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Carspillar – Lamborghini Countach 25th Anniversary, il gran finale
Tempo perso
Con l’acquisto da parte della Chrysler le cose cambiarono rapidamente in casa Lamborghini. Se da un lato le risorse non mancavano di certo, dall’altro la struttura agile e dinamica di una piccola casa di auto sportive della Motor Valley venne stravolta completamente. Già da metà anni Ottanta i tecnici di Sant’Agata stavano lavorando sul progetto “132”, la vettura che avrebbe dovuto sostituire la mitica Countach. Tuttavia, a progetto ormai ampiamente definito anche sulla parte stilistica, da Detroit il consiglio di amministrazione volle intervenire per sovrintendere ai lavori e richiedere modifiche basate su gusti più vicini al mercato americano. Un sistema decisionale così macchinoso non venne digerito in modo indolore da chi era abituato a lavorare in un’azienda con metodi più vicini all’artigianato che non all’industria e la gestazione del nuovo modello si prolungò per almeno due anni. La “132” avrebbe potuto essere mostrata al pubblico già nel 1988 ma a causa delle revisioni richieste sarebbe arrivata solo due anni dopo, lasciando ai rivali di Maranello e Stoccarda una fetta di mercato importante in un momento di grande fermento per il settore delle supercar. Ma non tutto era perduto. Perché c’era spazio per un ultimo grande capitolo di una storia iniziata quasi quindici anni prima. Stava per arrivare la Countach 25th Anniversary.
Anniversari importanti
Nel 1988 Automobili Lamborghini festeggiava il suo primo quarto di secolo e per celebrare degnamente il “Giubileo” si decise di realizzare un’ultima versione della ormai leggendaria Countach. La biposto disegnata da Marcello Gandini, seppur inserita nei listini dal 1974, restava il prodotto di punta della casa del Toro e reggeva ancora con onore le sorti dell’azienda nonostante la concorrenza di avversarie ben più recenti. Serviva però qualcosa di più innovativo che colpisse la potenziale clientela ormai avvezza alle linee di una vettura che aveva stupito il mondo alla presentazione ma che era evoluta negli ultimi anni soprattutto sottopelle.
Linee muscolari
L’esperienza effettuata con la Countach Evoluzione, vero laboratorio su ruote, tornò molto utile al momento della nascita della 25th Anniversary, in particolare dal punto di vista stilistico. La linea tesa ed essenziale che aveva caratterizzato la vettura fin dalla nascita venne resa più aggressiva con l’aggiunta di numerosi particolari in materiale composito, attingendo alle nuove conoscenze figlie del lavoro del reparto dedicato alla sperimentazione. Venne applicato un ampio spoiler all’anteriore e lungo le fiancate delle voluminose minigonne con prese d’aria che andavano a rendere più energico il flusso dedicato al raffreddamento dei freni. Esse erano caratterizzate da ampie alettature che ricordavano da vicino particolari stilistici applicati ad altre sportive dell’epoca (su tutte la Ferrari Testarossa). Anche le prese d’aria scatolate poste al lati del vano motore vennero ampiamente modificate con l’applicazione di una generosa alettatura a coprire una griglia sottostante, con richiami alla LP500. Anche il posteriore subì un’ importante modifica con l’aggiunta di un grande paraurti posto nella parte bassa del retrotreno.
Poco elegante, molto efficiente
Le modifiche allo stile in larga parte ereditate dalla Evoluzione resero la 25th Anniversary la versione meno riuscita della Countach da un punto di vista estetico. L’applicazione di voluminose appendici aerodinamiche su una linea di base molto essenziale aveva dato reso la vettura decisamente tozza e pesante, mentre il grande paraurti posteriore montato in quella posizione appariva quasi posticcio. Se l’estetica non aveva tratto giovamento dai nuovi particolari, lo stesso non si poteva dire dei contenuti tecnici. La 25th Anniversary è infatti il risultato di ben diciassette anni di lavoro e continua sperimentazione sullo stesso modello, del quale risulta la versione più efficace da un punto di vista funzionale. La meccanica ormai collaudatissima ha come punto di forza ancora una volta il V12 da 5.167 cc della Quattrovalvole capace di 455 CV e 501 Nm di coppia a 7.000 giri/min. Nonostante un peso arrivato a 1.560 chilogrammi, gli interventi effettuati sulla vettura permettevano di raggiungere una velocità massima di 295 km/h e di accelerare da 0 a 100 km/h in 5 secondi. Gli interni vennero ulteriormente migliorati con l’abbondante uso di pelle sui pannelli porta, sul tunnel centrale e sui sedili. Questi ultimi erano più ampi e confortevoli di quelli della Countach standard, oltre che regolabili elettricamente. Anche i finestrini non erano più a comando manuale bensì elettrico, particolare ormai non più rinunciabile in ogni vettura di alta gamma, anche se super sportiva.
Un confronto in pista tra la Countach 25TH ed una sua rivale: la Ferrari 512 TR del 1994, evoluzione della leggendaria Testarossa (AllanLambo’s Garage su YouTube)
Cifre quasi perfette
La 25th Anniversary giunse sul mercato italiano ad un prezzo di 228.942.000 lire dell’epoca. Un costo non proprio popolare ma appropriato ai contenuti della vettura. Ne vennero prodotti complessivamente 658 esemplari che portarono la cifra complessiva di Countach costruite a 1.997. Difficile non pensare che il mancato raggiungimento della cifra tonda proprio ad un passo sia solo una casualità. Molto probabilmente lo stop era frutto di una precisa scelta dirigenziale atta a rendere ancora più esclusivo un modello entrato già nel mito- Al contempo si voleva evitare di oscurare l’arrivo dell’erede, giunta al termine di una lunghissima gestazione. Fu così che l’ultima “Anniversario” uscì dalla linea il 7 maggio 1990 per entrare direttamente nel mito. Quattro mesi prima era stata finalmente presentata la vettura che avrebbe dovuto sostituirla, la già citata “132” che sarebbe entrata anch’essa nel mito col nome di Lamborghini Diablo. Ma questa è solo un’altra delle mille storie da Motor Valley.
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