Seguici su

Altri Sport

Imola 1990: la rivincita di Patrese

Pubblicato

il

Dallara, Leyton House, Onyx Ford e persino la Eurobrun di Roberto Moreno. A leggere le ultime posizioni della griglia di partenza del GP di San Marino 1990, salgono i lacrimoni. Si corre il 13 maggio, esattamente quarant’anni dopo la prima gara della storia in Formula 1 (Gp d’Inghilterra a Silverstone il 13 maggio 1950). Oggi, a più di trent’anni di distanza da quella domenica imolese, abbiamo davanti una Formula 1 di siderale lontananza rispetto al ginepraio di regole e ai caccia che si vedono in pista: scuderie romantiche, piloti pure e le mitiche prequalifiche. Cose impossibili da rivedere oggi e nel futuro. De Cesaris, Capelli, Pirro, Barilla ultimo con la Minardi. Quanti italiani nell’italiana Imola, arrivata ai dieci anni di gare in Formula 1 dopo l’esordio del 1980.

 

Le prime file invece, sono dei soliti: Senna, Berger, Patrese e Boutsen. E la Ferrari? Mansell e Prost partono solo dalla terza fila, in una stagione in cui il francese si gioca il Mondiale con Ayrton. Imola è la solita pentola traboccante di entusiasmo: quasi 200 mila persone, tribune esaurite da tempo, addirittura dei sospetti pass falsi, replica perfetta di quelli dei commissari, venduti all’esterno dell’autodromo a 100 mila lire. Era Imola, col suo stuolo di innamorati, con la collina della passione e 30 mila biglietti venduti anche per il prato (!). “Un carnaio della Rimini ferragostana”, è il paragone che Carlo Grandini fa nel suo articolo sul ‘Corriere della Sera’ nella domenica mattina della gara.

 

Alla quale non prende parte Pierluigi Martini: a rivedere le immagini del suo incidente del venerdì, tornano alla mente i fatti accaduti prima e dopo quel giorno. Berger a fuoco nel 1989, Senna e Ratzenberger quattro anni dopo. Il pilota italiano resta a lungo nel suo abitacolo: un impatto con le gomme ha piegato verso sinistra quasi l’intero musetto della sua vettura. Ci si mette un po’ ad estrarlo, ma non è nulla di grave. Frattura del malleolo, venticinque giorni di gesso e due gare da saltare. E sarà un italiano il grande protagonista della corsa. Con Senna fuori dopo tre giri per un problema al cerchione (“Ero in terza marcia a 150 all’ora, meno male che stavo andando piano…”), è Patrese a prendersi la scena. “Un secondo posto mi seccherebbe molto. Non capita mai che davanti a me qualcuno stecca quando io sono secondo. Preferisco arrivare terzo, piuttosto…”, aveva detto alla vigilia. Non accadrà nessuna delle due cose, perché Riccardo farà sua la gara con la sua Williams completando i suoi 61 giri alla media di 202 orari. La scuderia inglese si insidia così nella lotta tra McLaren e Ferrari, che vivono una giornata storta. Mansell finisce ritirato dopo cinque giri per noie al motore, e incolpa Berger: l’austriaco gli sbarra la strada in un sorpasso e l’inglese finisce sull’erba danneggiando il propulsore. Prost salva la faccia con il quarto posto a 6 secondi dal vincitore, Berger almeno arriva secondo con l’altra McLaren. Terzo è Nannini, che completa una bella giornata per i colori azzurri, impreziosita anche dall’undicesimo posto di Barilla con la Minardi.

 Dopo 195 gare in carriera, Patrese coglie il suo terzo successo. Ma se c’è un nocciolo in quel week-end imolese di 31 anni fa, è un cerchio che si chiude. Quello tra Patrese e quel pubblico traboccante, che ora lo ricopre di applausi. Sette anni prima non era andata così: Tambay aveva vinto su Ferrari, e proprio poco dopo che Riccardo lo aveva sorpassato la sua Brabham era poi finita fuori alle Acque Minerali, nel tripudio della marea rossa che ci andò giù pesante con il ferrarismo integralista. Mortificato già nel 1978 da ex piloti e opinione pubblica per quell’incidente che costò la vita a Peterson a Monza (si aprì una indagine ma lui fu assolto, dopo tre anni di pesanti bocconi da mandar giù), in quel 1983 aveva ricevuto una seconda mazzata. Il 13 maggio 1990 fu come un conto saldato, anche se lui non aveva proprio nulla di cui scusarsi.

  

I primi giri del Gran Premio di San Marino 1990 con il ritiro del poleman Ayrton Senna (The Fastlane su YouTube)

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *