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Il Semaforo Rosa – Le donne di Le Mans

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Manca sempre meno alla partenza della gara regina nell’endurance. Solo 5 giorni ci separano dal semaforo verde di un evento atteso tutto l’anno dagli appassionati e uno dei più importanti per tutti i piloti coinvolti. La 24 Ore di Le Mans richiama dal mondo intero tutti gli amanti dei motori e del motorsport, ma quest’anno che si celebra l’edizione numero 100 non poteva che essere ancora più speciale. I biglietti sono sold out da mesi, le persone che si riverseranno per le strade dei Paesi della Loira saranno a migliaia, pronti a vivere l’atmosfera che solo un ambiente del genere sa regalare.

Una corsa iconica arrivata al suo centenario tra episodi che hanno scritto la storia e gare da cardiopalma, domini incontrastabili e sorprese dell’ultimo giro. Dal 1923 ad oggi di tempo ne è passato. Battaglie, colpi di scena e sorpassi epici l’hanno fatta da padroni tra le curve del circuito della Sarthe, ma c’è un aspetto ancora più interessante da approfondire: le donne di Le Mans.

La presenza femminile sulla griglia di partenza del tracciato, che ospita la 24 Ore, è sempre stato un elemento di spicco, considerando che la prima apparizione di una pilota fu nei primi anni ’30. Da lì in poi ci sono state più occasioni in cui le ragazze si sono infilate tuta e casco e si sono messe in gioco insieme ai loro colleghi. Tornando un attimo indietro e ripercorrendo la linea che ci collega ai giorni nostri vediamo chi sono le donne che hanno fatto la storia, fino a quelle che saranno presenti sabato pomeriggio sulla griglia di partenza.

La prime in assoluto furono Odette Siko e Marguerite Mareuse che nel 1930 presero parte alla classica francese con una Bugatti Type 40, arrivando settime assolute e seconde nella loro categoria. La Siko non ci mise molto tempo per scrivere la storia e ottenere il risultato che ancora oggi è imbattuto. Nel 1932 a bordo della sua personalissima Alfa C6 1750 si iscrisse insieme a Louis Charaval e la coppia si piazzò quarta in classifica generale, posizione che gli valse la vittoria della loro classe. In quegli anni furono diverse le pilote che si alternarono alla guida delle vetture iscritte alla 24 Ore, tra cui Suzanne Largeot che trionfò nella categoria 1,1 litri con una Simca a motore Fiat insieme a Emile Vernet. Pe la nostra Motor Valley, la prima a competere con una Ferrari fu invece la francese Yvonne Simon, che partecipò alle edizioni 1950 e 1951 al volante di una 166 MM Coupé, iscritta da Luigi Chinetti, insieme a Michel Casse e poi con una collega britannica, Betty Haig.

Nella storia la donna che invece collezionò più presenze fu Anne-Charlotte Verney che ha preso parte alla classica della Sarthe continuamente dal 1974 al 1983, con il massimo risultato raggiunto nel 1981, piazzandosi sesta overall. Nel 1975 fu una leggenda del motorsport al femminile a prendervi parte: Michèle Mouton, che guidò una Moynet con un equipaggio tutto al femminile composto da Marianne Hoepfner e Christine Dacremont. Il risultato finale fu la vittoria di classe e il ventunesimo posto in classifica generale. Ma Michèle non fu l’unico nome femminile già conosciuto nel mondo dei motori a completare la 24 Ore di Le Mans. Anche Lella Lombardi partecipò con Christine Beckers nel 1977 a bordo di un’Inaltera.

Più recentemente Vanina Ickx, figlia di Jacky trionfatore per sei volte a Le Mans, ha corso per ben sette edizioni, ottenendo un settimo posto nel 2011. Più in avanti con l’arrivo di Iron Dames le quote rosa hanno sempre più preso la scena e si sono ritagliate il loro posto tra i grandi. Non solo come piloti ma anche nei box come ingegneri o maccanici. È il caso di Leena Gade che ha gestito l’Audi R18 e-tron #4 di Marcel Fässler, Benoît Tréluyer e André Lotterer, i quali hanno trionfato in tre edizioni (2011, 2012, 2014).


Doriane Pin in posa con la sua Oreca 07 – Gibson di Prema Racing – Credits to Iron Lynx

Quest’anno la storia non sarà diversa. Tante le donne in pista pronte a prendersi la scena in uno degli eventi sportivi più seguiti di tutta la stagione motoristica. Iniziamo con nomi già noti, ovvero l’equipaggio di Deborah Mayer. Michelle Gatting, Sarah Bovy e Rahel Frey saranno sulla Porsche 911 RSR-19 #85 avvolta dalla classica livrea Iron Lynx in magenta. Iron Dames non manca l’appuntamento dal 2019, prima con Ferrari e ora con la casa tedesca. L’intenzione è quella di migliorare quanto ottenuto negli anni scorsi e per quanto visto in questo avvio del WEC non è un’idea fuori dal mondo. Un’altra “donna di ferro” che prenderà il via è Doriane Pin. La Campionessa del Ferrari Challenge in carica sarà in LMP2 con Prema sulla Oreca 07 – Gibson insieme a Kvyat e Bortolotti. L’ultima ragazza presente è il nuovo gioiellino di Maranello: Lilou Wadoux che correrà in LMGTE con Richard Mille AF Corse sulla 488 nell’equipaggio formato anche da Luis Perez Companc e Alessio Rovera.

L’attesa è finita. Ora non resta che ammirare i temerari piloti che si sfideranno nella classica francese, consapevoli che le quote rosa quest’anno come in passato sono lì per dare battaglia e conquistarsi il loro posto personale nella storia. Nella 24 Ore numero 100 sognare non è vietato e quindi perché non provare a diventare grandi in un’occasione così speciale? Le ragazze ci sono e chissà che stavolta la gara non si riveli ancora più storica di quello che è già.

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