la polemica, il siparietto, lo sfottò. In MotoGP manca questo e purtroppo si riflette nei numeri.
C’è da dire però una cosa: non sempre il pubblico ha ragione. Bisogna far appassionare i fans allo sport in sé, e non alla rivalità. Francamente non rimpiango i tempi in cui i “tifosi” insultavano questo o quel pilota o ne auguravano la caduta o peggio. I tifosi vanno educati, solo così si può migliorare sia il prodotto che il pubblico stesso.
Personalmente, la MotoGP ha perso per me interesse da prima del ritiro di Rossi, ovvero da quando le battaglie corpo a corpo si facevano sempre più rare. Anche adesso sono meno rispetto a metà anni duemila, sia chiaro, ma è lì che secondo me bisogna tornare. A motociclette più semplici, anche da capire per il pubblico, e a più spettacolo, probabilmente passando per la minor ricerca tecnica.
Inoltre, mi sembra che ora la MotoGP vada a rimorchio della Formula 1. Sono due sport diversi, con due audience e platee di pubblico potenziale diverse. Non credo che una debba guardare all’altra sempre e comunque. Se ci sono degli spunti buoni, ok, ma credo che ogni organizzatore debba pensare a capire al meglio i propri fans, cercando di dar loro l’adrenalina che si aspettano. Non a tutti i costi, però. I fans trovano godimento in più maniere, sta a chi ha la conoscenza profonda dello sport indirizzarli verso la direzione più salutare per tutti. Sono lavori di anni, forse decenni, ma chi possiede i diritti di industrie così importanti debba pensare anche al lungo termine e non solo al ritorno nel breve. Questo perché, a pensare nel breve, se si fanno passi falsi è più difficile correggere la rotta. Con un disegno e una visione a lungo termine, tutto risulta più nitido, sebbene più complesso. È questo che manca a Dorna e alla MotoGP: una visione di prodotto, cosa che non manca a Liberty Media e alla Formula 1.
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