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Una Gara da Mito – GP USA 1971, la prima di Cevert
Si dice che la storia sia ciclica, e in queste ore lo stiamo forse toccando con mano. Si dice anche spesso che le storie delle nostre vite siano un cerchio che spesso si chiude. E’ stato così per Marco Simoncelli, morto nella stessa pista dove tre anni prima si laureò campione del mondo. Prima di lui un destino simile lo ha avuto il francese François Cévert, che incontrò la sua fine durante in GP degli Stati Uniti del 1973. Il cerchio ha sempre un suo punto di saldatura, dove il capo bacia la coda fino a fondersi in un solo corpo. Per Cévert la saldatura è Watkins Glen.
L’ultimo atto della stagione 1971
Il campionato era già nelle mani di Jackie Stewart, che si laureò campione iridato per la seconda volta. Lo scozzese distanziò di molti punti Ronnie Peterson grazie a sei vittorie, contro i soli quattro podi dello svedese. Il campione britannico si impose già a partire dalle qualifiche, conquistando la pole position per soli diciassette millesimi su Emerson Fittipaldi. Quel tre ottobre 1971 Hulme partiva dalla terza piazzola mentre apriva la seconda fila Clay Regazzoni, a bordo della prima Ferrari e reduce da una stagione non entusiasmante. La seconda Ferrari, quella di Jacky Ickx, era solamente ottava. Quella gara vedeva un ricco montepremi messo in palio dagli organizzatori che prevedeva 50.000 dollari al vincitore, 20.000 al secondo classificato e 12.000 al terzo. Il Watkins Glen era stato rinnovato per la corsa e si mostrava al mondo come uno dei circuiti più all’avanguardia del mondo. Ecco, gli americani fecero ciò che sanno fare meglio: soldi e spettacolo.
100.000 presenti tutti per Ickx
Era il ferrarista Ickx uno dei più attesi. La Scuderia di Maranello veniva da un anno difficile, con la 312 B1 che era veloce quando poteva godere delle condizioni ottimali, ma era difficile. Il belga provò anche la B2, nuovo progetto firmato Forghieri, ma la riteneva ancora più lenta. Per l’ultima gara corse quindi con il modello precedente. Al via Stewart tentò di staccare i suoi avversari e la strategia della Tyrrell era quella di consentirgli di spadroneggiare e far suo il montepremi. Un problema alle sospensioni però lo rallentò, lasciando strada al giro quattordici al francese Cévert e ostacolando Hulme, Ickx, Regazzoni e Siffert che incalzavano feroci. Il belga ferrarista, giro dopo giro, si mangiò letteralmente gli avversari infiammando i centomila spettatori presenti sugli spalti, ma François Cévert era in giornata di grazia e non mollò di un centimetro, impostando traiettorie al limite per non perdere terreno sull’inseguitore. Quando Ickx sembra essere vicino al sorpasso, ecco che la sua Ferrari lo tradisce. Al quarantacinquesimo passaggio DiabolICKX, come venne ribattezzato all’epoca da Autosprint, pagò sei secondi di distacco e sfrecciò sul rettilineo dei box facendo cenni al muretto. Si vedeva un filo penzolare: un guasto all’alternatore costrinse il numero 4 allo stop quando mancavano dieci giri alla bandiera a scacchi
L’inizio del cerchio
Il primo mattone per la carriera di Cévert era quindi pronto. Con una guida spettacolare ed efficace il parigino si aggiudicò la sua prima vittoria in Formula 1, assicurandosi i dollari assicurati dal premio. Per Ickx rimase la consolazione del giro più veloce, che valeva 2.000 dollari. Con quella vittoria Cévert conquistò anche il terzo posto in campionato e il titolo di nuova promessa della Formula 1. La coda del cerchio però si saldò al principio, oscurandolo, due anni dopo, lasciando così l’automobilismo orfano di un campione.
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