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I racconti del Commissario – Una Maserati da record

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Un nome da anarchico

Un uomo che “non aveva tempo di avere paura”. La retorica di fine anni Venti lo definiva così e lui non faceva nulla per smentire quando stringeva il volante di un’auto da corsa. Veniva da Terni e prima di diventare un pilota da corsa era stato un apprendista meccanico poco più che bambino e aveva svolto il servizio militare in un reparto motorizzato negli anni della “grande guerra”. Diventato poi autista di autovetture a noleggio e istruttore di guida, riuscì a raggiungere il professionismo anche grazie all’aiuto economico dei suoi entusiasti concittadini. Si chiamava Baconino Borzacchini ed il suo nome, coniato in onore dell’anarchico russo Michail Bakunin, non poteva piacere molto nell’Italia del regime fascista. Ma non era certo un problema per i fratelli Maserati che, notoriamente, non avevano molta simpatia per il Duce ed erano concentrati a fare correre le loro automobili il più velocemente possibile. E per simili obiettivi, Baconino era davvero la persona giusta.

Bologna 1929. La Maserati Tipo V4 pronta per l’assalto al record mondiale sui dieci chilometri lanciati (Maserati Media)

Bolide da sogno

Settembre 1929. Per la casa bolognese era giunto il momento di scendere in pista con la nuova arma da “Grand Prix” progettata da Alfieri Maserati. Si chiamava Tipo V4 quella poderosa 16 cilindri che in breve arrivò a sfiorare i 300 CV e che lo stesso Alfieri portò in gara a Monza cogliendo un promettente sesto posto. Due settimane dopo, il 28 dello stesso mese, poteva arrivare la consacrazione per la vettura del Tridente. Come saporito antipasto al Circuito di Cremona venne organizzata la “Giornata dei record”, una gara-evento nella quale si sarebbe tentato il nuovo record del mondo nei dieci chilometri lanciati sulla strada provinciale numero 10-Padania Inferiore. Le vetture avrebbero preso il via da Cremona in direzione est-nord-est con il rilievo cronometrico che sarebbe scattato in località Gadesco Pieve Delmona e si sarebbe chiuso a Sant’Antonio d’Anniata, frazione di Pessina Cremonese. Prima e dopo le stazioni di rilevamento erano previsti 3000 metri per il lancio e l’arresto dei bolidi, con un totale di circa diciassette chilometri rettilinei in cui scatenare tutta la potenza a disposizione. Come per ogni record di velocità omologato sarebbe stata la media oraria ricavata dai tempi rilevati su due passaggi, uno per ogni senso di marcia, ad essere considerata valida. C’era di che solleticare la fantasia del pubblico dell’epoca, che vedeva ancora le automobili come mezzi fantascientifici. E infatti l’eco mediatica fu semplicemente straordinaria.

Il poderoso 16 cilindri della Tipo V4 (Maserati Media – Wouter Melissen)

Dritti nella storia

In casa Maserati era fondata la consapevolezza di poter agguantare l’ambito primato e con esso un’enorme pubblicità per il marchio. Non mancava nulla: dalla vettura, alle conoscenze tecniche, al coraggio del pilota. Perchè ovviamente fu Baconino Borzacchini il prescelto per tentare l’assalto al record ed il ternano, coraggioso “per mancanza di tempo”, non si fece pregare per gettarsi nell’avventura. Nel tratto di andata Borzacchini stabilì un tempo di 2’25”20/100, corrispondente ad una media oraria di 247,933 km/h. Nel percorso di ritorno impiegò un paio di secondi in più: 2’27”40/100 per 244,233 km/h di media. Il tempo calcolato sui due passaggi fu così di 2’26”30/100 che si traduceva in una velocità media di 246,069 km/h. Il risultato ottenuto significava non solo che Borzacchini e la Maserati Tipo V4 erano i nuovi primatisti mondiali sui dieci chilometri lanciati nella classe C (cilindrata da 3000 a 5000 cc), ma avevano letteralmente sbriciolato il record precedente. Due anni prima infatti Ernest Eldridge a Montlhéry aveva stabilito un tempo di 2’39”45/100 pari a “soli” 225,776 km/h. Per la Maserati fu un trionfo senza precedenti che lanciò la casa felsinea nell’Olimpo dei costruttori mondiali.

La Tipo V4  oggi, ricarrozzata da Zagato per un uso “civile” (Maserati Media – Wouter Melissen)

La festa di Bologna

L’esaltazione per il risultato ottenuto spinse l’Automobile Club Bologna ad offrire una cena per festeggiare la Maserati, invitando a presenziare le massime autorità cittadine e le più brillanti personalità dell’automobilismo nostrano. Narra la leggenda che proprio in quella occasione un pilota modenese, un certo Enzo Ferrari, colse l’occasione per approcciare due appassionati imprenditori emilianiAlfredo Caniato e Mario Tadini, proponendo loro di creare una scuderia e partecipare alle gare con vetture e moto di proprietà. Che si tratti di realtà o dell’ennesima leggenda “made in Motor Valley” non possiamo saperlo, ma poco dopo nacque a Modena la Scuderia Ferrari e la storia del motorismo mondiale sarebbe cambiata per sempre. E Borzacchini? Il record lo rese uno degli sportivi più noti al grande pubblico e l’anno successivo, in occasione della visita dei Principi di Piemonte a Monza, decise di modificare il suo nome dall’anarchico Baconino in un ben più sabaudo Mario Umberto. Quello che lo avrebbe accompagnato fino alla morte, in un tragico incidente che, sempre a Monza, si portò via anche Giuseppe Campari ed il conte polacco Stanislas Czaykowski. Consegnandolo per sempre al mito.

La Tipo V4 oggi: ammirata protagonista al Concorso di Villa d’Este (AutoMoto TV su YouTube)

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