Seguici su

Altri SportCalcioTennis

Imprecazioni ed espressioni blasfeme nello sport: i casi di Musetti e Lautaro

L’uso di espressioni blasfeme nello sport è da sempre un tema divisivo in Italia: nel tennis e nel calcio una diversa regolamentazione.

Pubblicato

il

Lorenzo Musetti (© Montecarlo Tennis Masters)
Lorenzo Musetti (© Montecarlo Tennis Masters)

Domenica scorsa si è conclusa l’avventura di Lorenzo Musetti a Montecarlo. Il tennista, arrivato in finale Masters 1000 si è dovuto arrendere ad un immenso Carlos Alcaraz, che ha dominato l’italiano nel secondo e nel terzo set (6-3, 1-6, 0-6 ). Proprio durante l’ultimo set, ad ostacolare il tennista carrarino è stata poi un’elongazione alla coscia destra che ha influito inevitabilmente sulla sua prestazione. Nonostante l’ottimo percorso ai Masters 1000, il tennista italiano è però finito al centro di una bufera mediatica per aver usato durante la gara espressioni blasfeme.

Non è la prima volta che questo accade, anzi si potrebbe dire che le imprecazioni accompagnino ormai la reputazione di Lorenzo Musetti. È raro infatti, vedere una gara in cui il suo labiale non faccia intuire qualche espressione non proprio “santa”. Tuttavia, questo comportamento è considerato da molti come inaccettabile ed irrispettoso, tanto da arrivare a chiedere una sanzione o una squalifica. Ma è effettivamente possibile? Si può venir squalificati per le imprecazioni durante la gara? Cosa dice il regolamento tennistico?

Imprecazioni e espressioni blasfeme: nel tennis vige il Codice di Condotta

A differenza del calcio italiano, nel tennis non c’è un vero e proprio regolamento che indichi l’utilizzo di imprecazioni o espressioni blasfeme in un apposito articolo, che ne evidenzi al tempo stesso anche le rispettive sanzioni. A prevalere è il Codice di Condotta, un insieme di norme che regolamentano il comportamento dei giocatori al fine di garantire un ambiente sportivo e rispettoso dove disputare le partite. Nel Codice di Condotta sono indicati vari punti tra cui: abuso fisico, abuso di palla, abuso di racchetta e abuso verbale. L’abuso verbale comprende la bestemmia, il turpiloquio e l’imprecazione e ricade nel più largo concetto di Oscenità udibile.“Udibile” è il punto chiave su cui focalizzarsi.

Sanzione per imprecazione nel tennis: la decisione spetta all’arbitro

La decisione nel sanzionare o meno il tennista per utilizzo di imprecazione infatti, è esclusiva competenza dell’arbitro della gara, giudice di linea o supervisor che deve aver sentito con le proprie orecchie le espressioni usate. Non esiste la prova della televisione e del labiale. L’arbitro inoltre, valuta il perché viene commessa tale azione, il modo in cui essa viene commessa e soprattutto l’effetto che l’azione causa. Nel caso delle imprecazioni ad esempio, un conto è se l’atleta impreca tra sé e sé, diverso invece è se urla facendosi sentire anche dagli spettatori. Difficilmente comunque la singola bestemmia potrà essere causa di squalifica. L’arbitro procede inizialmente con l’avvertimento, poi con il punto di penalizzazione o con un gioco di penalizzazione. Solo alla fine, in caso di ennesima violazione,  potrebbe valutare la squalifica.

Il calcio: l’articolo 37 del regolamento della FIGC

Diversa è la situazione nel calcio italiano. Il regolamento della FIGC infatti, ha un apposito articolo dedicato all’utilizzo di espressione blasfema. Si tratta dell’articolo 37 che recita: “1. In caso di utilizzo di espressione blasfema, in occasione o durante la gara, è inflitta: a) ai calciatori e ai tecnici, la sanzione minima della squalifica di una giornata. […]”. I calciatori, così come gli allenatori, non possono quindi in alcun modo utilizzare espressioni blasfeme e in questo caso, anche le immagini da televisione (senza l’audio) possono essere un valido testimone per far aprire un’eventuale indagine.

Il caso Lautaro Martinez e il patteggiamento

Questo è stato il caso di Lautaro Martinez. Il 16 febbraio scorso in occasione di Juventus-Inter, il calciatore nerazzurro è stato accusato di aver utilizzato un’imprecazione al termine del match. A fare da testimoni le riprese video, che hanno lasciato al Giudice pochi dubbi. Lautaro, che ha fin da subito negato l’accaduto, ha deciso successivamente di patteggiare al fine di evitare i lunghi tempi del ricorso.

Questo il comunicato:  “A seguito dell’accordo di patteggiamento raggiunto dalle parti (ex art. 126 CGS), il calciatore dell’Inter Lautaro Javier Martinez è stato sanzionato con un’ammenda di 5.000 euro. A carico del calciatore nerazzurro era stato aperto un procedimento per violazione dell’art. 4, comma 1, e dell’art.37 del Codice di Giustizia Sportiva ‘per avere, al termine dell’incontro Juventus-Inter disputato lo scorso 16 febbraio e valevole per la 25ª giornata del campionato di Serie A, pronunciato per due volte un’espressione blasfema come risulta evidente dalle immagini televisive, di piena garanzia tecnica e documentale'”.

Imprecazioni e espressioni blasfeme: in Italia, un problema etico e morale

La questione dell’uso di espressioni blasfeme è inevitabilmente un tema estremamente delicato in Italia e, come tale, è anche estremamente divisivo. C’è chi lo ritiene un comportamento inaccettabile e da punire, chi invece sostiene che le sanzioni per imprecazioni siano insensate, rivendicando la laicità dello Stato Italiano. La verità è che sull’argomento, l’opinione pubblica italiana sarà sempre spaccata in due, almeno in questo momento storico. Ciò che è importante sottolineare e ricordare però, è che lo sport è da sempre portatore di valori importanti, primo fra tutti quello del rispetto. A tal fine, se è vero che prima di una sanzione bisognerebbe valutare se c’è o meno l’intenzionalità di offendere, dall’altro gli atleti dovrebbero anche pensare a sé stessi come modelli da imitare, tenendo in considerazione chi li sta guardando.

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *