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Mondiali atletica leggera – Budapest day 3: giornata di alti e bassi per gli azzurri

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Una sessione serale in chiaroscuro quella che ha visto scendere in campo i nostri atleti, anche se molti, a dire il vero, alle prese con difficili semifinali. Tra i risultati più importanti quello ottenuto dalla saltatrice con l’asta veneta Elisa Molinarolo, la quale conquista l’accesso in finale migliorando il proprio record di 9 centimetri (prima volta di un’astista italiana in finale) e quello della 400ista ad ostacoli Ayomide Folorunso, che con il tempo di 54″30 ottiene il passaggio in semifinale (assieme a lei anche Rebecca Sartori passa il turno, che scende per la prima volta sotto i 55″ ottenendo lo standard per le Olimpiadi di Parigi 2024). Nelle semifinali maschili della stessa distanza schieriamo Mario Lambrughi (ottima prova in batteria) e il finalista di Tokyo 2020, il napoletano Alessandro Sibilio. Giornata nera per entrambi: Lambrughi, nella prima semifinale, anticipa il colpo di pistola procurandosi un cartellino rosso mentre Sibilio, di nuovo contro Warholm, non ottiene il passaggio in finale per 4 centesimi di secondo. Invano il tentativo di ricorso presentato dalla FIDAL ai danni del fuoriclasse norvegese, il quale sembrerebbe effettivamente passare il secondo ostacolo con la prima gamba lateralmente ad esso (il regolamento consente il passaggio esclusivamente sopra la barriera); alla squalifica di Warholm avrebbe infatti fatto seguito il ripescaggio del 400 ostacolista napoletano. Nelle semifinali dei 110 metri ad ostacoli fuori entrambi i nostri portacolori Hassane Fofana e Lorenzo Simonelli, mentre in quelle dei 100 metri donne è Zaynab Dosso (fresca del record italiano eguagliato in batteria) a non farcela chiudendo comunque con un ottimo 11″19. L’unico finalista di oggi, Emmanuel Ihemeje, conclude in ottava posizione la sua gara di salto triplo, chiusa con la misura di 16,91.

Finale Lancio del disco

Il lancio del disco ha un fascino tutto suo, dettato dall’antichità di tale gesto. Al fascino si aggiunge anche una grande spettacolarità quando due campioni si danno battaglia fino all’ultimo lancio per conquistare la prima posizione. E così avviene all’ultimo tentativo, quando il campione uscente, lo sloveno Kristjan Ceh scaglia il disco a 70,02 metri, certo di essersi garantito l’oro, ma ecco che subito dopo lo svedese Daniel Stahl risponde con un fenomenale lancio da 71,46, che strappa allo sloveno la vittoria con il nuovo record dei campionati.

Finale 100 metri donne

Sui blocchi di partenza della finale dei 100 donne ci sono 9 atlete, fatto estremamente raro ma che accade in casi di pari tempo (da qui la necessità degli stadi di ospitare una nona corsia). Nella corsia più esterna, per l’appunto la nona, c’è la statunitense Sha’Carri Richardson, che si è qualificata solo con l’ultimo tempo e sembra estromessa dalla zona medaglie anche fisicamente in quanto tutte le più forti (come la fenomenale giamaicana Sherry An Fraser Price) sono come di consueto nelle corsie centrali. Allo sparo la Richardson è dietro, mentre alla sua sinistra si danno battaglia le avversarie che sul via sono scattate prima; ma ecco che a 40 metri dall’arrivo la stravagante statunitense ingrana la quinta prodigandosi in un lanciato fenomenale che la porta a recuperare una ad una le rivali fino a giungere per prima al traguardo, dove alza le braccia al cielo, segno che è lei la donna più veloce del mondo.

Finale 110 metri ostacoli uomini

Sfida a due negli ostacoli alti (1,06 metri): il campione in carica, lo statutinitense Grant Holloway contro il giamaicano campione olimpico a Tokyo Hansle Parchment. Al via è Holloway a guadagnare prezioso vantaggio sugli avversari, che rincorrono l’americano, il quale aumenta sempre di più il distacco; gli ultimi 30 metri ecco però che il giamaicano inizia ad avvicinare lentamente l’americano staccandosi dal gruppo degli “inseguitori”. Al traguardo giunge primo Holloway, con il bel tempo di 12″96, mentre per il giamaicano non è che l’argento: grave errore concedere così tanto margine di vantaggio nella prima parte di una gara così corta, soprattutto se il tuo avversario è Grant Holloway, re indiscusso dei 110 ostacoli.

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