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Ciclismo

Intervista Esclusiva al Tour de France 2024

Walter ha intervistato il Tour de France in esclusiva e si è fatto raccontare cosa ci aspetta nelle prossime tre settimane

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Logo Tour de France
Logo Tour de France (©Tour de France)

In questi giorni, girovagando per il centro storico di Firenze, tra turisti e appassionati di ciclismo provenienti da ogni parte del mondo, ho avuto la fortuna di incontrare un vecchio, vecchissimo amico che personalmente conosco da oltre quarant’anni ma ne ha ben centodieci, quasi centoundici. Di chi parlo? Ma del Tour de France, naturalmente. Ecco la sintesi delle cose che ci siamo detti…

Bonjour, Monsieur!

«Bonjour a vous, anzi buongiorno a lei!»

Mon cher ami, vi siete messo a parlare in Italiano adesso?

«Certamente! Era quasi obbligatorio visto che, come ben saprà, per la prima volta nella storia sabato 29 giugno si parte dall’Italia, in particolare da quel gioiello di città che si chiama Firenze».

Finalmente, mi verrebbe da dire…

«E avrebbe perfettamente ragione! Anche se in questi anni siete un po’ in crisi, il vostro è un Paese che ha dato tantissimo al ciclismo e al Tour, cioè a me. Eppure siamo partiti in tanti posti fuori dalla Francia, ma mai in Italia. Un torto che andava in qualche modo sanato, prima o poi. Con molto ritardo certo, ma, come si suol dire, meglio tardi che mai!»

Immagino sia un modo per onorare i nostri tanti campioni del passato.

«Dici Firenze e pensi subito a quel Sant’Uomo di Gino Bartali, grandissimo Campione sia nello sport che nella
vita…Ma non solo a lui. Anche a un grande sottovalutato della storia del ciclismo, ovvero Gastone Nencini, vincitore nel 1960. Ma poi, come saprà bene, gli omaggi non finiranno lì…»

Ci dica, ci dica…

«Dopo la Grande Partenza di sabato che prevede l’arrivo a Rimini (una tappa costellata da ben sette Gran Premi della Montagna), il secondo giorno si partirà da Cesenatico che a lei ricorderà certamente…»

Il Pirata!

«Esatto, il povero Marco. Quel sublime scalatore che seppe onorare questa corsa per anni, vincendola nel 1998, ma che non sempre venne trattato così bene da chi all’epoca mi rappresentava. Si partirà da Cesenatico, dicevo, e dopo un’altra tappa accidentata e piena di insidie si arriverà a…adesso tocca a lei dirmelo».

A BOLOGNA!

«Esattamente!»

E ci dica, è previsto l’arrivo a San Luca come nel Giro di alcuni anni fa?

«Purtroppo questo non è stato possibile dal punto di vista logistico, per cui arriveremo in centro città. Ma a San Luca passeremo per ben due volte, l’ultima a tredici chilometri dal traguardo posto in Via Irnerio . Un finale che promette grande spettacolo».

Terza tappa e ancora Italia…Emilia, giusto?

Proprio così. Ci spostiamo a Piacenza per la partenza di una tappa assai lunga (230 chilometri) con arrivo a Torino, una città che già in passato ha ospitato l’arrivo del Tour. Attraverseremo buona parte del Piemonte sfiorando Castellania, il Paese natale del Campionissimo Fausto Coppi, amatissimo anche dai Francesi. Questa sarà una frazione che non dovrebbe sfuggire ai velocisti. Completamente diversa, invece, la quarta tappa, l’ultima in territorio italiano: si parte da Pinerolo, si affronta subito il Colle del Sestriere, quindi il Monginevro, il Lautaret e infine il Galibier fino ad arrivare a Valloire. Una frazione molto dura e sarà solo la quarta di questa corsa».

Cosa si attende dalle tappe italiane?

«Al di là dell’aspetto tecnico, che comunque non è banale, mi attendo tanta gente e tantissimo calore. Gli appassionati nel vostro paese aspettano da decenni questo momento e sono certo che sapranno farsi sentire offrendo uno spettacolo di folla ancora più allegro e colorato del solito».

Torniamo allora alla corsa. Sa indicarci altre tappe che potrebbero rivelarsi decisive?

«Detto che la storia del ciclismo insegna che le insidie si possono nascondere in ogni tappa, in ogni momento, dietro ogni curva, posso elencagliene alcune: la cronometro di venerdì 5 luglio da Nuits-Saint-Georges a Gevrey-Chambertin, la tappa di Troyes di domenica 7 luglio che prevede ben quattordici settori di sterrato, le due tappe pirenaiche di Pla d’Adet e del durissimo Plateau de Beille rispettivamente sabato 13 e domenica 14 luglio fino al gran finale…»

Che prevede…

«Dopo un paio di tappe abbastanza dure a Superdevoluy e a Barcelonette, venerdì 19 luglio si parte da Embrun, si affronta il Col de Vars e da qui si va a scalare il Col de la Bonette che, con i suoi 2802 metri, sarà il punto più alto di questo Tour e non solo, visto che si tratta della strada carrozzabile più alta d’Europa. Discesa verso Isola e poi si risale fino all’arrivo di Isola 2000, già affrontato nell’ormai lontanissimo 1993».

Finita qui?

«Assolutamente no! Il giorno dopo (sabato 20 luglio) partenza da Nizza, si affrontano tre gran premi
della montagna fino all’arrivo in salita sul Col de la Couillole».

Infine…Parigi!

«Macché! A Parigi quest’anno hanno in testa solo le Olimpiadi, così noi chiudiamo proprio a Nizza. Ma lo facciamo col botto visto che domenica 21 luglio è prevista una seconda cronometro tra Monaco e Nizza: 33 chilometri che prevedono tra l’altro la salita de La Turbie e il Col d’Eze».

Un finale scoppiettante, insomma! E ci dica, chi riuscirà secondo lei a vestirsi di giallo al termine di quest’ultima tappa che ci ha così bene descritto?

«Per fortuna, dopo aver temuto il peggio, alcuni giorni fa è giunta la notizia più attesa: Jonas Vingegaard, il vincitore delle ultime due edizioni, potrà essere al via dopo il terribile incidente che gli era occorso ad aprile. Non sappiamo fino in fondo quale sia il suo attuale stato di forma, ma certamente ci aspettiamo, o almeno speriamo che possa rinnovarsi il meraviglioso duello con il grande Tadej Pogacar, fresco vincitore del Giro. Un duello che ha ravvivato le ultima tre edizioni ma del quale io e tutti gli appassionati di questo sport non siamo mai sazi».

Altri nomi per la classifica?

«Sicuramente non posso dimenticarmi di Primoz Roglic che quest’anno ha finalmente ottenuto i gradi di capitano unico e cercherà di “vendicare” la brutta sconfitta subita dal connazionale Pogacar nell’edizione di quattro anni fa. Inoltre devo per forza citare Remco Evenepoel anche se ho il dubbio che il Belga riesca a tenere sulle tre settimane in una corsa così dura. Inoltre posso nominare il trio della Ineos con Mister G. Geraint Thomas reduce da un bel Giro, Carlos Rodriguez (quinto lo scorso anno) e il redivivo Egan Bernal che vedemmo vincere nel 2019 e che poi rischiò la vita in un terribile incidente. Tra gli outsider citerei anche Richard Carapaz, Jay Hindley, i due gemelli Yates, Joao Almeida e Felix Gall».

Sui protagonisti di giornata cosa mi dice?

«Intanto lasci che rivolga il mio in bocca al lupo al grandissimo Wout Van Aert, reduce pure lui come Vingegaard da un terribile incidente. Mi attendo una rinnovata sfida tra lui e l’altro “mostro” delle corse di un giorno Mathieu Van der Poel, campione del mondo in carica. Per le volate i nomi sono diversi, primo tra questi quello di Jasper Philipsen recente vincitore della Sanremo».

Riguardo agli Italiani?

«Purtroppo siete in pochi (otto ndr) e in questo momento non avete uomini da classifica generale. Mi attendo però qualcosa di buono dal neo campione d’Italia Alberto Bettiol e dall’ottimo Giulio Ciccone che lo scorso anno seppe vincere la maglia a pois di miglior scalatore».

A questo punto non mi resta che ringraziarla per il tempo che ci ha dedicato, Monsieur Tour de France…

«Sono io che ringrazio lei che con la sua intervista mi permette anche di ringraziare in anticipo tutti gli Italiani che da sabato 29 giugno a martedì 2 luglio riempiranno le strade contribuendo a regalare immagini indimenticabili a chi da tutto il mondo si sintonizzerà per vedere la corsa e per conoscere ancora meglio il vostro meraviglioso Paese. Grazie mille dell’ospitalità che le vostre pagine mi hanno offerto. E buon Tour a tutta la vostra redazione e a tutti gli Italiani!»

Buon Tour anche a lei…cioè buon lavor…va beh lo dico anche io.

Buon Tour a tutti noi della Compagnia del Raggio e di 1000cuorirossoblu e tutti i Bolognesi! Ai Toscani! Agli Emiliani! Ai Piemontesi! Buon Tour a tutti coloro che impiegheranno qualche ora del proprio
tempo per recarsi sulla strada a vedere il Tour. A far parte esse stesse del Tour. AD ESSERE IL TOUR!

Articolo di Walter Panero

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