Oggi abbiamo assistito ad una gara spettacolare che consacra il ritorno di una Formula 1 avvincente come non la si vedeva ormai da decenni, e che ci fa guardare all’orizzonte del prossimo 2022 con la consapevolezza e la speranza di ricevere qualcosa di altrettanto epico con magari qualche gioia in più per noi tifosi della Motor Valley.
L’appuntamento di Yas Marina non delude e anzi infuoca ancora di più gli animi e il tifo; quando la gara di oggi sembrava ormai decisa il caso la ribaltata per ben due volte consegnando nelle mani di un Verstappen sempre concentrato ma meno veloce del solito, anche e soprattutto a causa delle strategie RedBull, il campionato del mondo. La gara di oggi segue quindi il solco tracciato dal mondiale venendo decisa all’ultimo giro utile.
Mancano pochi secondi al via, la tensione è palpabile e raccolta negli sguardi degli ingegneri e meccanici ai box ripresi dalle telecamere mentre le monoposto si schierano sul rettilineo del via. Arriva la bandiera verde, i motori si scaldano, i semafori si spengono: Hamilton parte bene, fa quello che doveva fare un Verstappen con le gomme più morbide e che invece rimane piantato sulla propria casella di partenza: un ritardo nel tempo di reazione di 0.1 secondi per l’olandese. Alla prima curva Hamilton è saldamente in prima posizione mentre Verstappen potrebbe perdere anche la seconda ma dietro di se Perez lo difende dall’arrivo di Norris.
Poche curve e Max forza ai limiti la staccata dopo aver preso tutta la scia ad Hamilton, i due arrivano insieme in entrata di curva ed il britannico deve raddrizzare il volante, finendo per tagliare la curva, per non finire addosso a Max: per la direzione di gara non c’è scorrettezza nel taglio di Hamilton – che intanto rientra primo in pista-, probabilmente proprio per il fatto di aver cercato di evitare una collisione con l’avversario in una situazione non pulitissima creata proprio dal pilota RedBull.
Nei momenti concitati del via intanto ne approfittano le Ferrari: Sainz si prende la quarta posizione, Leclerc la sesta. Bottas intanto sembra sempre più fuori dai giochi con la sua settima posizione poi ottava per il sorpasso di un concentrato Tsunoda.
Hamilton comincia a girare come solo lui sa fare quando si trova a condurre mentre Verstappen sembra essere in sfiducia: i piani iniziali della RedBull sono già saltati e la sua monoposto non sembra essere oggi in grado di fronteggiare la Mercedes a parità di condizioni. Serve un’idea, dopo appena 14 giri il gap da Hamilton è addirittura di 7 secondi, Verstappen viene richiamato anzitempo per montare delle dure. Al box Mercedes si decide di non permettere all’avversario di arrivare di completare un undercut e anche se Hamilton potrebbe disputare ancora diversi giri sulle sue medie viene richiamato per emulare l’avversario. La situazione è quindi quella di Perez primo, con i due contendenti al titolo alle sue spalle.
Sainz nel frattempo, con le morbide vecchie di 20 giri, riesce a girare ancora molto bene, meglio di un Perez sacrificato per la guerra al titolo piloti che continua a difendere la prima posizione anche se le sue gomme non ne hanno più, lo spagnolo potrebbe anche puntare alla terza posizione.
Ma le speranze nel Checo non vengono disattese, il suo sacrificio e la sua presenza determinano un recupero di 7 secondi per Verstappen in appena un giro e mezzo. Il messicano riesce a difendersi con le unghie e con i denti dagli attacchi di un Hamilton almeno 3 secondi più veloce, dimostrando un’abnegazione e guadagnandosi l’aggettivo di “leggenda” dal propio compagno di squadra. Al suo rientro in pista Perez però ha ridotto a soli quattro secondi il proprio vantaggio su Sainz mentre davanti si sono stabilizzate le distanze, Hamilton ha due secondi di vantaggio su Verstappen e aumenta.
La gara procede con il divario che si inspessisce e Russel, Raikkonen e Giovinazzi che. interrompono anticipatamente le loro avventure con Williams e Alfa Romeo. Al 36° giro il primo degli episodi chiave, virtual safety car che potrebbe dare una possibilità a Max Verstappen, nuovo pit stop e treno di dure per lui che si trovava nella posizione giusta per poter approfittare della situazione. Hamilton non può rientrare e il suo distacco ora ammonta a 17 secondi ma con delle gomme più vecchie di 20 giri rispetto a quelle dell’avversario. Verstappen comunque è chiamato ad una grande impresa, recuperare quasi un secondo al giro all’avversario con una macchina evidentemente più sbilanciata.
Verstappen comincia a girare forte mentre un preoccupato Hamilton deve combinare una guida solida al preservare le gomme. dopo 12 giri il divario passa da 17 a 11 secondi. Ad 8 giri dal termine viene fatto notare ad Hamilton che i cordoli possono essere problematici per le gomme usurate, chiedere a Norris che ha sofferto di una foratura poco prima. Ma le gomme del pilota Mercedes sembrano ancore in ottimo stato nonostante i quasi 40 giri: il gap tra i due contendenti al titolo si stabilizza sugli 11 secondi, solo un incidente di percorso potrebbe privare al pilota Mercedes l’appuntamento con la storia.
Ma il caso vede e provvede, così si dice: a sei giri dalla fine Latifi finisce a muro ed entra la Safety Car. Ancora una volta Max si trova in una posizione di forza per decidere se rientrare o meno ai box. Il muretto RedBull non ci deve nemmeno pensare e l’olandese monta un nuovo treno di dure mentre Hamilton è costretto ad accodarsi alla Safety Car con gomme ancora integre ma tutt’altro che prestazionali; l’audio dell’inglese è un bip continuo, oggi doveva andare così e ormai lo sa, solo un miracolo potrebbe aiutarlo a non perdere la prima posizione.
La direzione di gara per qualche motivo ritarda al massimo la ripartenza ma concede comunque un unico determinante giro ai piloti per concludere il Gran Premio. Hamilton si difende bene ma nel farlo non ha lo stesso spirito di Perez in questo disgraziato momento. Verstappen vince in una marea di lacrime e grida con la folla che lo acclama. Si conclude così la supremazia dei piloti Mercedes che durava dal 2014.
Zampata finale: Sainz chiude la gara in terza posizione come a ribadire che dopo Mercedes e RedBull c’è solo la Ferrari, conquistando inoltre il quinto posto nella classifica piloti scavalcando in un colpo Norris e Leclerc.
In classifica costruttori la Ferrari consolida la propria terza posizione mentre l’Alpha Tauri si avvicina ma non supera l’Alpine con la quarta posizione di Tsunoda e la quinta di Gasly, rimanendo così in sesta posizione.
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