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Giro D’Italia – Verona incorona Carapaz
Ora posso dirlo, caro Richard: non avevo fiducia in te. Quando infatti, all’inizio di questo Giro partito tre settimane fa da Bologna, avevo fatto il mio personale elenco dei favoriti di questa corsa ti avevo sì citato tra i possibili protagonisti, ma nella mia testa eri un comprimario, un uomo da piazzamento, magari da vittoria di tappa.
Prima di te veniva certamente Tom Dumoulin, che sarebbe stato sicuramente uno dei grandi protagonisti di questo romanzo rosa, ma che sfortunatamente la strada ha tolto di mezzo troppo presto a causa di una caduta. E’ il ciclismo. E’ la vita.
Prima di te veniva anche Simon Yates, grande protagonista dell’edizione scorsa e vincitore dell’ultima Vuelta, che quest'anno non ha mai saputo entrare veramente “in partita”.
Prima di te veniva il tuo “quasi connazionale” (tu sei nato in Ecuador ma a due passi dalla Colombia appunto) Miguel Angel Lopez che, giunto terzo lo scorso anno, in questa edizione ha dovuto “accontentarsi” del settimo posto in classifica e della maglia bianca di miglior giovane.
Prima di te veniva, sempre nei miei pensieri, persino il tuo compagno di squadra Mikel Landa,giunto quarto in classifica generale.
Prima di te, infine, venivano in particolare quelli che quasi tutti, specie dopo l’uscita di scena di Dumoulin, consideravamo i due “uomini forti” di questo Giro, ovvero il “vecchio” e mai domo leone Vincenzo Nibali e il giovane leoncino, lo sloveno Primoz Roglic, giunti secondo e terzo alle tue spalle. I due sono stati vittime del loro stesso marcamento serrato, in modo particolare nella tappa di Courmayeur che ti ha portato a conquistare una meritatissima maglia rosa che poi hai difeso grazie alla forza tua e della tua squadra, la monumentale Movistar, non nuova a grandi imprese nei grandi Giri.
E invece eccoti lì, al termine della crono di oggi vinta dallo statunitense Chad Haga. Piccolo uomo di montagna, quasi incredulo, le spalle fasciate della tua livrea rosa. Eccoti lì in questa domenica infuocata di inizio estate che segna l’ideale contrappasso di un Giro caratterizzato per lo più dal maltempo. In un’Arena di Verona colma di gente che sventola bandiere italiane (nel giorno della Festa della Repubblica), Slovene (per Primoz Roglic), ma soprattutto quelle gialle, azzurre e rosse col sole, la montagna e il condor che rappresentano il tuo paese. Un paese che per la prima volta vede un suo rappresentante in cima al podio di una grande corsa ciclistica a tappe: ma non era solo la Colombia la terra sudamericana del ciclismo? Una vittoria limpida, bellissima, meritata.
Felicitaciones campesino!
Felicitaciones campeon!
ORDINE D’ARRIVO:
1. Chad Haga (Usa, Sunweb) in 22’07”;
2. Victor Campenaerts (Bel, Lotto-Soudal) a 0’03”;
3. Thomas De Gendt (Bel, Lotto-Soudal) a 0’06”;
4. Damiano Caruso (Ita) a 0’09”;
5. Tobias Ludvigsson (Swe) a 0’11”;
6. Josef Cerny (Cze) s.t.
7. Pello Bilbao de Armentia(Eus) a 0’17”;
8. Mattia Cattaneo (Ita) a 0’20”;
9. Vincenzo Nibali (Ita) a 0’23”;
10. Primoz Roglic (Slo) a 0’26”;
21. Mikel Landa (Eus) a 0’57”;
CLASSIFICA GENERALE FINALE:
1. Richard Carapaz (Ecu, Movistar) in 90h1’47”;
2. Vincenzo Nibali (Ita, Bahrain-Merida) a 01’05”;
3. Primoz Roglic (Slo, Jumbo-Visma) a 02’30”;
4. Mikel Landa Meana (Eus) a 02’16”;
5. Bauke Mollema (Ned) a 05’43”;
6. Rafal Majka (Pol) a 06’56”;
7. Miguel Angel Lopez (Col) a 07’26”;
8. Simon Yates (Gbr) a 07’49”;
9. Pavel Sivakov (Rus) a 08’56”;
10. Ilnur Zakarin (Rus) a 12’14”;
CLASSIFICA A PUNTI (maglia ciclamino)
1. Pascal Ackermann (Ger, Bora-Hansgrohe) 226 punti
2. Arnaud Demare (Fra, Groupama) 213
3. Damiano Cima (Ita, Nippo-Vini Fantini) 104
CLASSIFICA SCALATORI (maglia azzurra)
1. Giulio Ciccone (Ita, Trek-Segafredo) 267 punti
2. Fausto Masnada (Ita, Androni-Sidermec) 115
3. Damiano Caruso (Ita, Bahrain-Merida) 86
CLASSIFICA GIOVANI (maglia bianca)
1. Miguel Angel Lopez (Col, Astana) in 90h09’13”;
2. Pavel Sivakov (Rus, Ineos) a 01'30"
3. Hugh John Carthy (Gbr, Education Firts) a 09’10”;
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