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Mondiali atletica leggera – Budapest day 2: Antonella Palmisano bronzo nella 20km di marcia
Una medaglia che profuma di rivalsa, conquistata d’orgoglio, col carattere di chi è campionessa olimpica non per caso. Dopo due anni tremendi passati con problemi fisici, un’operazione e continui alti e bassi, Antonella Palmisano sconfigge prima di tutto i propri brutti ricordi ed effettua una gara eccezionale dal punto di vista della condotta di gara. La pugliese parte subito forte facendo gara di testa, a metà gara scivola per terra dopo aver effettuato il giro di boa e, senza scomporsi, si rialza per marciare più veloce di prima. Antonella continua coraggiosamente a marciare nel gruppo di testa fino più o meno al 15esimo chilometro, quando la spagnola Maria Perez inizia la sua accelerazione che la porterà per prima al traguardo. Il bronzo della 32enne pugliese è già la seconda medaglia della compagine azzurra, che in sole due giornate di gare non è affatto male.
Gli altri azzurri la mattina
Numerose le qualificazioni dei nostri portacolori a semifinali e finali, sintomo del buono stato della nostra atletica. Sui 400 metri ad ostacoli passano in semifinale sia Mario Lambrughi (gran tempo il suo 49″05) che il ritrovato Alessandro Sibilio (ad inseguire un Warholm che passeggia senza spendere energie). Sulla distanza piana a qualificarsi è il ligure Davide Re, che torna sui propri migliori tempi di sempre. Nei 100 metri donne gran tempo per Zaynab Dosso, la quale si qualifica per la semifinale con il tempo di 11″14: record italiano eguagliato. Anche la martellista Daisy Osakue passa il turno strappando il biglietto per la finale come i saltatori in alto Gianmarco Tamberi (con un grande rischio corso sui 2.28, fatto solo al terzo tentativo) e Marco Fassinotti.
Sessione pomeridiana
Pomeriggio movimentato per gli azzurri. Nelle semifinali dei 100 Marcel Jacobs toglie un po’ di quella ruggine che si porta dietro da mesi e corre un dignitosissimo 10″05, che purtroppo, dato l’eccellente livello della gara, non gli basta per passare alla finale (non passa a sorpresa anche il suo acerrimo rivale Fred Kerley, campione mondiale lo scorso anno). Nelle semifinali dei 1500 donne non passa alla finale la teramana Gaia Sabbatini; al contrario Ludovica Cavalli centra il risultato rientrando così tra le più forti mezzofondiste al mondo di quest’anno. Tra gli uomini niente da fare per Pietro Arese, il quale si migliora moltissimo senza però riuscire ad agguantare la sesta posizione, valida per il passaggio in finale.
Finale salto in lungo femminile
Finale del salto in lungo femminile: c’è anche la nostra Larissa Iapichino. La gara è convulsa, con l’espertissima serba Ivana Vuleta che piazza subito una misura che la tiene in prima posizione fino alla fine, quando allunga ulteriormente atterrando a 7,14 metri. Dietro di lei lotta apertissima con la nostra giovane fiorentina che, dopo aver litigato con la rincorsa, trova il giusto equilibrio sfiorando il podio all’ultimo salto con 6,82. Larissa, in lacrime, chiude al quinto posto il suo primo campionato mondiale, consapevole però che il suo è un futuro nell’élite dell’atletica mondiale.
Finale 100 metri uomini
Finale orfana di nomi illustri? Si e no. Se mancano Kerley, Jacobs, De Grasse e Simbine, ci pensano Lyles, Hughes, Coleman e Tebogo a farci tenere gli occhi fissi sugli 8 bolidi ai blocchi dietro la linea di partenza. Allo sparo è Coleman a schizzare via davanti a tutti, recuperato sul finale dai velocisti più inclini ai 200 che giungono in rimonta sul traguardo prendendosi le rispettive medaglie. L’uomo più veloce al mondo è l’americano Noah Lyles (9″83), inseguito dal giovane del Botswana Tebogo e dal britannico Hughes, il quale scoppia in un pianto a dirotto come a scrollarsi di dosso il ricordo di quella finale olimpica di Tokyo, gettata via per una falsa partenza.
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