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Giro d’Italia – L’urlo del “San Luca”

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Dal nostro inviato, Walter Panero

 

Bologna la dotta. Bologna la grassa. Ma oggi soprattutto Bologna la entusiasta e la colorata. Colori di gente assiepata ovunque lungo tutto il percorso, in modo particolare lungo quel calvario di due chilometri che, attraverso la salita delle Orfanelle, porta alla Madonna di San Luca. Tratto duro, durissimo che ha reso ancor più meravigliosa questa prima tappa del Giro d’Italia che si temeva, almeno in parte, bagnata e che invece è stata per lo più baciata dal sole e dal primo caldo stagionale.

Colori e scritte ovunque, molte in memoria del mai troppo compianto Marco Pantani nato e cresciuto non lontano da qui.

Me ne sto seduto sul selciato su uno dei tornanti delle Orfanelle e attendo che arrivino i nostri “Eroi” per catturarne le gesta con la mia reflex. Un po’ prima delle diciassette, dalla curva più in basso, sale un urlo sovrumano. Annuncia il passaggio di Tom Dumoulin, il primo tra i concorrenti a partire oggi, dato come uno dei favoriti. Si alza sui pedali, passa, e va. Veloce ma non troppo, visto che come detto queste pendenze, difficili da percorrere perfino a piedi, sono durissime anche per gli atleti professionisti. Spentosi da poco l’urlo per il primo concorrente in gara, ecco che, dopo un breve momento di relativo silenzio, sale alto un altro boato. Passano alla spicciolata i favoriti della corsa rosa, che sono poi anche i favoriti della trappa di oggi. Ma l’urlo degli urli, quello che davvero li batte tutti, lo sento quando la strada annuncia l’arrivo del più amato tra i concorrenti in corsa: di fronte a me, dall’altra parte della strada, un padre che accompagna il figlioletto di pochi anni indica un punto là in basso, e il piccolo fa di sì con la testa. Poi si mette ad applaudire, mentre la folla letteralmente impazzisce. La maglia dell’ominoo a due ruote che sbuca là in fondo è rossa, direbbe il mitico cronista del passato, il suo nome è Vincenzo Nibali. Oscilla le spalle. Sul suo volto si dipinge un ghigno che sa di fatica e di soddisfazione: per l’andamento della tappa, per la condizione raggiunta. Sembra che vada forte, molto forte. E il tempo finale lo confermerà: Nibali che fa meglio, pur per pochi secondi, dello specialista Dumoulin. E chi lo avrebbe mai detto!

Tra le tante bandiere lungo la strada ce ne sono anche alcune bianche, blu e rosse con l’immagine in alto del Monte Triclav (che sarebbe poi il Tricorno, vista la sua forma). Sono tutte per Primoz Roglic, ragazzo di Slovenia, atteso come grande favorito della tappa di oggi e non solo. Non sventolano invano quelle bandiere, visto che Primoz (di nome e di fatto) farà registrare il miglior tempo e soprattutto nessuno sarà in grado di batterlo nelle rimanenti quasi tre ore di gara. Tre ore praticamente senza brividi, se non sul finale, quando il britannico Simon Yates che, differentemente da tutti gli altri favoriti, ha scelto di partire nel tardo pomeriggio dà la conferma (onestamente non ne avevamo bisogno) di essere uno degli annunciati protagonisti di questa corsa rosa. Yates, che se ne frega delle previsioni meteo nefaste, si piazza al secondo posto proprio tra Roglic e Nibali per una classifica che vede i cinque corridori più attesi di questo Giro (Roglic, Yates, Nibali, Lopez, Dumoulin) ai primi cinque posti della tappa dunque della generale.

Cosa ha detto la tappa di oggi? Era chiaro che non ci sarebbero stati dei disastri in classifica, ma che qualche indicazione l’avremmo comunque avuta. Sarò estremamente sintetico: promossi Nibali e Yates. Bocciati Tom Dumoulin e Mikel Landa (che perde più di un minuto dal vincitore).

Promossissimo (non so se si dica, ma io lo dico lo stesso) Primoz Roglic, ex saltatore con gli sci, ora corridore ciclista e anche piuttosto bravo. Citazione particolare per Hiroki Nishimura, giapponese della Nippo Fantini: partito con grandi speranze, giunge ultimo a 48’36” dal vincitore: fuori tempo massimo, se ne torna a casa: peccato davvero per lui.

“Hors categorie” infine il meraviglioso pubblico di Bologna, i cui colori ed il cui boato impressionante entrano oggi nella personalissima classifica del cuore di questo umile suiveur, che tante corse ha visto in giro per il continente e tante spera ancora di vederne e raccontarne.

Ma che bravo Roglic!

Ma che bravi tutti!

Ma che bella Bologna!

Ma che bello il Giro!

 

ORDINE D'ARRIVO

1. Primoz Roglic (Slo) in ’12″54 (8 alle media di 36,200 km/h)

2. Simon Yates (Gbr) a  “19;

3. Vincenzo Nibali (Ita) a  “23;

4. Miguel Angel Lopez (Col) a  “28;

5. Tom Dumoulin (Ola) s.t.

6. Rafal Majka (Pol) a  “33;

7. Teo Geoghegan Hart (Gbr) a  “35;

8. Laurens De Plus (Bel) s.t.

9. Bauke Mollema (Ola) a  “39;

10. Damiano Caruso (Ita) a  “40;

11. Pello Bilbao (Spa) a  “42;

12. Victor De La Parte (Spa) a  “45;

13. Bob Jungels (Lux) a  “46;

14. Richard Carapaz (Ecu) a  “47;

18. Davide Formolo (Ita) a  “50;.

 

Le foto a cura di Pietro Pieralisi.

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