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Elogio all’Automobile

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Cuore della Motor Valley, sabato 28 novembre 2020 – È una tipica giornata autunnale. Grigia, cupa, uggiosa. Specchio dell’attualità che stiamo vivendo. Un’attualità dove piove sempre sul bagnato, senza sosta. Sta finendo un’altra settimana al tempo della pandemia, l’ennesima. Ormai abbiamo finito di pensare da quanto tempo siamo dentro a questo tunnel che pare essere interminabile. Ogni volta che si vede un flebile barlume di luce, tutta l’umanità si fionda a seguirlo, per poi scoprire che è solo un’illusione. Ho sentito spesso dire, quando ascoltavo discorsi su persone intrappolate in qualche meandro sperduto dei sotterranei terreni, o anche marini, che la cosa meno consigliabile da fare è quella di seguire la luce. Pare proprio essere così, anche stavolta.

E allora eccomi, sotto questa finissima nebbiolina novembrina, a rincasare, voglioso di infilarmi sotto la doccia, immerso nelle fitte nubi dei miei pensieri. Il futuro, i progetti, le ambizioni personali. Tutto chiaro ed evanescente nello stesso tempo. Nelle cuffie “Comfortably Numb” dei Pink Floyd, una delle più belle melodie mai scritte. Quanto avrei voluto crescere negli anni ’70, sommerso nella psichedelia tipica di quel decennio.

Le idee corrono veloci: “l’assolo di questa canzone è proprio quello che Claudio vorrebbe mettere alla fine del video che abbiamo in cantiere. Una giornata del genere sarebbe proprio quella giusta per girarlo, ma chissà come saremo spianati da qui a qualche mese. Ormai nulla è più certo”. La fiducia nel futuro c’è, è presente, ma condizionata. È difficile azzardare a prendersi la libertà di sognare, ora come ora. È tutto un “forse”, “vediamo”, “chissà”.

Dal nulla un bagliore. Un colore azzurro acceso squarcia il grigiore di questo sabato mattina e mi fa tornare il sorriso. Un sorriso spontaneo, liberatorio, irrefrenabile, celato dalla mascherina chirurgica che porto per rispetto verso me ed il prossimo.

È la mia automobile. Non ricordavo di averla parcheggiata proprio lì, dopo la curva. L’ho scelta quattro anni fa, contro il parere di qualcuno, fra le perplessità di chi vedeva quel colore blu “puffo”, così ribattezzato dai colleghi di lavoro, che tanto mi distingue ad Imola e che mi rende perfettamente riconoscibile. Ce ne sono solamente altre due così, nel raggio di venti chilometri.
Quello che per molti è solo un mezzo di locomozione, un freddo pezzo di lamiera, mi ricorda chi sono. Mi fa tornare alla mente la mia voglia di credere nel futuro, mi fa rifiorire la volontà di rialzare la testa, lottando fiducioso contro questa minuscola entità che sta ingabbiando i nostri corpi ed i nostri sogni.

L’automobile, lussuosa o meno che sia, rappresenta uno dei primi segnali dell’indipendenza degli adolescenti che stanno per affacciarsi al mondo dei grandi. L’automobile è da centinaia di anni il motore delle nostre vite, che dà anima ai più reconditi desideri di tante persone in tutto il mondo e che ha ispirato generazioni di persone a mettersi alla guida della propria vita, facendo del loro tempo su questa Terra qualcosa di eccezionale.

Quindi grazie, Automobile.

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