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Una Gara da Mito – GP Brasile 1985, la prima di Minardi

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La prima gara del Campionato Mondiale di Formula 1 è stata storica per la Motor Valley. A Jacarepagua, nella città di Rio de Janeiro, in circuito che ora non c’è più, demolito per far posto al Villaggio Olimpico per Rio 2016, andò in scena il debutto del più longevo piccolo costruttore della storia della Formula 1. Da sottolineare la tarda partenza del mondiale di quell’anno, datata 7 aprile, a causa dell’annullamento del GP di Dallas, inizialmente programmato per il 24 marzo. Erano ventinove anni che il campionato non partiva così tardi. Questo record venne battuto nell’87, quando si iniziò il 12 aprile, e nel 2020 quando, a causa della situazione pandemica, la stagione partì il 5 luglio.

Il debutto del Minardi Team

Gian Carlo Minardi, fondatore dell’omonimo Minardi Team, prese il comando nel 1972 della Scuderia del Passatore che, nel 1974, diventò Scuderia Everest, in seguito ad un accordo di sponsorizzazione con la Everest, azienda produttrice di accessori per automobili, e si iscrisse all’Europeo di Formula 2. Andando avanti con gli anni i risultati furono altalenanti, soprattutto nel ’78 e ’79, biennio che portò alla rottura dell’accordo di sponsorizzazione. In vista del 1980 Minardi decise di diventare proprietario del team, rinominandolo con il suo cognome. Portò al debutto una monoposto progettata dall’Ing. Giacomo Caliri e, nel 1981, arrivò l’unica vittoria del Minardi Team, a Misano grazie a Michele Alboreto. La realtà iniziò a crescere e, nel 1984, il socio in affari di Minardi, Piero Mancini, spinse il costruttore faentino a fare il grande salto, supportato da una motorizzazione Alfa Romeo. Nel 1984 Caliri sviluppò la M184, telaio misto alluminio-fibra di carbonio nel quale prendeva posto un motore turbo Alfa Romeo a otto cilindri. La vetturà andò a battesimo sempre a Misano con alla guida Alessandro Nannini, l’11 ottobre 1984. Da quell’auto nacque la M185 all’interno del quale venne alloggiato un motore Cosworth, soluzione di riserva dal momento che la Casa del Biscione decise di non dare i propri propulsori a Minardi. Come pilota, in un’epoca dove erano permesse le partecipazioni di team con una sola vettura, venne scelto Pierluigi Martini. A Jacarepagua lo staff della Minardi contava di tredici elementi, compreso il pilota, con un solo ingegnere, Caliri, a dirigere le operazioni.

La vigilia

Il debuttante del 1984 Ayrton Senna, dopo una sola stagione alla Toleman, nell’85 passò alla Lotus insieme a Elio De Angelis mentre Nigel Mansell andò a far compagnia a Keke Rosberg alla Williams. Durante la pausa invernale la Tyrrell confermò Martin Brundle e appiedò Stefan Bellof, sostituito da Stefan Johansson. Gerhard Berger, in uscita dalla fallita scuderia tedesca ATS, trovò un volante alla Arrows. La McLaren si avvalse nuovamente della coppia composta da campione e vice-campione in carica, Niki Lauda e Alain Prost. Anche la Ferrari fece affidamento sui piloti dell’84 Michele Alboreto e Renè Arnoux, che potevano contare sulla neonata 156-85, dimostratasi nei test più competitiva della vecchia 126 C4. La novità di questa vettura sta anche nell’ingegnere padre del progetto: nell’autunno del 1984 Mauro Forghieri, dopo 23 anni da Direttore Tecnico, abbandonò la Casa del Cavallino Rampante, sostituito da Harvey Postlethwaite.

Qualifiche

I giri cronometrati validi per la griglia di partenza all’epoca si potevano siglare in due sessioni, una al venerdì e una al sabato. La Lotus dominò la prima sessione, con De Angelis davanti a Senna per ben sei decimi. Terzo fu Alboreto che, al sabato, stampò un perentorio 1’27”768 che gli valse la pole position. Secondo si piazzò Rosberg con un ritardo di 94 millesimi. Terzo De Angelis a tre decimi, quarto Senna, quinto Mansell, sesto Prost. Solo settimo fu Arnoux, attardato Lauda, nono, preceduto dalla Brabham-BMW di Nelson Piquet. L’avventura della Minardi non iniziò benissimo nel giro secco, con Martini che si classificò ultimo, attardato di oltre tre secondi su Mauro Baldi, pilota della Spirit. Il tempo fu di 1’44″406: c’era indubbiamente da lavorare.

Gara

Alla partenza Rosberg scavalcò Alboreto con un eccellente scatto; il milanese venne subito tallonato da Mansell, autore anche lui di un bel via. Il leone d’Inghilterra attaccò subito Alboreto, colpendo con l’anteriore destra la sua anteriore sinistra. Alboreto riuscì a mantenere la posizione mentre l’inglese ebbe la peggio. Ripartì con la vettura danneggiata aiutato dai commissari, ma ben presto dovette ritirarsi per un problema agli scarichi. Il primo pilota ferrarista cominciò ad avere a che fare con una vettura sottosterzante che favoriva il rientro di Prost, terzo. Al decimo giro Rosberg si ritirò per la rottura del turbo mentre anche Lauda si fece sotto, superando Senna per la terza posizione. Al diciottesimo passaggio cambiò la testa della corsa, con Prost che finì per sopravanzarlo. Dopo il pit stop Prost allungò su Alboreto, creando un ampio divario. Al giro 49 Senna fu costretto al ritiro mentre Arnoux rimontò posizioni su posizioni: finirà quarto. Il Professore francese impose un ritmo indiavolato e vinse con tre secondi su Alboreto, unico altro pilota a pieni giri. Terzo giunse De Angelis, mentre la zona punti fu completata dai francesi Arnoux, Tambay e Laffite.

Il via del GP del Brasile 1985  (Source Dailymotion – veroMagillino F1; copyright to the owners)

Guardando verso Faenza, il debutto della Minardi fu contrassegnato da diverse difficoltà: Martini si ritirò al venti giri dal termine per la rottura del suo propulsore Cosworth. Fu la prima di 340 emozionanti avventure nell’incredibile e imprevedibile Circus della Formula 1. La creatura di Gian Carlo Minardi ci regalò un’epopea che difficilmente potremo rivivere, rappresentata dalla classe operaia che riuscì a banchettare per ventuno stagioni al tavolo dei più grandi costruttori mondiali.

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