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Formula 1 – Gp dell’Eifel: Hamilton vince ed eguaglia Michael Schumacher
Si spengono i semafori. Parte bene Hamilton che affianca Bottas, dietro di loro sembra partire bene anche Leclerc, le vetture arrivano in curva appaiate a coppie: Bottas è tenuto sull’esterno da Hamilton ma in trazione ne ha di più e sul cambio di direzione riesce a mantenere la posizione sul britannico, dietro Verstappen riesce a fare lo stesso su Leclerc. La Ferrari sembra subito non averne quanto in qualifica, sarà difficile tenere il ritmo degli altri. Dopo appena 4 giri il monegasco della rossa colleziona già 10 secondi dal leader Bottas e comincia a fare da tappo a chi, come Ricciardo, gli sta dietro: le prestazioni della long run di ieri sembrano un lontano ricordo. Al centro del gruppo intanto Giovinazzi riesce nell’ennesima partenza perfetta, è undicesimo.
Servono nove giri alla Renault di Ricciardo per superare un Leclerc veramente sotto ritmo, che però sul dritto riesce a difendersi insolitamente bene facendo timidamente ricordare la macchina ammirata lo scorso anno. Dal cielo comincia a cadere qualche goccia di pioggia e Vettel è tra i primo a rientrare ai box al 12° giro: gomme hard per lui. Davanti il colpo di scena arriva al 13° giro: Bottas conclude un tempo insolitamente lento con, ciliegina sulla torta, un forte bloccaggio in entrata alla prima curva: Hamilton non era vicinissimo, ma l’errore è così grave che infila l’avversario senza pietà. “La fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede bene”, e oggi non è la giornata di Bottas: al 18° giro comincia a lamentare poca potenza, dai box provano ad aiutarlo nel cambiare la configurazione della monoposto ma non funziona: il finlandese è costretto al ritiro un giro dopo; curiosità: inizialmente dal box ci si aspetta un problema al motore ibrido, nessun meccanico è autorizzato a toccare direttamente l’auto a causa della possibile conduttività della stessa, anche Bottas è costretto a saltare dall’auto senza toccarla mentre atterra.
La gara rimane tra le mani di Hamilton e Verstappen, mentre sia Ocon che Albon e Norris sono costretti ad un ritiro per altrettanti problemi tecnici. Menzione speciale va fatta per il povero Norris che è costretto a fare diversi giri cambiando continuamente configurazione prima che la sua macchina si spenga improvvisamente nel bel mezzo di una curva: nulla di grave per il pilota che rassegnato va a “godersi” il resto della gara da una sdraio ai margini della pista. Entra la safety car per la rimozione della McLaren del pilota britannico, il gruppo si ricompatta ma la morale è ancora una volta quella: Hamilton vince, taglia il traguardo per primo entrando di diritto tra i più grandi, eguagliando il numero di vittorie in Formula 1 del più grande, Michael Schumacher. Secondo posto per Verstappen, terzo, dopo undici anni torna al podio, Ricciardo. Il miglioramento delle Ferrari rimane, ma sul lungo della gara non è ancora così determinante come ci si aspettava, Leclerc finisce settimo, Vettel undicesimo; menzione per Giovinazzi che entra in zona punti per la seconda volta quest’anno, è decimo.
La voce dei piloti.
Detto del record eguagliato da Hamilton che reggeva dal 2006 di Michael Schumacher, Mick, il figlio dell’ex campione Ferrari, regala il casco del padre al britannico, che reagisce così ai microfoni: “non so proprio cosa dire, quando cresci guardando qualcuno che diventa il tuo idolo grazie alla qualità del proprio loro lavoro. Ricordo ancora quando giocavo con Michael nei videogiochi, non pensavo di poterlo avvicinare e addirittura eguagliare. E’ qualcosa di incredibile e devo tutto a questo team incredibile. Ho un enorme rispetto per Michael, grazie“.
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