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Coronavirus, lutto nel mondo dell’atletica: è morto Donato Sabia

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«Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno.»  Frase che mai come in questi ultimi mesi risulta appropriata e calzante per descrivere la furia del Covid-19 che continua a mietere vittime a profusione.
Non è riuscito a sfuggire alla sua morsa Donato Sabia che ieri, all’età di 56 anni, ci ha lasciato. Nacque a Potenza nel 1963, uno dei più grandi rappresentanti italiani dell’atletica leggera, specializzato negli 800 metri. Finalista per ben due volte alle Olimpiadi di Los Angeles (quinto) e di Seul (settimo). Proprio nel 1984, a Los Angeles, Sabia realizzò una delle migliori prestazioni sul doppio giro di pista con un tempo di 1’43”88, a pochi centesimi dallo storico record di Marcello Fiasconaro, riuscendo a vincere sempre nell’84 l’oro agli Europei indoor di Goteborg. Nonostante sia per definizione un ottocentista, Sabia vanta l’undicesima prestazione all-time sui 400 metri piani con un tempo di 45”73. Il 1984 è il suo anno di grazia tanto che riesce anche a siglare il record mondiale sui 500m (1’00”08) scavalcando l’occhialuto Hartmut Weber fermo a 1’00”35, primato che durerà per ben 29 anni e che verrà scalzato solo nel 2013 dal cubano Orestes Rodriguez Williams (59”32). 

Compagno, ma soprattutto amico di Pietro Mennea campione olimpico dei 200 metri piani di Mosca nel 1980, fu uno dei pochi mezzofondisti ad avere il privilegio di essere allenato da Carlo Vittori, prima di passare sotto l’occhio vigile di Sandro Donati. Ebbe il coraggio di rifiutare l’assunzione di sostanze stupefacenti per incrementare le proprie prestazioni, non era tipo da scorciatoie o da ignobili inganni, nonostante i controlli allora fossero molto più saltuari rispetto ad ora. Rifiuto che gli costò caro tanto da venire escluso dalle successive competizioni, vista e considerata la pubblica denuncia contro coloro che gli proposero il doping come rapida soluzione per i suoi infortuni. 

Sabia, scomparso pochi giorni dopo la morte del padre anche lui colpito dal coronavirus, lascia due figlie. «Il presidente della Fidal Alfio Giomi, il presidente onorario Gianni Gola, il Consiglio federale, a nome di tutta l’Atletica Italiana, esprimono profondo cordoglio e si stringono idealmente ai familiari in un abbraccio.» si legge in una nota della Federazione di atletica leggera. «Rimarrà indelebile il ricordo sportivo e la bontà d’animo di Donato» così il comitato regionale della Basilicata della Fidal di cui Sabia era stato presidente. Scompare un uomo onesto e riservato che lascerà un vuoto incolmabile nei cuori degli appassionati di atletica leggera, alfiere virtuoso e vincente di uno sport colpevolmente snobbato in Italia. 

Fonti: Wikipedia, Rainews, Corriere della Sera

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