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F1 – Una gara da Mito: Piquet vince il primo Gp di San Marino nel 1981
La Storia è fatta di prime volte, spesso emozionanti e cariche di adrenalina. Lo abbiamo visto non più di 20 giorni fa quando Marcell Jacobs tagliò per primo il traguardo della 100 metri di velocità maschile: Primo italiano a riuscire nell’impresa, un emozione unica che ci ha fatto salire – per una volta in più questa estate – sul tetto del mondo nella disciplina principe dei giochi olimpici.
E così capitava, quant’anni esatti fa, che uno dei tanti sogni di Enzo Ferrari si materializzasse in realtà: il circuito dedicato al figlio Alfredo – conosciuto come Dino – , scomparso a soli 24 anni per una malattia incurabile, entrava ufficialmente a far parte del mondiale di Formula 1; tutto il mondo avrebbe visto sfrecciare le auto più veloci del pianeta a casa Ferrari.
Ci troviamo nel maggio 1981, le gare sono trasmesse su Rai 2 e Telemontecarlo, Carlos Reutemann sta conducendo il mondiale davanti Alan Jones mentre il futuro campione del mondo del mondo Nelson Piquet deve fare i suoi conti tra una disastrosa prova nel Gp di casa ed una grande vittoria nel Gp di Argentina. Poco più dietro lottano come leoni due giovani leve come Riccardo Pratese ed Alain Prost; il francese quell’anno finirà a podio in ognuna delle sei gara che porterà a termine.
Le Qualifiche. L’anno non è cominciato nel migliore dei modi per la Ferrari che fin qui non ha ancora conquistato nemmeno un punto, ma sarà l’aria di casa che fa bene al primo motore turbo della Scuderia del cavallino, tanto è che Gilles Villeneuve riesce a conquistare una pole inaspettata con il tempo di 1.34.523. Alle spalle dell’indimenticato canadese Carlos Reutemann, poi Arnoux, Prost e Nelson Piquet. Sesta l’altra Ferrari di Pironi, mentre Patrese è nono.
La Gara. La prima partenza di un Gran Premio di Formula 1 ad Imola è bagnata ma è quasi un sogno: in uscita dal Tamburello non c’è una Ferrari a guidare la gara, ce ne sono due! Con Villenueve che riesce a difendersi con le unghie e con i denti da Reutemann mentre Pironi indovina la traiettoria giusta, quella più esterna dove non trova avversari a rallentargli l’andatura, conquistando la seconda posizione. Le vetture sfrecciano sotto i cartelloni pubblicitari della Fiat Panda, entrata in commercio un anno prima, la Williams di Jones ha problemi all’alettone e rientra ai box, mentre Reutemann cede il passo a Pratese e viene inseguito da Piquet mentre davanti a tutti reggono ancora le due Ferrari. Villenueve viene chiamato fuori dai giochi da un’errata strategia della Ferrari che lo fa rientrare ai box per due volte, tra il 15° ed il 18° giro, per il cambio delle gomme, mentre Piquet raggiunge Patrese e lo supera al 22° giro dopo uno splendido duello durato più di dieci minuti portandosi in seconda posizione. Poco più tardi al centro del gruppo Alboreto e Gabbani, che lottavano per l’ottava posizione, si toccano alla Tosa uscendo sfortunatamente fuori dai giochi. La Ferrari di Pironi comincia ad avere problemi, acuiti come suggerito da Niki Lauda nel commento tecnico dalla poca dimestichezza con la nuova auto: “si fa sempre fatica a condurre per così tanto una gara con una macchina nuova”. Pironi cederà così il passo ad un Piquet che, dopo averlo tallonato per qualche giro, lo supera in accelerazione all’interno della Variante Alta. La gara si concluderà quindi con la vittoria di uno straordinario e caparbio Piquet, quinto primo posto della carriera del brasiliano, seguito da Patrese, primo Italiano a tornare su un podio su un circuito italiano dal 1966, e dal rivale nel mondiale Reuteman, in quel momento grande favorito per la vittoria dello steso. La Ferrari concluderà comunque un ottima prestazione con Pironi, quinto, che conquisterà i primi punti per la Scuderia della stagione, e Villenueve settimo.
Come detto il campionato mondiale finità quindi nelle mani di Nelson Piquet, il primo titolo dei tre conquistati dal brasiliano, in un epilogo tutt’altro che scontato che sancirà il vincitore solamente nel corso dell’ultima gara proprio con il duello tutto sudamericano con Carlos Reutemann. L’argentino, che arrivò alla gara con un punto in più del brasiliano, pagò un prezzo molto alto per quell’epilogo in termini di motivazione e fiducia nel mondo della Formula 1, decidendo così di concludere la propria carriera appena due gare dopo l’inizio della stagione successiva; un grande talento che non riuscì così mai a coronare il sogno di diventare campione del mondo.
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