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F1 – Gp Brasile: Verstappen fallisce l’allungo, Hamilton ritrova la determinazione

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Ad Interlagos è una splendida giornata brasiliana, le tribune sono gremite il sole risplende mentre il team acrobatico dell’Aviazione vortica nel cielo.

Verstappen parte saldamente dalla sua seconda posizione nonostante la sostituzione dell’ala mentre Hamilton, come anticipato, è costretto a partire dalla decima, penalizzato di cinque posizioni per la sostituzione del motore endotermico: davanti toccherà a Bottas cercare di arginare la volontà delle due RedBull alle sue spalle.

Ma Bottas non ha certo dimostrato in questa parte della stagione tutta questa concentrazione nel cercare di portare a compimento le strategie di squadra: al pronti via il finlandese stacca male e viene immediatamente superato da Verstappen finendo per essere quasi affiancato da altri piloti come l’accorrente Gasly e superato anche da Perez. Dietro i tre contendenti è Leclerc a trovare però la traiettoria giusta per prendersi la momentanea quarta posizione dopo un duello duro ma leale con il compagno Sainz, quindi Hamilton, già sesto, e Gasly.

Il britannico della Mercedes ci impiega altri due giri ad arrivare alle calcagna delle RedBull e mentre cerca di attaccare Perez dietro di loro Leclerc prova a farsi vedere su Bottas complice anche la safety car entrata per permettere la pulizia della pista dei detriti causati da uno scontro tra Tsunoda e Stroll. Tra Hamilton e Perez il duello si infiamma a cavallo del 20° giro, dopo una serie di sorpassi e contro-sorpassi è il sette volte campione del mondo ad uscirne vincitore con una traiettoria delle sue sul rettilineo d’arrivo: l’obbiettivo è ora nitido davanti ai propri occhi.

Al 25° i piloti cominciano a rientrare per il cambio gomme e oggi più che mai le scuderie cercano di emulare gli avversari diretti di giornata: le Ferrari rientrano non appena Gasly si ferma e così fa la Red Bull quando a fermarsi è Hamilton; l’unico a rimanere fuori un po’ di più è per sua fortuna Bottas che rientra in regime di Virtual Safety Car dimezzando di fatto il passaggio ai box guadagnando così una posizione su Perez.

Passano diversi giri senza sorpassi importanti con i primi in fase di studio; cercando di non rimanere penalizzato da un tentativo di undercut da parte delle Mercedes, Verstappen è il primo del gruppetto di testa a rientrare per il secondo pit stop a 30 giri dal termine dopo non essere riuscito a liberarsi dalle grinfie di Hamilton alle sue spalle per più di 20 giri. La Mercedes può pensare a che strategia usare e richiama immediatamente Bottas in pit, lasciando Hamilton con pista libera alla guida della gara, i tempi del britannico però non decollano e viene richiamato comunque ai box: il distacco tra i due contendenti al titolo è ora di quasi tre secondi con il pilota Mercedes che si lamenta delle medie appena montate: oggi le gomme più performanti sembrano essere quelle a mescola dura.

Ma se a gomme forse se la cava meglio Verstappen, Hamilton può contare come mai in questo mondiale su una macchina che sembra di nuovo essere quella monoposto indomabile dell’ultimo decennio: serviranno tre tentativi al britannico per prendersi la testa della gara, Verstappen venderà cara la pelle arrivando anche ad accompagnare fuori pista l’avversario scatenando le ire di Wolf, ma alla fine ce la farà  al 59° giro chiudendo di fatto una rimonta di nove posizioni che si vanno a sommare alle 15 di ieri e vincendo una gara che doveva essere sua per impegno, determinazione e forza.

Dietro Leclerc e Sainz chiudono in quinta e sesta posizione consolidando la Ferrari come “prima degli altri” mentre nel duello di classifica tra Alpine e Alpha Tauri, Pierre Gasly cerca di portare un po di ordine nelle idee di chi segue il mondiale compiendo un doppio sorpasso si Ocon e Alonso a cavallo del 60° giro di prepotenza e superiorità, solo nelle idee però perchè di fatto le due scuderie rimangano appaiate in quinta posizione a 112 punti.

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