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Formula 1 – Verso il GP di Città del Messico con gli occhi della Motor Valley
A pochi giorni dal Gran Premio degli Stati Uniti si completa la doppietta di gare nordamericane con la seconda edizione del Gran Premio di Città del Messico – da due anni promosso dalla municipalità della capitale e non più dal governo – che si svolge su una delle piste classiche del motorsport, l’Autódromo Hermanos Rodríguez. Il tracciato ha ospitato anche le venti edizioni del Gran Premio del Messico valido per il Mondiale, l’ultima delle quali si è svolta nel 2019.
Il GP di Città del Messico
La storia del GP del Messico inizia nel 1959, quando il Presidente Adolfo Lopez Mateo ascoltò il consiglio di uno dei suoi collaboratori, il padre dei piloti più famosi della storia messicana: Ricardo e Pedro Rodriguez.
El Presidente fece così costruire il circuito, che oggi porta il nome dei due Hermanos Rodriguez, all’interno del parco sportivo Magdalena Mixiuhca, a Città del Messico, utilizzando anche pre-esistenti strade interne. F1 Messico è un binomio che nasce poco dopo: nel 1962 arrivano le monoposto della categoria regina, ma per disputare una gara non valida per il Mondiale di Formula 1.
Il Gran Premio del Messico entrerà però a pieno titolo nel calendario l’anno successivo, quando a vincere sarà Jim Clark. Da allora sono state disputate 20 edizioni, tutte a Città del Messico, ma in tre fasi: 1963-1970, 1986-1992, e infine il rientro dal 2015 ad oggi.
La Mercedes si è aggiudicata le prime due edizioni dell’ultimo corso del Gran Premio, nel 2015 con Nico Rosberg e nel 2016 con Lewis Hamilton. Le gare disputate nel 2017 e nel 2018 sono state entrambe vinte da Max Verstappen su Red Bull Racing, mentre l’anno successivo Lewis Hamilton ha trionfato nuovamente su Mercedes. L’edizione 2021 del GP di Città del Messico è stata vinta da Max Verstappen, seguito da Hamilton e da Sergio Perez, terzo davanti al suo pubblico.
L’Autodromo Hermanos Rodriguez
Il circuito presenta alcune peculiarità, a cominciare dal rettilineo tra linea di partenza e la prima frenata: ben 811 metri, il più lungo del Mondiale. Il settore iniziale è piuttosto scorrevole, come anche il tratto centrale, leggermente modificato per renderlo più rapido dal 2015, quando la pista è rientrata nel calendario dopo 23 anni di assenza.
L’ultimo settore è invece stato fortemente cambiato ed è favorevole a chi riuscirà ad avere una buona trazione, visto che l’ultima curva, la mitica “Peraltada” (termine spagnolo per “parabolica”), è stata sostituita con un tratto lento che passa all’interno dello stadio, la cosiddetta Arena. Qui sono presenti numerose tribune dalle quali gli appassionati locali fanno solitamente un tifo forsennato per l’idolo di casa “Checo” Perez ma anche, con grande sportività, per tutti gli altri protagonisti e in particolare per i piloti Ferrari.
Le curve del circuito sono in totale 17, la lunghezza del giro è pari a 4.304 metri e ci sono tre zone DRS. Da percorrere domenica 71 giri, per un totale di 305,354 km.Il fattore distintivo della tappa messicana è l’altitudine: si corre infatti alla quota record di 2.238 metri. L’aria è più rarefatta, con una densità e una concentrazione di ossigeno inferiori di circa un quinto rispetto al livello del mare.
Casa Ferrari
La cover art del GP di Città del Messico(Source: ferrari.com)
La Scuderia Ferrari è conscia delle sfide determinate dalla rarefazione dell’aria a Città del Messico e si presenta all’appuntamento con la voglia di confermare i progressi visti ad Austin e nutrendo ambizioni di vertice.
Attraverso le parole dell’Head of Aerodynamic Track performance Group Thomas Bouché, il team in rosso ha svelato le insidie del tracciato centramericano: “L’aspetto veramente unico del circuito di Città del Messico è l’altitudine: si trova a 2.238 metri sul livello del mare e questo significa che la densità dell’aria è ridotta del 20%. Si tratta di un giro breve, uno dei più corti dell’intero calendario, ma nonostante questo propone un rettilineo lungo quasi 1,3 km, in fondo al quale avvengono quasi tutti i sorpassi. L’attuale layout, in uso dal 2015, non propone curve particolarmente difficili da affrontare ad alta velocità, specie da quando l’ultima, la gloriosa Peraltada, è stata sostituita con la tortuosa sezione dell’Arena. Le curve da bassa velocità, dunque, la fanno da padrone e per questo è la trazione la qualità fondamentale che devono avere le vetture competitive”.
“La riduzione della densità dell’aria, dovuta alla rilevante altitudine cui si trova il tracciato, costituisce per le squadre una delle più grosse sfide tecniche della stagione: le forze aerodinamiche sono considerevolmente ridotte e per questo ci ritroviamo con valori di carico paragonabili a quelli di Monza nonostante si utilizzi la configurazione di Monaco! I motori turbo sono meno condizionati rispetto ai vecchi propulsori aspirati e questo fa sì che accelerazione e velocità di punta siano tra le più elevate della stagione. Questo quadro porta con sé alcune insidie non indifferenti per il raffreddamento di motore e freni: le vetture di Formula 1 attuali nono sono state disegnate e ottimizzate per girare in condizioni così particolari, per questo tutti i parametri verranno continuamente curati e analizzati nell’arco di tutto il weekend. L’aria rarefatta potrebbe anche incidere nei duelli ruota a ruota perché chi insegue potrebbe ritrovarsi presto in difficoltà per il fatto di guidare nell’aria sporcata dalla vettura che lo precede”.
Casa AlphaTauri
Il wallpaper della Scuderia AlphaTauri per la gara messicana (Source: Scuderia AlphaTauri)
La scuderia di Faenza si avvicina alla gara di Città del Messico dopo aver conquistato punti nel GP degli Stati Uniti grazie al nono posto di Yuki Tsunoda, mentre la corsa di Pierre Gasly è stata condizionata dalla penalità comminatagli dai commissari sportivi per il mancato rispetto della distanza massima rispetto alla vettura che lo precedeva durante il regime di Safety Car.
Ecco le parole che i due piloti AlphaTauri hanno affidato ai canali ufficiali della scuderia in vista del Gran Premio della Città del Messico.
Pierre Gasly: “Domenica ad Austin non siamo riusciti a trasformare in punti il chiaro potenziale della vettura, ma ci sono stati anche degli aspetti positivi: ho fatto delle belle battaglie e, fino al momento delle penalità, ero in lotta per il settimo posto, perché il nostro passo era molto buono. Mancano ancora tre gare alla fine e ho davvero voglia di chiudere in bellezza.
In Messico solitamente sono andato bene. L’anno scorso mi sono qualificato quinto e in gara ho chiuso quarto. È una pista unica per via dell’altitudine che crea condizioni estreme per la vettura, mi piace davvero guidare qui. L’aderenza è molto bassa e tutto è complicato dal fatto che la deportanza è minore, proprio a causa dell’altitudine. Ci sono molte curve lente che potrebbero essere più adatte a noi rispetto al COTA.
In generale, queste ultime gare dell’anno si svolgono tutte su circuiti atipici e in posti che adoro. A Città del Messico cercheremo di replicare le performance dello scorso anno. Sappiamo come essere veloci qui, speriamo di poter far bene e inseguire quei punti che lo scorso weekend mi sono sfuggiti.”
Pierre Gasly (Source: Scuderia AlphaTauri)
Yuki Tsunoda: “Seppur non sia stato utile per la lotta con la Haas per il campionato, è stata una bella sorpresa ottenere un punto extra per il nono posto ad Austin, soprattutto dopo essere partito dalla diciannovesima posizione per via delle penalità da scontare in griglia. È stata una gara piuttosto dura dal punto di vista fisico ma al tempo stesso divertente e ho fatto dei bei sorpassi. Nel complesso, lo scorso weekend sembravamo competitivi nel gruppo centrale, anche se le qualifiche sono state il punto debole dei tre giorni
Il circuito messicano è piuttosto inusuale e centra in parte l’alta quota di Città del Messico. Usiamo il massimo carico aerodinamico perché l’aria è più rarefatta, ma nonostante questo la sensazione è quella di girare scarichi. L’anno scorso, quando ho girato lì per la prima volta, l’ho trovata una cosa un po’ strana ma al tempo stesso sono riuscito ad adattarmi piuttosto rapidamente. Ricordo che ero soddisfatto delle mie performance, soprattutto sul giro secco. Mi sono divertito in Messico e la pista mi è piaciuta, soprattutto il secondo settore che è lento e insidioso: mi piaceva far scivolare la macchina, mi ha ricordato i tempi del karting!
La frenata è davvero molto importante su questa pista, quindi venerdì lavorerò per avere tanta fiducia in staccata. L’anno scorso mi sono qualificato tra i primi dieci, ma poi sono dovuto partire dal fondo a causa della sostituzione del motore: la mia gara è poi finita con un incidente al primo giro, un vero peccato. Dobbiamo puntare a un weekend pulito e fare punti in queste ultime tre gare dell’anno.”
Yuki Tsunoda (Source: Scuderia AlphaTauri)
Gli orari TV (ora italiana)
Venerdì 28 ottobre
PL1: 20:00 – 21:00 (diretta SKY)
PL2: 23:00 – 00:00 (diretta SKY)
Sabato 29 ottobre
PL3: 19:00 – 20:00 (diretta SKY)
Qualifiche: 22:00 – 23:00 (diretta SKY, differita TV8 alle 23:30)
Domenica 30 ottobre
Gara: 21:00 (diretta SKY, differita TV8 alle 22:00)
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