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Carspillar – Lamborghini Countach LP400: da idea a realtà
A grande richiesta
La presentazione della Countach LP500 aveva creato una situazione del tutto inattesa per la Lamborghini. La vettura, nata come “idea car” per stupire il pubblico e mostrare come la casa del Toro non si sedesse sugli allori dopo il successo della Miura, aveva sicuramente ottenuto il suo scopo. Il rovescio della medaglia fu proprio il grande consenso ottenuto alla prima apparizione. Le richieste di potenziali acquirenti da tutto il mondo furono immediatamente superiori al preventivato e non potevano essere ignorate dalle parti di Sant’Agata. Tuttavia la messa in produzione di un modello così affascinante ma allo stesso tempo complesso richiedeva tempo, a maggior ragione per un’azienda che non aveva ancora una struttura di dimensioni tali da permettere sviluppi accelerati. A complicare il tutto arrivarono anche le vicende societarie. Nello stesso periodo infatti il fondatore Ferruccio stava uscendo dalla casa che portava il suo nome cedendo dapprima la maggioranza delle quote allo svizzero Georges-Henri Rossetti, quindi il restante 49% all’altro imprenditore elvetico René Leimer. La perdita di una figura carismatica e di grande intuito come il “patron” fu sicuramente difficile da metabolizzare, ma il percorso verso la messa in produzione della Countach proseguì. Anche la crisi energetica del 1973, vera mazzata per le “supercar”, non riuscì a fermare il lavoro della Lamborghini.
Il disegno in trasparenza mostra la disposizione degli organi meccanici della Countach LP400 (Veikl.com)
Trapianto di cuore
Le sessioni di prove per arrivare alla versione definitiva vennero dedicate soprattutto alla ricerca dell’affidabilità, apportando modifiche che non snaturassero le caratteristiche tecniche e stilistiche della vettura. La più importante, seppur invisibile esternamente, fu la sostituzione del poderoso propulsore da 5 litri con il più collaudato ed affidabile V12 da 3929 cc della Miura, capace in ogni caso di sviluppare circa 375-385 CV e di spingere la biposto a 315 km/h. Una velocità che consegnava alla Countach lo scettro di auto di serie più veloce al mondo. Il cambio di motore fece poi mutare il nome in LP400 (Longitudinale Posteriore 4 litri).
Nel vano motore della Countach LP400 non è più alloggiato il V12 5 litri della LP500 bensì il più affidabile 4 litri della Miura (Auto e Moto d’Epoca)
Ritocchi estetici
La linea a cuneo ideata da Marcello Gandini che aveva stupito il mondo alla presentazione facendo di colpo invecchiare tutte le rivali subì solo alcune modifiche mirate per garantire affidabilità e funzionalità in vista di un normale impiego su strada. Sulla superficie dei fianchi, priva di qualunque tipo di discontinuità sulla LP500, vennero scavate due profonde prese d’aria di tipo NACA che oltre a garantire una generosa ventilazione del vano motore diventarono anche un tratto distintivo della Countach. Anche le aperture subito a valle dei piccoli cristalli laterali vennero rese più efficaci con l’aggiunta di due voluminose “orecchie” che catturavano aria fresca indirizzandola in maniera più efficace verso le masse radianti. La fanaleria venne resa funzionante e gli interni meno futuristici ma decisamente più adatti ad un uso pratico. Da un punto di vista costruttivo, i pannelli in alluminio con struttura a nido d’ape impiegati nella struttura del primo esemplare non vennero più utilizzati abbassando i costi di produzione ed evitando complicazioni tecnologiche.
La caratteristica apertura delle porte “a forbice” venne mantenuta invariata sulla Countach LP400 (Concours virtual)
Meraviglia periscopica
La caratteristica estetica più originale della LP400 è incastonata sul tetto. Per fare fronte alla scarsissima visibilità al retrotreno senza “sporcare” la linea con dei retrovisori laterali, in fase di collaudo si decise di inserire uno specchietto interno “a periscopio”. Vista l’altezza estremamente ridotta del cristallo posteriore venne ricavato un vero e proprio scasso nella parte superiore tale da permettere la riflessione sullo specchio montato nell’abitacolo. In fase di industrializzazione l’idea si rivelò troppo complessa e venne eliminata in favore di soluzioni più tradizionali. Il taglio sul tetto tuttavia rimase come un segno distintivo di tutti gli esemplari di LP400, che per questo motivo venne definita “periscopica”. Un soprannome che la accompagnerà per sempre.
La vista posteriore mette in evidenza il particolare che rese celebre la Countach LP400: il periscopio sul tetto (Auto e Moto d’Epoca)
I numeri del sogno
La gestazione del progetto con tutte le problematiche già esposte occupò ben due anni. Al termine dei collaudi, nel corso del 1973, vennero realizzati due esemplari di pre-serie della LP400. Il primo, di colore rosso, apparve al Salone di Ginevra mentre il secondo, verniciato in verde con interni marrone chiaro, fece bella mostra al Mondiale de l’Automobile di Parigi. L’unica differenza tra la vettura mostrata alla rassegna francese e quelli prodotti in serie è visibile nei finestrini laterali: nella prima sono composti da soli due elementi invece dei tre montati nelle vetture destinate ai clienti. A partire dal 1974 l’LP400 giunse sui listini Lamborghini venendo prodotta in 151 esemplari (di cui solo 21 con guida a destra) fino al 2 gennaio 1978. Quel giorno il telaio numero 1120300, un esemplare nero con interni bianchi, fu acquistato da un cliente belga. Si trattava della vettura che scriveva la parola fine all’avventura della prima e più ricercata serie della Countach, lasciando spazio alla LP400S. Un’altra storia da raccontare…
In un breve video: un esemplare di Lamborghini Countach LP400 del 1976 mostra le sue forme senza tempo (Gooding and Company)
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