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Il Semaforo Rosa – Una stella a tutto tondo
Quando qualcuno ha delle doti speciali si nota subito, una stella che brilla più delle altre, un talento che domina sugli altri; insomma quel qualcuno che nasce una volta ogni cento anni. Lo sport è ricco di campioni, di vincenti e di bravissimi atleti che ottengono risultati da incidere nel proprio palmares. Ma quelli che fanno la differenza e scrivono la storia sono di ben altro calibro. Alla loro asticella difficilmente ci arrivano gli altri perché quel livello compete a pochi. Solitamente quel qualcosa di diverso e magico si percepisce fin dai primi passi nel motorsport. Già quando sono ragazzini fanno la differenza e non di poco sui loro pari età e senza nemmeno troppa fatica, poi arrivano sotto età nelle categorie maggiori e anche lì vanno come il vento.
Uno di questi è senza dubbio Kimi Antonelli. Il giovane pilota bolognese, sotto l’ala della Mercedes e di Toto, sta inanellando successi su successi tra diverse stagioni e categorie. Dopo aver stregato la Casa di Stoccarda Kimi ha iniziato il suo percorso nelle formula minori conquistando ben tre titoli tra F4 e Formula Regional e molte altre vittorie. Quello che stupisce di lui è la semplicità con la quale affronta tutte le competizioni e le gare in qualsiasi condizione. La sua facilità all’adattamento è una caratteristica tipica di quei campioni destinati a fare grandi cose, così come la sua tranquillità caratteriale che forse è l’arma migliore a sua disposizione per performare ad altissimi livelli.
Ma chi è Andrea, da dove viene e come si è formato già lo sappiamo, quello che voglio raccontare oggi è lo straordinario weekend a Misano che ha vissuto da assoluto protagonista. Al Marco Simoncelli World Circuit correva il GT Italiano e Kimi era presente in pista come pilota. Ebbene sì, non era nella sua solita monoposto di Formula Regional che ha guidato a Imola, ma sulla Mercedes GT3 AMG del team di suo papà Marco, il AKM Motorsport Racing Team.
Un fine settimana di divertimento per il bolognese che ha corso nella classe pro insieme a piloti molto più navigati ed esperti di lui nella competizione. Il risultato è presto detto perché se la forza di Kimi nelle ruote scoperte l’abbiamo assaporata bene, nessuno sapeva cosa aspettarsi in una vettura a ruote coperte. Nel dubbio Antonelli ha fatto quello che gli riesce meglio, con la naturalezza che lo ha sempre contraddistinto, si è messo in pista e ha martellato dalla prima sessione. Sempre davanti oppure tra i primi a pochi decimi dalla vetta nel venerdì e questo era solo il preludio ai risultati che avrebbe raggiunto nelle prove ufficiali e nelle due gare. In qualifica 1 Pole Position e in qualifica 2 secondo a soli 63 millesimi. Mica male per il novellino di turno, ma Kimi è così, veloce come il vento sin da subito perché il motorsport lo ha nel sangue che gli scorre dentro.
Andrea Kimi Antonelli con la Mercedes GT3 AMG del Team AKM Motorsport a Misano per il primo round del Campionato Italiano GT Sprint – credits to Mirko Duranti
Nelle due gare sprint ha mostrato il suo valore ulteriormente, come se già non avesse fatto vedere la pasta di cui è fatto. In Gara 1 alla sua prima partenza lanciata ha saputo tenere subito la testa della corsa, poi mai lasciata e con un ritmo incredibile ha lasciato i suoi inseguitori distanti ben 23 secondi, con in mano solo le briciole. Un dominio assoluto nella prima gara che non ha mai messo in discussione la sua vittoria.
In Gara 2 partiva dalla seconda casella ma è comunque rimasto saldo tra i primi posti lottando con i suoi avversari e terminando con un terzo posto. Papà Marco prima della partenza era sulla griglia accanto a Marco dicendoli testuali parole: “Vai sereno e tranquillo, quello che dovevi dimostrare lo hai già fatto ieri. Oggi se impari anche a superare siamo a posto. Noi siamo già felicissimi”.
Parole vere, quelle di un padre innamorato dei motori che sa perfettamente che talento ha nelle sue mani. Uno di quelli da continuare a far crescere e coltivare perché un giorno possa risplendere tra i nomi più grandi della disciplina. Kimi in alto ci può arrivare, la strada è lunga ma è tutta nelle sue mani e nel suo piede destro. Va forte con tutto, forse anche con il monopattino con cui gira nel paddock, stile Hamilton, uno di quei nomi che chissà un giorno raggiungerà o di cui forse è già l’erede.
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