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F1 – Gp Gran Bretagna 1951: la prima vittoria di Gonzalez, la prima della Ferrari

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“Grazie dei Fior, fra tutti gli altri li ho riconosciuti”. Bentornati nel 1951, l’anno del primo festival di San Remo, vinto dalla bolognese Nilla Pizzi. L’anno in cui a Parigi venne istituita la CECA, comunità europea del carbone e dell’acciaio, mentre Angela Maria Guidi Cingolani viene nominata sottosegretario al  Ministero dell’Industria e del commercio, fu la prima donna ad entrare nel Governo.

Nel 1951 la Formula 1 è ancora ai suoi albori, le regole sono relativamente poche, ancora meno i Gran Premi validi per l’assegnazione del mondiale, tra questi la 500 miglia di Indianapolis a cui partecipano solo piloti statunitensi, il che rende la lista dei piloti – e delle squadre – iscritti al mondiale confusa e senza fine. Gli spettatori possono sorseggiare un boccale birra a bordo pista e i meccanici prendono a martellate i bulloni delle ruote per poterle cambiarle più rapidamente.

Attenti a quegli argentini. Il 1951 è anche e soprattutto l’anno della prima incoronazione di Juan Manuel Fangio, quella stagione alla guida di una Alfa Romeo 159A, come campione di Formula 1, dopo un duello che conservò la disputa aperta fino all’ultima gara di quel mondiale con Albero Ascari su Ferrari 375 F1. L’italiano riuscirà a pareggiare momentaneamente i conti con l’argentino già la stagione successiva, ma oggi vogliamo raccontarvi un’altra storia, quella di quando Josè Froilàn Gonzalez portò la Ferrari alla prima vittoria di una gara di Formula 1.

Il Gran Premio di Gran Bretagna è il quinto appuntamento sul calendario di quel mondiale – 12° in assoluto – , fino a quel momento della stagione Ferrari e Alfa Romeo hanno lottato equamente ma la Scuderia del cavallino rampante ancora non è riuscita a mettere il proprio sigillo su nessuna delle gare fin qui disputate. Ma la vittoria è nell’aria, tutti i principali piloti della Scuderia, Taruffi, Ascari e Gonzalez, hanno già guadagnato almeno un secondo posto, chi verrà ricordato come primo pilota vincitore su una rossa è ancora tutto da scrivere nei libri di storia, ed i tre hanno quasi le stesse possibilità di farcela; Ascari intanto è il primo ad aver portato un podio alla rossa, il secondo posto nel primo gp di Monaco dietro al solito Juan Manuel Fangio.

Le qualifiche. Già dalle qualifiche si capisce che il duello di giornata potrebbe tranquillamente disputarsi nella provincia di Buenos Aires: Fangio e Gonzalez chiudono davanti a tutti le prove del venerdì con il secondo che riesce a registrare il miglior tempo dando un secondo all’acerrimo avversario (e amico), di 11 anni più anziano, con cui lo scorso anno aveva anche partecipato in team alla 24 ore di Le Mans. Dietro la batteria di piloti argentini, quella di italiani al gran completo, da Farina a Bonetto passando per Ascari, Villoresi e Sanesi. E sarà proprio Bonetto, forse il meno conosciuto del gruppo, a sorprendere durante la partenza del giorno dopo.

La Gara. Bonetto, come detto, al pronti via si va trovare più rapido di riflessi degli avversari, riuscendo a smarcare chi gli sta davanti, portandosi in prima posizione. E prima di criticare la partenza degli avversari, ci racconta Gonzalez la particolare tensione di quella partenza “Chiunque fosse partito in anticipo avrebbe subito una penalizzazione di cinque minuti. Eravamo così spaventati da questa minaccia che quando la bandiera si abbassò i tre della seconda fila ci superarono…seppure solo momentaneamente“. Ma la gloria del pilota italiano finisce già al secondo giro quando l’argentino in Ferrari riesce a superarlo. “El Cabezon”, soprannominato così per la sua testa voluminosa, comincia quindi una lotta con il connazionale Fangio che in quel momento ha una macchina più leggera: il motore aspirato della Ferrari però può garantire, grazie ad un minor consumo di benzina, una strategia ad una sosta rispetto quella a due in programma per l’Alfa Romeo. E su una gara così lunga questo particolare farà la differenza. Al rientro dal primo pit stop al 20° giro, Fangio deve rincorrere con una macchina decisamente più pesante e meno performante rispetto la Ferrari dell’avversario che riesce così a riprendersi la testa della corsa, cominciando a macinare tempi a cui gli altri non riescono a rispondere. Anche dopo il rifornimento di Gonzalez, a metà gara inoltrata, la Ferrari mantiene la testa con quasi un minuto di vantaggio sull’Alfa Romeo di Fangio. Ai box Gonzalez incrocia Ascari che nel frattempo si è dovuto ritirare, l’argentino crede di dover concedere la guida al compagno di squadra – pratica comune all’epoca – ma invece riceve dall’italiano una pacca sulla spalla e l’incitamento ad arrivare primo. La batteria di italiani perde anche Villoresi al 50° giro. A tagliare la bandiera a scacchi finale è quindi finalmente una Ferrari: Froilan Gonzalez vince così, con un pugno alzato al cielo, il primo gp della sua carriera, dando il via alla tradizione della Scuderia più vincente della formula 1 – la Ferrari è prima in questa speciale classifica con 238 primi posti, seconda è la McLaren staccata da 56 lunghezze-.

 

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