Seguici su

Altri Sport

Carspillar – Ferrari 312 PB/74, la sport misteriosa

Pubblicato

il

 

Un’immagine curiosa

La locandina della 1000 km di Imola 1974 è un piccolo capolavoro realizzato da un’artista britannico specializzato in temi automobilistici poco conosciuto alle nostre latitudini ma meritevole di ben altra considerazione. Il suo nome è Michael Turner e per lanciare la prima gara di automobilismo a livello mondiale in riva al Santerno realizzò un’opera con protagoniste una Matra ed un’Alfa che rincorrono una sport Ferrari dalle linee molto avveniristiche. L’azione si svolge in Variante Bassa, con la collina della Rivazza gremita di pubblico a fare da sfondo. Un’immagine davvero suggestiva, peccato che di quella sport così particolare non si trovi alcuna traccia nelle cronache di gara. Ciò che rende ancora più insolita la biposto rappresentata è l’addio all’endurance decretato proprio nel 1974 dalla scuderia di Maranello. Si trattò del primo atto del nuovo corso tracciato dal neo-direttore sportivo Luca Cordero di Montezemolo. La scelta politica della Casa del Cavallino vedeva la Formula 1 al centro delle attività sportive, evitando di disperdere le non infinite risorse a disposizione in altri campionati. Insomma, quell’immagine è solo una semplice rappresentazione fantasiosa? Assolutamente no, quindi mettetevi comodi ed iniziamo un piccolo viaggio di archeologia automobilistica risalendo la Motor Valley alla scoperta della Ferrari 312 PB/74.

Il poster realizzato da Michael Turner per la 1000 km di Imola 1974. In primo piano una “misteriosa” sport Ferrari (Classic Driver)

Un ritrovamento importante

Se si effettua una paziente ricerca tra i numeri di Autosprint dell’inverno 1973-1974 si può ritrovare quella vettura dalle linee tanto inconsuete addirittura sulla copertina del numero 47 del 19 novembre 1973. A pagina 20 ecco l’articolo firmato da Giancarlo Cevenini con un piccolo reportage sull’esordio in pista della Ferrari 312 PB/74 che aveva girato il mercoledì precedente nella nebbia di Fiorano. Più che di un “test” vero e proprio si trattò di un semplice collaudo funzionale portato avanti al mattino da Regazzoni con un miglior tempo ufficioso di 1’16”, seguito da una breve presa di contatto per Lauda al pomeriggio. L’austriaco fermò il cronometro su un 1’17″2 ben lontano dal record di Merzario con la biposto che corse nel 1973. In quei giorni la scelta di lasciare il Mondiale Marche non era ancora stata effettuata a Maranello. Anzi, poche settimane prima lo stesso Enzo Ferrari aveva affermato che questa sport ampiamente rivista avrebbe corso un numero ridotto di gare mondiali nel 1974 con i piloti ufficiali Regazzoni e Lauda pronti ad alternarsi alla guida. In particolare le indiscrezioni in quei giorni parlavano di una partecipazione ristretta a tutte le gare europee del mondiale, Le Mans esclusa, con una vettura per la coppia austro-elvetica. Se poi la sfida con l’Alfa Romeo si fosse fatta incandescente la Ferrari sarebbe stata pronta a sfoderare una seconda sport con un equipaggio dell’ultim’ora per contrastare la rivale milanese.

 

Il collaudo tra le Formula 1

Dopo la prima uscita di Fiorano la 312 P versione sperimentale si trasferì sul Circuito Paul Ricard a Le Castellet, al seguito della squadra impegnata nei test volti al collaudo delle gomme Goodyear per il mondiale di Formula 1. Si era giunti alla prima settimana di dicembre del 1973. Nel reportage di quelle prove su Autosprint numero 50 del 10 dicembre trovò spazio anche un breve articolo ad opera di Franco Lini dedicato alla sport Ferrari che girò da “intrusa” tra le monoposto di Formula 1. Tecnicamente la vettura rivista da Mauro Forghieri, da qualche mese nuovamente responsabile tecnico della squadra corse, si presentava come una grande evoluzione della 312 P campionessa del mondo 1972 ma sonoramente battuta dalle Matra Simca l’anno successivo. L’ingegnere modenese aveva prima di tutto scelto un ritorno al passo corto che aveva caratterizzato la versione vincente della vettura conservando la disposizione laterale dei radiatori, posti sulla destra nel ’73. Nonostante l’accorciamento del passo si era ottenuto un avanzamento dei pesi verso l’anteriore con lo spostamento in avanti del motore, il consueto 12 cilindri piatto da 3 litri, ottenuto tramite un distanziale posizionato davanti alla scatola del cambio. Detto della meccanica era la parte aerodinamica a colpire maggiormente sino dalla prima occhiata.

A seguire: rare immagini della 1000 KM di Monza 1974, quella che avrebbe potuto essere la gara d’esordio per la nuova sport di Maranello

Una carrozzeria innovativa

Nel 1973 la 312 P aveva pagato in termini di prestazioni per un beccheggio eccessivo ed accentuati fenomeni di instabilità sull’anteriore. A queste problematiche si era cercato di porre rimedio attraverso una veste aerodinamica dell’avantreno del tutto nuova. L’anteriore ricordava nella forma le Porsche Can-Am ed era sovrastato da un’inedita ala di larghezza addirittura superiore alla carreggiata. Ancora più vistose apparivano le modifiche al cofano motore, caratterizzato da una presa d’aria alta sullo stile che stava spopolando in quegli anni sulle Formula 1 sino al divieto regolamentare a partire dal Gran Premio di Spagna 1976. Anche i prototipi si stavano allineando in vista del 1974, come visibile su Matra e Alfa, ma la scelta Ferrari era sicuramente più radicale ed inedita. Lo snorkel della 312 PB/74 rendeva minimi gli effetti aerodinamici negativi grazie alla carenatura del roll-bar, utilizzato con i suoi supporti laterali come convogliatore per l’alimentazione del motore: soluzione davvero spettacolare ed ingegnosa. Al posteriore trovava posto un alettone piuttosto largo e alto, montato su 2 supporti che andavano a fondersi con la carrozzeria. Anche nei test francesi la vettura girò poco e con pneumatici a specifica 1973 poiché Goodyear aveva portato solo pneumatici da F1. Inizialmente fu Lauda ad occuparsi del prototipo, seguito poi per una ventina di giri da Regazzoni che aveva precedentemente danneggiato la sua 312 B3 di Formula 1 in un uscita di pista. Miglior tempo un 1’14″2 da confrontarsi con l’1’13″8 dell’Alfa nelle prove della stagione precedente.

 

Una misteriosa sparizione

Dopo quel test la Ferrari 312 PB/74 sparì nel nulla. Nessuna traccia di quella vettura è più rintracciabile sulla stampa. Cancellata, come ogni tipo di attività Ferrari nel Mondiale Marche. Fu solo l’ ottimizzazione delle risorse o anche gli scarsi risultati in pista ed un ridotto margine di sviluppo alla base delle scelte della dirigenza di Maranello? Non lo sapremo mai, di certo c’è solo che quel prototipo dalle linee così originali non girò più. Che fine avrà fatto? Esisterà ancora quell’esemplare o il telaio sarà stato convertito per altri scopi come per altre vetture laboratorio? Nemmeno su questo vi è alcuna certezza. Di sicuro c’è che qualcuno ha voluto riprodurre questa vettura in un modello in scala. Che sia questa l’unica Ferrari 312 PB/74 rimasta al mondo?

Un modello in scala della Ferrari 312 PB/74, una delle poche tracce rimaste di questa vettura (Copyright sconosciuto)

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *