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Chiacchiere da Bar…bieri – Tutta colpa di Pecco?

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“Per il secondo fine settimana di fila sono caduto: non riesco a darmi una spiegazione e questo lo rende ancora più difficile da accettare. Evidentemente ho commesso un errore, ma al momento non capisco quale sia stato. È stata una caduta molto strana e ora chiederò alla mia squadra di analizzare bene i dati per capire cosa sia accaduto di preciso. So che il Campionato è ancora molto lungo, ma abbiamo buttato via 45 punti negli ultimi due GP e non è sicuramente il massimo”.

Queste sono le dichiarazioni di Francesco Bagnaia incluse nel comunicato stampa ufficiale di Ducati post GP delle Americhe, nel quale l’ex #63 è caduto dopo otto giri in testa. Per come abbiamo imparato a conoscere Bagnaia, quelle virgolettate non sono scuse. Sono parole di un pilota, un Campione del Mondo, che sa dire quando sbaglia, come quando si è applaudito ironicamente in ghiaia a Motegi nel 2022. Questa volta no, non riesce a riconoscere un suo errore. Se ci sia stato o meno lo stanno verificando in queste ore i tecnici della Casa di Borgo Panigale, che daranno al #1 tutte le spiegazioni di cui ha bisogno.

In una domenica non serena per la scuderia ufficiale (l’inginocchiamento disperato di Davide Tardozzi nei box texani è già un meme), qualche nota positiva c’è. La moto, soprattutto quella dello scorso anno, è veloce e fa andare forte tutti. Bezzecchi è ancora in testa alla classifica, Marini è riuscito a concludere la gara in seconda posizione, Alex Marquez sembrava ‘ok’ ma non è riuscito a dimostrare il suo potenziale a causa della caduta causata dal compagno di marchio Jorge Martin. 

Tardozzi, in basso, reagisce sconsolato alla caduta di Bagnaia (source: twitter MotoGP)

La caduta del pilota spagnolo del Parma Racing ha qualcosa in comune con quella del piemontese: “Come Pecco, anch’io vorrei capire bene cos’è successo, perché è una curva dove non si cade”, ha dichiarato Martin ai microfoni di Sky Sport MotoGP. “Non è un tratto dove devi fare qualcosa di speciale, quando sono entrato non ho avuto alcun segno particolare. Quando sono caduto non mi ero neanche arrabbiato, dal momento che la situazione mi ha sorpreso e quindi devo capire cosa è successo. Sicuramente non era il modo migliore di affrontare la curva, ma spero di rifarmi alla prossima occasione”.

I problemi di Bagnaia e Martin possono far scricchiolare tutte le certezze bolognesi? Nì. Le ipotesi dietro al mistero sui entrambe le cadute possono essere due. La prima è che la Ducati starebbe diventando man mano una moto imprevedibile, o se non altro, possa esserlo più dei modelli precedenti. La seconda è che tecnici e centauri non abbiano ancora raggiunto un grado di comprensione ideale del prototipo. Nel primo scenario saremmo di fronte a un potenziale problema, nel secondo si tratterebbe della normale curva di apprendimento propria di un nuovo progetto, sebbene non radicalmente diverso rispetto a quello del 2022. Inoltre, non deve intimorire il fatto che la cosiddetta GP22 sembra performante come la GP23, dal momento che stiamo parlando di un mezzo all’apice del suo sviluppo. La GP23 è veloce questo è fuori discussione.

Il pericolo potrebbe essere quello di soffrire della sindrome Yamaha 2020, quando la M1 di quell’anno non fu un passo avanti rispetto alla sua progenitrice, bensì rappresentò un passo indietro. Valentino Rossi, Maverick Vinales e Fabio Quaratararo, tutti equipaggiati con la M1 2020, faticarono rispetto a Franco Morbidelli, che fu il vicecampione del mondo con la M1 2019 dotata del motore 2020. Non sembra sia questa la fattispecie che stanno vivendo in casa Ducati, ma tra un Enea Bastianini che non ha ancora corso un Gran Premio e le sole tre corse alle spalle, mancano ancora dati sufficienti per avere la certezza di una risposta. Non ci resta che aspettare Jerez, a fine aprile, e maggio. Forse allora la verità comincerà a venire a galla.

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