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Carspillar – Ferrari 512 BB LM, obiettivo Le Mans
Da Daytona a Le Mans
Dopo l’addio della Ferrari al Mondiale Sportprototipi, le Daytona Gruppo 4 dei team privati continuavano a mietere successi tra le gran turismo preparate. Nel 1973 la vettura di serie era stata sostituita dalla 365 BB, modello che rappresentava un radicale cambio di filosofia tecnica vista la posizione posteriore centrale del motore. L’infaticabile Luigi Chinetti, importatore negli USA per il cavallino rampante e fondatore della scuderia N.A.R.T., nel 1975 schierò in gara questa vettura ottenendo un importante risultato: si fece notare da Maranello. Tra il 1977 ed il 1978 fu il Servizio Sportivo Assistenza Clienti della Ferrari a realizzare in prima persona la versione sportiva della BB 512, evoluzione della 365 messa nel frattempo sul mercato. L’obiettivo era l’assalto alla “regina”, la 24 ore di Le Mans. L’arma che si stava fabbricando si chiamava non a caso 512 BB LM.
La Ferrari 512 BB LM di Crepaldi esposta al Mugello nelle celebrazioni per i settant’anni della casa di Maranello (Foto AutoMotorFargio)
Una silhouette da paura
Era appena stata varata una nuova categoria fatta apposta per l’elaborazione delle supersportive stradali: il gruppo 5. In pratica era possibile ricavare un mostro da corsa partendo da una gran turismo mantenendo tetto e porte di serie oltre a disposizione di motore e trazione. Nessun vincolo al numero di esemplari prodotti o alla preparazione, ciò che non era espressamente vietato era permesso. La Porsche 935 fu subito al top, ma in Ferrari non mancava nulla per sfidare l’eterna rivale tedesca. La 512 BB LM nasceva intorno al 12 cilindri piatto da 4942 cc, che sotto la guida di Mauro Forghieri aveva guadagnato un centinaio di cavalli arrivando a ben 460 a 7800 giri/minuto grazie all’adozione di nuovi pistoni e dell’iniezione indiretta. Dalla serie arrivava il telaio tubolare in acciaio al cromo-molibdeno con longheroni a sezione ellittica rinforzato da lamiere rivettate. Restavano la trazione posteriore e il cambio a cinque marce, oltre alle sospensioni a ruote indipendenti con bracci oscillanti, i freni a disco sulle quattro ruote e i cerchi da 10” anteriori e 13” posteriori.
Il vano motore della Ferrari 512 BB LM con in primo piano il voluminoso gruppo trasmissione e in secondo piano i tromboncini di aspirazione del 12 cilindri piatto (Foto AutoMotorFargio)
Modellata dal vento
Vista la grande libertà concessa dal regolamento, alla veste aerodinamica fu dedicato un grande lavoro. Sfruttando la galleria del vento di Pininfarina, i tecnici Ferrari rimodellarono completamente la carrozzeria intorno alla cellula centrale della vettura di serie. L’anteriore venne abbassato per evitare vortici d’aria sotto la scocca, mentre in vista degli allunghi di Le Mans venne adottata una configurazione a coda lunga aumentando lo sbalzo posteriore e allungando il tetto verso il retrotreno. In quella zona due derive verticali sorreggevano un alettone posteriore che riprendeva le forme di quello montato all’anteriore sulla 312 T di Formula 1. Complessivamente la “LM” era più lunga rispetto alla versione stradale di ben 40,64 centimetri e mostrava forme più morbide e filanti. Portiere in alluminio, cofani in poliestere rinforzato e vetri in plexiglas risultavano facilmente rimovibili e decisamente meno pesanti rispetto ai corrispettivi di serie. Questa configurazione permise l’innalzamento della velocità massima a 315 km/h e un alleggerimento complessivo a 850 chilogrammi. Comunque quasi 120 in più rispetto alla rivale Porsche.
La Ferrari 512 BB LM appartenuta alla Bellancauto di Roma scende in pista all’Imola Classic 2016 (Foto AutoMotorFargio)
Una vittoria solo sognata
Dopo una spedizione esplorativa a Le Mans nel 1978 dove tre BB 512 preparate si ritirarono per problemi al cambio, la “LM” esordì a Daytona nel febbraio successivo con i team N.A.R.T. e Charles Pozzi impressionando per la velocità di punta. Tuttavia il peso eccessivo e la precaria maneggevolezza condizionavano le silhouette di Maranello sulle sopraelevate, dove le gomme mostravano preoccupanti segni di tenuta. Adamovicz e Morton conquistarono comunque un promettente secondo posto che diede morale in vista di Le Mans. Purtroppo anche in Francia si ripresentarono problemi simili e solo una delle quattro vetture partite, quella iscritta dal belga “Beurlys” per Faure-O’Rourke-de Dryver, giunse al traguardo dodicesima. La carriera della gruppo 5 del cavallino proseguì negli anni successivi con un totale di ventisette esemplari ceduti a team privati, ma il sospirato successo non sarebbe mai arrivato. Il miglior risultato alla Sarthe fu il quinto posto assoluto per la vettura della Charles Pozzi S.A. con Andruet – Ballot-Léna. Era il 1981, il nuovo regolamento endurance in vigore dall’anno successivo eleggeva come regine le gruppo C e la stagione dei “mostri” imparentati con la serie era ormai chiusa. La Ferrari 512 BB LM sarebbe diventata un’ammirata protagonista nelle gare di vetture storiche. Ma ogni volta che ne vedete una basta chiudere gli occhi per immaginarla volare nella notte di Le Mans, come un sogno nato nella Motor Valley destinato a non finire mai.
Saliamo su una Ferrari 512 BB LM impegnata all’ Imola Classic 2018 (19bozzy92)
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