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Carspillar – Ferrari Breadvan: più veloce della GTO

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Come la GTO, anzi meglio

Anno di grazia 1962. Giovanni Volpi di Misurata è un giovane nobile veneziano che, potendo contare su un vastissimo patrimonio di famiglia, sfoga alla passione per l’automobilismo con una sua squadra corse che, viste le origini, prende il nome di Scuderia Serenissima. Appena presentata la Ferrari 250 GTO, Volpi vorrebbe acquistare una 250 GT per aggiornarla alle specifiche tecniche della nuova nata, ma Ferrari ovviamente è contrario all’iniziativa. Se il Conte vuole una GTO, che se la compri nuova. Il giovane può contare su una bella freccia al suo arco: Giotto Bizzarrini, uno dei protagonisti della celebre “cacciata” da Maranello che aveva sviluppato la GTO e ha idee chiarissime su come evolverla. Si acquista quindi una 250 GT Passo Corto e la si modifica sotto la direzione del tecnico toscano. Così nasce la Ferrari 250 GT SWB Drogo, in arte “Breadvan”.

Usato sicuro

La vettura di partenza è una berlinetta color argento di seconda mano, numero di telaio #2819GT e targa “MO 68939”. Volpi in realtà vorrebbe partire da una GTO usata, ma ancora non se ne trovano. Bizzarrini invece conosce bene la Passo Corto ed è certo di renderla più veloce delle auto ufficiali. La base di partenza è il telaio a longheroni e traverse in lega leggera con sospensioni anteriori a quadrilateri deformabili e posteriori a ponte rigido che, con un passo ridotto a 2400 millimetri, è garanzia di maneggevolezza. I freni sono a disco sulle quattro ruote, la trazione è posteriore ed il cambio a quattro rapporti più retromarcia è accoppiato al propulsore tramite una frizione multidisco. Proprio il motore è un punto di forza della vettura. Stiamo parlando del “Tipo 125”, il 12 cilindri a V di 60° con distribuzione monoalbero in testa e due valvole per cilindro progettato da Gioachino Colombo a fine anni Quaranta. A fronte di una cilindrata non esagerata (2953,2 cc), il “cuore” nato a Maranello è più leggero della concorrenza. Con l’alimentazione garantita da tre carburatori Weber 36DCL ed un rapporto di compressione 9,2:1 può sviluppare una potenza di ben 276 CV: nessuna avversaria dell’epoca può rivaleggiare. Ma Bizzarrini ha un altro asso nella manica.

Abito su misura

Per migliorare la ripartizione dei pesi e potendo contare sulla lubrificazione a carter secco, il gruppo motore-cambio viene arretrato ed abbassato: le masse vengono centrate riducendo al contempo l’altezza totale. Il risultato è una vettura più agile e bilanciata su cui intervenire liberamente anche nella veste aerodinamica, vera innovazione per i tempi. Ad occuparsene è la Carrozzeria Sports Car di Modena, dove l’ex pilota Piero Drogo crea artigianalmente carrozzerie da corsa (come accadrà più avanti anche per l’ “elefante bianco”). Per la 250 GT della Serenissima, Drogo realizza forme totalmente nuove in sole due settimane. L’ anteriore è simile a quello della GTO ma più basso e profilato, con due prese d’aria disposte a freccia che tagliano l’avantreno come lame. Il cofano motore è realizzato su misura con una generosa gobba in plexiglas che ricopre i tromboncini di aspirazione, mentre le ampie curve dei parafanghi donano alle fiancata una bellezza quasi sensuale. Ma a sconvolgere la linea della vettura è la sommità.

Furgoncino da corsa

Ciò che caratterizza maggiormente il lavoro di Drogo è infatti il padiglione che non scende verso il posteriore, ma si allunga quasi rettilineo dal profilo superiore del parabrezza fino al retrotreno, dove viene bruscamente troncato. Sulla superficie verticale posteriore trovano spazio la fanaleria ed un cristallo rettangolare. Questa forma singolare deturpa l’estetica della vettura ed è studiata esclusivamente in funzione delle prestazioni seguendo le teorie del tecnico tedesco Wunibald Kamm (è infatti detta anche coda di Kamm). Per essa gli inglesi conieranno il soprannome che renderà immortale la berlinetta: Breadvan, letteralmente furgone del pane.

Una scheggia a Le Mans

La Breadvan viene preparata per le gare del Mondiale Sport Prototipi 1962 ed è iscritta alla madre di tutte le gare, la 24 ore di Le Mans. Iscritta dalla Scuderia Serenissima con il numero 16 per la coppia Abate-Davies, la berlinetta carrozzata da Drogo si ritira per un guasto al cambio alla quarta ora, dopo aver percorso 30 giri. Un risultato non memorabile, ma un dato sarebbe rimasto per sempre nei libri di storia. Sull’infinito rettilineo dell’Hunaudières la Breadvan mette a referto una velocità massima di 7 km/h superiore a quella delle GTO ufficiali. Bizzarrini e Volpi hanno raggiunto il loro scopo: la loro 250 è la Ferrari più veloce in pista! Poco dopo proseguiranno la loro collaborazione dando vita alla Automobili Turismo e Sport (ATS), ma questa è tutt’altra storia. La Breadvan sarebbe rimasta proprietà della famiglia Volpi di Misurata fino al 1965, prima di riapparire dopo quattro decenni ad un’asta di Christie’s ed essere battuta per poco meno di 800.000 euro. Oggi è amorevolmente conservata in Germania dal suo proprietario Klaus Warner, titolare della Classic Cars di Wuppertal, che la utilizza regolarmente in gare per vetture storiche. Voi quanto sareste disposti a sborsare per possedere un pezzo di storia della Motor Valley?

Emanuele Pirro ci porta in pista con la “Breadvan” al Goodwood Revival 2018 (Goodwood Road & Racing su YouTube)

 

 

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