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Carspillar – Ferrari P4/5 Competizione, dal sogno al Nurburgring

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Fuoriserie da corsa

L’arrivo della Ferrari P4/5 by Pininfarina, fuori serie su base Enzo voluta dal miliardario americano James Glickenhaus, aveva estasiato pubblico ed appassionati. Era il 2006, Glickenhaus aveva dato forma ad un suo sogno facendo rivivere le forme senza tempo della mitica 330 P4, prototipo che portò a Maranello l’alloro costruttori 1967. Ma dopo gli applausi dei concorsi di eleganza era giunto il tempo di mettere in campo la seconda fase del sogno: riportare in pista quella linea inconfondibile. Era giunto il momento di dare vita alla Ferrari P4/5 Competizione.

Meccanica al top

Dopo quattro anni partì il progetto poggiando su una base più che collaudata: quella della Ferrari 430 GTC. Si trattava della variante da competizione della F430 che dal 2006 gareggiava nella classe GT2 tra Europa e Nord America. Sviluppata in sinergia tra Ferrari Corse Clienti e Michelotto Automobili, la GTC nasceva con il telaio in lega di alluminio della 430 stradale rinforzato da una gabbia a traliccio tubolare del medesimo materiale fissata nell’abitacolo. Il motore era l’F136E, un 8 cilindri con V di 90° da 3996 cc di cilindrata. Un valore scelto per sfruttare una piega regolamentare: rientrando nella classe inferiore ai 4 litri si poteva scendere di ulteriori 50 chilogrammi di peso minimo. Per contenere la potenza, erano previste flange sui condotti di aspirazione mentre sui collettori di scarico due silenziatori limitavano le emissioni sonore, come da norme sportive. La potenza oscillava a seconda dei vari campionati tra 430 e 470 CV a 6600-7500 giri/minuto. Per la creazione di Glickenahus la cilindrata venne riportata a 4300 cc mettendo in campo una potenza di 435 CV.

Lavoro di sartoria

Il lavoro per la P4/5 Competizione fu svolto dalla N.Technology ed essenzialmente concentrato sulla veste esterna: si dovevano adattare le forme disegnate dalla Pininfarina alla meccanica della GT2, ottimizzandone l’efficienza aerodinamica. La carrozzeria venne composta da elementi in fibra di carbonio che, grazie a sistemi di sgancio rapido, andavano a rivestire la struttura e gli organi meccanici della 430 GTC in versione “americana”. Il profilo complessivo della vettura riproduceva fedelmente le linee della P4/5 con l’aggiunta di un alettone posteriore a tutta larghezza ed un generoso estrattore per garantire la necessaria aderenza sulle ruote motrici. La scelta di lasciare la vettura nel nero opaco tipico della fibra di carbonio grezza non faceva che rendere ancora più aggressivo l’aspetto della “belva”.

La P4/5 Competizione in una sessione di test a Vallelunga (Car and Driver su YouTube)

Esperimento in gara

Non essendo prodotta nel numero minimo di esemplari richiesti per l’omologazione, la P4/5 Competizione venne iscritta dalla Scuderia Cameron Glickenhaus (nuovo marchio realizzato per l’occasione con una fiaccola in campo giallo) nella più prestigiosa competizione disputabile. Parliamo della 24 ore del Nurburgring, che nel 2011 vide al via in classe E1-XP2 (vetture sperimentali) la creatura di Glickenhaus. L’ equipaggio, di tutto rispetto, era composto dallo specialista Manuel Lauck, dall’ex collaudatore Ferrari Nicola Larini e dal pluricampione turismo Fabrizio Giovanardi. Alla prima esperienza la Competizione giunse al traguardo con un risultato più che buono: posto di classe e 39º posizione assoluta. Ma la passione del finanziatore non poteva certo essere soddisfatta.

Ritorno ibrido

Per l’anno successivo arrivò la P4/5 Competizione M Hybrid, ovvero la versione potenziata di 80 CV con l’applicazione di un sistema di recupero di energia (KERS) di derivazione Magneti Marelli. Obiettivo: tornare all’assalto della maratona tedesca con il medesimo equipaggio del 2011. Qualificatasi con il 30º tempo, la M Hybrid conquistò il 12º posto assoluto e la vittoria di classe. A suggellare il successo dell’operazione fu anche il crono rilevato sui venti chilometri abbondanti della sola “Nordschleife”, il percorso storico del Nurburgring sul quale tutte le grandi case sportive si sfidano a suon di record. La Competizione fu cronometrata in 6‘51”, il secondo tempo per la categoria riservata a vetture derivate da prodotti di serie. Ovvero a 4” dal record fissato dalla Pagani Zonda R e circa 7” più rapida della Ferrari 599XX, giusto per portare la Motor Valley alla conquista del ‘Ring.

La P4/5 Competizione M Hybrid in pista al Nurburgring con Manuel Lauck (VLNFP su YouTube)

 

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