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Festival Gazzetta dello Sport Day 1: prima Furlani poi Simonelli e Ottoz

A Trento, nel, Day1 Mattia Furlani ha raccontato i suoi sogni da talento dell’atletica, poi ci sono stati Simonelli e Ottoz con gli ostacoli

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Furlani al festival della gazzetta di Trento
Furlani al festival della gazzetta di Trento (©1000cuorirossoblù)

Per la settima edizione consecutiva la città di Trento è tornata a vestire i panni di capitale dello sport italiano. Fino a ieri infatti, tramite i vari panel dislocati nelle numerose location allestite, è stato possibile assistere dal vivo ai racconti dei principali eroi sportivi del nostro paese. Particolarmente interessanti i convegni con gli atleti della nazionale azzurra di atletica, reduci da una stagione importante che li ha visti protagonisti sia agli europei di Roma che alle Olimpiadi di Parigi. Qui il racconto dei due panel a cui abbiamo assistito nella giornata di sabato 12 ottobre.

Mattia Furlani: un neopatentato terzo al mondo

Ha da poco preso la patente di guida Mattia Furlani e su questo ci scherza durante il quiz finale, dove indovina uno ad uno i cartelli stradali mostrati dalla regia. Mattia è giovane, giovanissimo. Anche il suo modo di parlare, seppur maturo nei contenuti, lascia trasparire la sua giovane età: «è il top del top» esclama più volte durante il discorso. Lo abbiamo scritto durante gli europei e le Olimpiadi ma è bello ripeterlo: Furlani è uno dei talenti più belli della nostra atletica.

Ancora “teenager” è già proiettato nell’atletica dei grandi, dei quali non ha il minimo timore reverenziale. Ecco che durante l’intervista a Trento, il giovane Mattia, racconta dei suoi inizi, dei suoi sogni e di quel Tentoglou che sembra (ancora per poco?) imbattibile. I prossimi dieci o anche quindici anni del salto in lungo mondiale gli appartengono e questo, il giovane “pischello romano” lo sa, eccome.

Simonelli e Ottoz: passato e presente dei 110 ostacoli

Sul palco due atleti. Uno giovane e aitante, l’altro un po’ in là con gli anni e vestito all’antica. Uno è il nuovo campione d’Europa dei 110 ostacoli e, con il tempo di 13.05, primatista italiano e prossimo ad avvicinarsi al muro dei 13 secondi; l’altro è medaglia di bronzo sulla stessa gara alle Olimpiadi del 1968 e due volte oro agli europei del 1966 e 1969. Uno è Lorenzo Simonelli, l’altro Eddy Ottoz.

La miscela è esplosiva. Ottoz è caustico, esperto, ce l’ha con la televisione che rovina, con i suoi tempi da rispettare, l’aspetto più puro dello sport. Simonelli è forte, giovane e sicuro di se. Nonostante ciò pende comunque dalle labbra dell’ex campione, il quale effettua una veloce quanto tecnicissima analisi dell’errore che ha portato Lorenzo a non qualificarsi per la finale di Parigi.

Sul palco i due hanno intrattenuto con grande stile, mostrandosi simili e diversi allo stesso tempo. Si è parlato della passione di Simonelli per il manga “One Piece” e del viaggio in moto di Ottoz, in pieno stile Easy Rider, fatto da Città del Messico a New York ad Olimpiadi concluse, il tutto altalenando momenti leggeri e scanzonati ad attimi più seri, fatti di discorsi relativi alla tecnica degli ostacoli e alla gestione della tensione prima di un evento importante.

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